I LEGALI: “È STATA UNA STRATEGIA MALEVOLA PER GUADAGNARE MILIONI,
A DANNO DEI RISPARMIATORI”
Colpo di scena al Tribunale collegiale di Bologna, durante la nuova udienza dibattimentale del processo Bio-on, l’azienda pioniera nell’ambito della produzione di bioplastiche al 100% bio-degradabili, fallita dopo un attacco speculativo malevolo, con grave danno per risparmiatori e investitori.
Le testimonianze evidenziano l’esistenza di una strategia volta alla distruzione di Bio-on che ha causato il crollo del titolo azionario. Tra le possibili motivazioni, investimenti speculativi al ribasso e importanti benefici economici per chi attaccò l’azienda. Spicca inoltre l’assenza di un’azione di vigilanza e tutela dei risparmiatori da parte di Consob.
Bologna, 14/05/24 — Durante l’udienza cruciale del 14 maggio, due le audizioni chiave: il Dott. Maurizio Salom, commercialista che sostenne le accuse formulate nel video a firma Gabriel Grego che scatenò il panico in borsa facendo crollare il titolo Bio-On, e lo stesso Gabriel Grego, autore della presunta “inchiesta” su Bio-On narrata nel video stesso.
Salom, chiamato al banco dei testimoni, ha mostrato evidenti segni di disagio, fornendo risposte evasive e contraddittorie, accentuando le tensioni e le aspettative legate a questo complesso processo. In più occasioni, Salom ha eluso le domande incalzanti degli avvocati, limitandosi a rispondere con un reticente “non lo so”, mostrando una chiara difficoltà nel gestire l’interrogatorio. In un momento chiave dell’udienza, interrogato sul compenso ricevuto per una perizia a sostegno delle accuse di Grego, Salom ha ammesso di aver ricevuto tra i 20.000 e 30.000 euro per un lavoro che ha affermato di aver completato in circa un mese; tuttavia, le intercettazioni telefoniche della Guardia di Finanza rivelano che in realtà aveva esaminato i documenti pertinenti in soli tre giorni, sollevando interrogativi sulla veridicità delle sue dichiarazioni e sull’accuratezza del lavoro svolto. Ulteriori interrogativi sono stati sollevati quando Salom, pressato dagli avvocati su chi lo avesse informato riguardo l’esistenza di fondi che avrebbero speculato sul crollo del titolo Bio-On, ha risposto: “Molto probabilmente me lo ha detto Grego“, un’ammissione che suggerisce una stretta collaborazione con Gabriele Grego, altra figura chiave di questo processo, delineando un quadro di collaborazione nella costruzione di operazioni speculative sul titolo Bio-On. Le intercettazioni hanno anche mostrato che Salom era a conoscenza di imminenti azioni legali contro gli amministratori di Bio-On, suggerendo che avesse ricevuto informazioni privilegiate che preannunciavano il commissariamento dell’azienda in esito al crollo causato dalla diffusione del titolo; questi dettagli rivelano che Salom potrebbe aver avuto un ruolo attivo nell’anticipare e forse influenzare gli eventi che hanno portato alla drammatica caduta di Bio-On, comunicando addirittura a terzi che “Bio-On è finita” ore prima che le notizie diventassero pubbliche. Ulteriormente, nel suo video-report Grego descrive Salom come un esperto terzo imparziale, tuttavia le prove emerse dimostrano il contrario, e, nonostante ciò, non ha preso misure per chiarire la sua posizione riguardo ai potenziali conflitti di interessi.
Ma ancor più dirompente l’audizione di Gabriel Grego, il quale ha ammesso di aver avuto un interesse economico diretto nella caduta del titolo Bio-On, avendo dialogato attivamente con fondi d’investimento e speculativi short-term, i quali avrebbero acquistato tra il 2% e il 3% delle azioni di Bio-On, e che gli avrebbero commissionato tramite un apposito contratto un report sull’azienda, report che venne confezionato da Grego con taglio negativo e che generò poi il crollo del titolo. Grego ha anche confermato di aver guadagnato svariati milioni di euro di fee dall’operazione (non si conosce l’entità del ritorno finanziario per i fondi d’investimento che hanno speculato al ribasso sul titolo), e ha ammesso di aver, a suo dire, avvisato anticipatamente Consob dell’esistenza dell’intenzione di effettuare degli investimenti short al ribasso, correlati alla diffusione di un report negativo su Bio-On, Consob che non risulta, dagli atti, abbia avviato azioni di approfondimento, vigilanza e tutela dei risparmiatori, ne in quei momenti concitati ne successivamente.
