“Il Governo Meloni continua a dimostrare un disinteresse totale per la Sicilia e per le sue profonde criticità educative e sociali, tagliando centinaia di cattedre e condannando l’Isola a un futuro di precarietà, spopolamento e aumento delle disuguaglianze.”
Lo dichiarano le deputate del Movimento 5 Stelle, Ida Carmina e Daniela Morfino, firmatarie di un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Istruzione e del Merito per chiedere di rivedere i criteri di distribuzione nazionale delle cattedre e di intervenire con un piano straordinario a sostegno della scuola siciliana.
Secondo quanto riportato da La Repubblica il 16 luglio, alla Sicilia spetteranno soltanto 2.034 delle 48.000 nuove assunzioni di docenti previste per l’anno scolastico 2025/2026, mentre già si registrano 603 cattedre tagliate in nome di un rigido calcolo demografico che ignora la realtà dei territori.
“La scure del Governo – spiega Carmina – colpisce in modo indiscriminato province come Catania, Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento, Ragusa, Caltanissetta ed Enna, territori in cui la scuola è l’ultimo presidio contro l’abbandono dei giovani, la dispersione educativa e le derive della criminalità organizzata.
La Sicilia – proseguono le parlamentari – non può essere trattata come un semplice dato statistico.
Non si possono ignorare i tassi di dispersione scolastica che superano di gran lunga la media nazionale e il disagio di intere comunità che vedono la scuola come l’unica speranza per i loro figli.
Tagliare cattedre in questo contesto significa voltare le spalle a una generazione e consegnarla al rischio di marginalità sociale.”
L’interrogazione presentata da Carmina e Morfino chiede al Ministro di rivedere i criteri di distribuzione dei posti, includendo indicatori di fragilità sociale e disagio educativo, di potenziare l’organico di sostegno per garantire la piena inclusione degli alunni con disabilità, e di avviare un piano strutturale per il tempo pieno nelle scuole siciliane.
Inoltre, si sollecita un piano straordinario di stabilizzazione dei docenti precari e misure per favorire il rientro degli insegnanti fuori sede.
“La scuola deve essere la massima priorità se vogliamo davvero combattere la criminalità organizzata e lo spopolamento dei nostri territori.
Ogni cattedra tagliata è un’opportunità in meno per i nostri ragazzi e un ulteriore colpo alla coesione sociale della Sicilia.
Il Governo ha il dovere morale e politico di invertire la rotta”.