L’udienza ha gettato una luce inquietante sulle dinamiche interne e le relazioni tra i protagonisti principali di questo intricato caso giudiziario, con ramificazioni che si estendono ben oltre l’aula di tribunale, stante anche l’enorme danno arrecato ai risparmiatori e investitori dal crollo in borsa del titolo Bio-On e il mancato esercizio di un’azione di vigilanza e tutela a loro favore da parte della Consob.
Infine, in occasione della comparizione di Gabriel Grego, nei mesi precedenti irreperibile, allo stesso è stato materialmente notificato un Atto di citazione per un’azione di responsabilità in relazione ai fatti oggetto del processo.
Approfondimento: Bio-On, ascesa di una potenza tecnologica green & made in Italy.
Bio-on S.p.A. è stata una società a capitale completamente italiano pioniera nell’ambito della produzione di biopolimeri 100% bio-degradabili, senza impatto ambientale. La strategia dell’azienda, incentrata su un’intelligente gestione della proprietà intellettuale (mediante concessione di licenze a terze parti sui propri brevetti) e su un’intensa attività di ricerca e sviluppo (con collaborazioni con decine di Università) ha portato la start-up a raggiungere una capitalizzazione di mercato superiore al miliardo di euro, facendola entrare nell’esclusivo club degli “unicorni” della Borsa Italiana.
Bio-on vantava una vasta rete di collaborazioni con istituzioni accademiche di prestigio e centri di ricerca nazionali e internazionali, con 69 progetti di ricerca attivi. Tra i partner figuravano centri di eccellenza come le Università di Milano, Bologna, Napoli, il “Consorzio Futuro e Ricerca” di Ferrara, la University of Hawaii e la Clarkson University in USA, e la Tampere University in Finlandia. Queste collaborazioni multidisciplinari non solo hanno rafforzato il suo impatto sul mercato italiano, ma hanno anche ampliato il suo raggio d’influenza nel settore globale delle bioplastiche; era inoltre titolare o licenziataria esclusiva di 27 famiglie brevettuali, che includevano oltre 190 titoli di privativa, come riconosciuto dal Tribunale di Bologna al momento del default. Questi brevetti, che coprivano sia processi produttivi sia prodotti e applicazioni, costituivano un asset strategico di immenso valore, e attestano la capacità innovativa e il potenziale di mercato di Bio-on.
La solidità finanziaria dell’azienda era garantita dalla certificazione dei bilanci effettuata da colossi della consulenza contabile come PriceWaterHouseCooper (PwC) e successivamente Ernst&Young (EY).
Con un tale pedigree, Bio-On ha consolidato la sua posizione di astro nascente nel settore dei biopolimeri, influenzando significativamente le politiche ambientali e le pratiche di mercato a livello internazionale.
L’apice del successo è stato raggiunto a fine 2018, quando l’azienda è stata classificata come “Golden Power Company“: questa particolare classificazione (regolata dal Decreto-legge n. 34 del 2011 e successivamente rafforzato dai decreti legge n. 21 del 2012 e n. 148 del 2017) impone che ogni tentativo di acquisizione delle aziende considerate di interesse nazionale strategico dovesse essere previamente approvato dal Presidente del Consiglio dei Ministri italiano. Uno status speciale che ha sottolineato l’importanza di Bio-On non solo come pioniera tecnologica ma anche come importante asset per la politica industriale nazionale, ribadendo il suo ruolo chiave nelle strategie di sviluppo sostenibile e innovazione del Paese.
Inizio della crisi: l’attacco speculativo e la crisi giudiziaria
Nel luglio 2019, la storia di successo di Bio-On ha subito una drammatica inversione, a causa di un attacco orchestrato da fondi d’investimento i quali, avendo, circostanza confermata in corso di giudizio, interessi speculativi “short-term” sulle sue azioni, hanno innescato, tramite la diffusione in rete di un video denso di fake-news e parte di una vera e propria campagna diffamatoria di “black PR” su Bio-On, panico tra gli investitori con un successivo rapido crollo del valore in borsa, nonostante il versamento da parte dei due fondatori Astorri & Cicognani, effettuato nelle more del crollo, di oltre 9 milioni di euro nelle casse della start-up, al fine di sostenerla e proseguire nel pagamento degli stipendi e degli oneri fissi.
Pochi mesi dopo, la Procura di Bologna ha avviato un’indagine basata sulle accuse del fondo speculativo USA Quintessencial, il cui indirizzo della sede operativa corrisponderebbe a quello di un noto museo d’arte americano, dando inizio a un processo che ha portato allo stato di fermo temporaneo del CEO di Bio-On Marco Astorri e al sequestro dei beni di altri membri dei management, per decine di milioni di euro. Questi sviluppi hanno portato alla sospensione delle operazioni e alla successiva dichiarazione di fallimento di Bio-On. Le azioni della Procura – da molti osservatori definite precipitose e ingiustificate – hanno di fatto affossato definitivamente un’azienda già sotto attacco mediatico.
Migliaia di risparmiatori italiani e numerose aziende partner hanno subito perdite economiche significative, e diverse Società di Gestione del Risparmio italiane (SGR) hanno registrato perdite considerevoli nei loro portafogli. Ma a subire un duro colpo è l’intero “sistema Paese” che ha perso in pochi mesi un potenziale campione nazionale in un settore cruciale nello sviluppo industriale “green” dei prossimi decenni.
Dopo il fallimento, una valutazione indipendente ha rivelato che, nonostante i report dei fondi shortermisti che la definivano in modo diffamatorio “una scatola vuota indebitata per decine di milioni di euro”, il vero valore degli asset residui di Bio-On era di minimo 95 milioni di euro. Questa scoperta ha suscitato ulteriori dubbi sull’adeguatezza delle decisioni legali e finanziarie che hanno portato alla troppo frettolosa “liquidazione” di Bio-on. Il processo di vendita dell’azienda, condotto attraverso aste al ribasso, ha portato alla sua totale dissoluzione.
La vicenda di Bio-On riflette le vulnerabilità delle start-up innovative nel navigare mercati finanziari complessi e spesso imprevedibili. Il caso evidenzia anche le carenze della supervisione da parte delle autorità finanziarie, Consob in testa, il cui ruolo dovrebbe essere quello di monitorare le fluttuazioni di mercato e intervenire in difesa del mercato stesso; invece, nonostante segnali di trading irregolare e il crollo delle azioni, le iniziative intraprese da Consob si sono rivelate assenti o comunque del tutto insufficienti e non tempestive, se non addirittura controproducenti, sollevando interrogativi sulla loro efficacia e sulla necessità di avviare concrete riforme per proteggere gli interessi di investitori e risparmiatori.
Alcuni dei protagonisti dell’attacco speculativo a Bio-On
MAURIZIO SALOM
- È la persona citata da Quintessential come “fonte affidabile” a sostegno delle critiche a Bio-on. Documenti ufficiali rivelano che il dott. Maurizio Salom avrebbe una partecipazione societaria in Materi-Bi, azienda che controlla Novamont, e anche tramite IMT SRL (socia di MELVILLE SRL che controlla totalmente NOVAMONT e MATER-Bi, di cui l’Amministratore unico è appunto Maurizio Salom). Questi ruoli in Novamont e società correlate, contrariamente alle affermazioni di Quintessential, lo pone in un conflitto di interessi evidente;[1]
- le intercettazioni registrate mettono in luce la posizione di Maurizio Salom, contraddicendo la sua presentazione come consulente indipendente. In una delle numerose intercettazioni Salom afferma: “o arrestano loro o arrestano me, è la guerra.”[2] rivelando un coinvolgimento personale e diretto nelle vicende legate a Bio-on, ben oltre il ruolo di un semplice consulente esterno;
- in un’intervista rilasciata a CLASS CNBC, Maurizio Salom ha negato qualsiasi coinvolgimento economico con il gruppo Novamont, con Bio-On e con il fondo QCM, dichiarazioni che tuttavia contrastano con le evidenze documentali. Documenti ufficiali indicano che Salom è effettivamente socio di Novamont e che i suoi rapporti all’interno del CdA di questa società possono aver influito sulla crisi di Bio-on. Emergono inoltre forti sospetti sul suo interesse a influenzare il mercato azionario a sfavore di Bio-On, in collaborazione con QCM, per cui avrebbe fornito consulenze, distorte da palesi conflitti di interesse, al fine di far crollare il titolo azionario Bio-on;
- la posizione di Maurizio Salom nel contesto del crollo di Bio-On è stata ulteriormente chiarita da alcune rivelazioni giudiziarie. Secondo quanto confermato dalla Procura di Bologna e dal Giudice per le Indagini Preliminari Alberto Ziroldi, Salom non agiva meramente come consulente tecnico per QCM, ma operava anche in favore di Novamont, un’azienda in diretta concorrenza con Bio-On “Al riguardo si è accertato che Salom Maurizio, lungi dall’essere un semplice consulente tecnico di QCM risulta muoversi anche per conto di un gruppo che opera in concorrenza con Bio-On (Novamont ndr) che dal suo fallimento avrebbe un indubbio vantaggio economico”;[3]
- le intercettazioni emergenti dai documenti giudiziari rivelano un legame esplicito tra Maurizio Salom e quattro fondi speculativi short[4]. Secondo le registrazioni, Leone Salom, figlio di Maurizio, discute con il padre l’andamento del titolo Bio-On, evidenziando che il titolo ha perso meno del previsto e interrogandosi sul momento in cui i fondi inizieranno a coprire le loro posizioni. Maurizio Salom sostiene che i fondi short aspetteranno il fallimento della società (per guadagnare il massimo possibile, ndr). Questo dialogo sottolinea non solo le preoccupazioni continue di Salom riguardo al valore del titolo, ma anche il suo coinvolgimento diretto con i fondi short, aggravando la sua posizione e suggerendo un servizio attivo a favore di questi attori finanziari in opposizione agli interessi di Bio-on;[5]
- Paolo Visioni, oltre a ricoprire ruoli significativi all’interno del CDA di Novamont, è profondamente intrecciato in una vasta rete di società, finanziarie, fiduciarie, e trust che sostengono Novamont. È anche socio di Tazartes nella Investitori Associati, la prima finanziatrice di Novamont, e ha stretti legami con la famiglia Drago, del gruppo De Agostini, finanziatrice di Tazartes. Le conversazioni registrate rivelano una chiara attesa di eventi negativi per Bio-On, tanto che Visioni esprime la speranza che scoppino delle “bombe atomiche” contro Bio-on. Nel corso di una conversazione, Visioni chiede a Salom: “…e quindi la settimana qui arriva un’altra bomba atomica?” A cui Salom risponde: “È sì, adesso al momento cioè sì, ehm, questi qua sono documenti che stanno per uscire ehm, ci sono poi altri documenti ehm, però sono meno forti di questi qua perché questi qua, uhm, cioè…” Successivamente, Visioni commenta: “Madonna, è veramente una spy story bellissima! Sono molto contento di…” e Salom, ridendo, risponde: “Ciao, carissimo, grazie mille. Un abbraccione e stai bene, buone vacanze.”[6] Inoltre lo stesso VISIONI viene nominato da SALOM come supporto tecnico”…tu che sei uno dei miei supporters”.[7]Tali elementi sollevano serie preoccupazioni su un potenziale conflitto di interessi e su azioni concertate per influenzare negativamente la situazione di Bio-On a vantaggio anche di eventuali concorrenti;
- Maurizio Salom, insieme a suo figlio Leone Salom e a Giuliana Paoletti[8], consulente per la comunicazione di QCM/Grego, è stato identificato come uno degli artefici principali nella crisi che ha colpito Bio-on, supportando attivamente le azioni di Gabriele Grego e Novamont. Documenti giudiziari e intercettazioni della GdF hanno rivelato un impegno coordinato per destabilizzare Bio-on, come sottolineato dalle parole di Giuliana Paoletti a Maurizio Salom: “…la percezione non ha nulla a che fare con la realtà[9]“. Le prove raccolte dalla Procura e dalla Guardia di Finanza lasciano intravedere una mission potenzialmente distruttiva da parte di Salom e Grego. Anche altri partner professionali di Salom, come Riccardi e Tedeschi[10], presenti in varie aziende del gruppo Novamont, confermerebbero la profondità e l’ampiezza degli interessi economici coinvolti. Queste connessioni suggeriscono non solo l’esistenza di un potenziale conflitto di interessi, ma anche l’ipotesi di un coordinamento strategico per la campagna contro Bio-on, iniziata nel 2019;
- la relazione personale tra le famiglie Salom e Grego è anche evidenziata dall’amicizia tra le loro figlie, che frequentavano la stessa scuola. Questo legame familiare ha suscitato preoccupazioni esposte anche dalla PR Giuliana Paoletti, la quale ha criticato apertamente questa concentrazione “familistica” in senso negativo”[11] “…e quando abitava in Italia era compagna di classe di mia figlia però è plausibile! Cioè…” ha detto Maurizio Salom, a cui Paoletti ha risposto: “sì, lo so. però non andava detto! Non andava detto perché questo mette una roba di ‘aum aum’ facciamo tutto in casa, cioè non è che lui si è scelto, tu sei sicuramente il miglior professionista sul mercato, ma lui si è scelto il papà dell’amica della sorella! Cioè capisci?” Queste rivelazioni, confermate dalle intercettazioni e documenti ufficiali, indicano che Salom ha attivamente collaborato con Gabriele Grego nella pianificazione e realizzazione di strategie che hanno portato alla pubblicazione del report di Quintessential Capital Management (QCM), marcando il suo ruolo non solo come complice ma come architetto di un attacco coordinato contro Bio-on, a vantaggio dei propri interessi e di quelli dei concorrenti di Bio-on, e a danno di risparmiatori e investitori Bio-on;[12]
- Maurizio Salom ha mostrato un impegno costante e assiduo per influenzare le azioni legali contro Bio-On, collaborando attivamente alla stesura di un parere giuridico critico verso l’azienda. Questo documento è stato preparato per essere presentato alla Procura di Milano il 24 settembre 2019, con il coinvolgimento diretto del Prof. Dall’Occhio, professore dell’Università Bocconi con diversi procedimenti penali a proprio carico, nel tentativo di accelerare il declino dell’azienda. Il dialogo tra Maurizio Salom e suo figlio Leone il 5 agosto 2019 illustra questa dinamica con chiarezza. Leone commenta l’andamento del titolo di Bio-on dicendo: “però il titolo ha preso il 12% adesso eh quindi cioè…”, a cui Maurizio risponde: “…no, ma si, tanto adesso esce la perizia di Dall’Occhio crolla non ti preoccupare“[13]. Queste parole riflettono un approccio calcolato e determinato a manipolare le percezioni di mercato e influenzare le azioni legali, mirando a destabilizzare ulteriormente Bio-On.
GABRIELE GREGO
- Gabriele Grego emerge come figura controversa nel contesto del crollo di Bio-On. Grego ha apertamente ammesso di avere un interesse personale nella perdita del valore di Bio-On[14], un’ammissione che solleva serie questioni sulla sua integrità e sull’obiettività della sua azione di denuncia e attacco verso Bio-on;
- il mandante, sedicente fondo QCM, non ha sede a New York, ma alle Isole Cayman e non può essere raggiunto da alcun provvedimento della GDF o della Procura di Bologna. Quintessential Capital Management, QCM, di Gabriele Grego, Managing Partner and Chief Investment O‑cer, risultava avere tre dipendenti, Zachary Karp, Head of Business Development, Michela Raumer, Executive Assistant, Giordana Grego Levy, Director Investor Relations, e in un articolo di Milano Finanza, del 30 luglio 2019, Emerick De Narda scrive: “(omissis), a differenza di quanto va dicendo, non è americano ma è registrato alle isole Cayman (con domicilio al 330 Madison Avenue, 6° piano, New York). A confermare i limiti del fondo Quintessential anche il fatto che il commercialista Maurizio Salom sarebbe stato contattato nel mese di giugno per redigere una perizia sul bilancio di Bio-On dalla sorella di Gabriel Grego (frontman di Quintessential) che, 20 anni prima, quando abitava in Italia, era compagna di classe di una delle figlie di Salom. Conoscenze personali a parte, un peso piuma nel contesto newyorkese, dove la sua notorietà è piuttosto limitata;”[15]
- nonostante le evidenze, è sconcertante notare come la Procura di Bologna non abbia preso in considerazione la possibilità che il documento pubblicato il 24 luglio 2019 da QCM contenesse informazioni falsificate o comunque non genuine e decontestualizzate. Questa omissione potrebbe aver avuto un impatto significativo sul corso degli eventi e sulla percezione pubblica della crisi di Bio-On, confermando la posizione di Grego come esecutore degli interessi di altri attori nascosti nel retroscena di questa vicenda finanziaria;
- lo studio Origoni ha agito in modo attivo nel coordinare le comunicazioni con la CONSOB per conto di Gabriele Grego e Maurizio Salom attraverso l’invio di comunicazioni ufficiali (PEC) che contenevano informazioni false riguardo alla data di pubblicazione di un report e di un video critici nei confronti di Bio-On. Si evidenzia un legame significativo tra lo studio legale Origoni e la famiglia Grego, specificamente attraverso Claudio Grego, il padre di Gabriele Grego. Claudio Grego è menzionato come collaboratore dello studio Origoni, il che stabilisce un collegamento diretto tra le attività legali dello studio e la famiglia Grego;
- le accuse di QCM di falso in bilancio e false comunicazioni al mercato avanzate da QCM verso Bio-On si basano su un report e un video diffusi il 24 Luglio 2019 contenenti frasi ad effetto, affermazioni completamente decontestualizzate, e palesi falsità smentite da documenti certificati.
Sintesi delle ipotesi di accusa
Le accuse mosse dai vertici di Bio-On contro Maurizio Salom, Gabriele Grego, Paolo Visioni, Giuliana Paoletti e l’avvocato Biancolella riguarderebbero la presunta partecipazione da parte di alcuni di questi soggetti a una strategia volta alla speculazione sul titolo azionario Bio-On attraverso la diffusione di notizie, secondo i fondatori di Bio-On, non veritiere sull’azienda. Le motivazioni dietro queste azioni secondo il fondatore di Bio-On, Marco Astorri, sarebbero molteplici, e includerebbero potenziali interessi economici significativi e non dichiarati:
- rimozione di un concorrente: Bio-On è considerata una minaccia diretta a Novamont, essendo avanti in termini di tecnologia e capacità produttiva;
- benefici economici significativi: il gruppo avrebbe cercato di trarre vantaggio dalla situazione finanziaria attraverso operazioni di short selling, con la partecipazione di quattro fondi short e figure chiave nel board di Novamont, tra cui il Dr. Tazartes, descritto come la “longa mano” dell’operazione e collegato a Engadine LLC, una delle principali entità short sul titolo di Bio-on;
- profitto per Grego e il fondo QCM: questi sarebbero stati utilizzati come esecutori principali del piano, mirando a guadagni diretti dalla discesa del titolo di Bio-On;
- protezione degli investimenti speculativi: si suggerisce che l’azione avesse lo scopo di salvaguardare gli interessi dei fondi e degli investitori privati coinvolti nelle operazioni speculative, come evidenziato da una comunicazione di CONSOB citata nei documenti giudiziari;
- aumento del valore delle aziende legate a Novamont: il gruppo avrebbe mirato ad accrescere la propria valutazione economica eliminando un concorrente e migliorando così la posizione di mercato di Novamont;
- posticipazione della necessità di ricapitalizzazione di Novamont: con debiti significativi, la strategia avrebbe incluso il tentativo di ritardare la necessità di nuovi investimenti in Novamont eliminando Bio-On, l’unico serio concorrente nel mercato dei biopolimeri completamente biodegradabili.