Palermo, dopo Brandizzo, Firenze, Suviana. Cinque operai morti per esalazioni tossiche. Un sesto molto grave. Non fanno in tempo ad asciugarsi le lacrime di familiari e colleghi delle vittime di una strage sul lavoro che se ne verifica un’altra. Sono crimini frutto della politica di appalto e subappalto, di lavoro precario e interinale, di intensificazione dei ritmi e dei carichi di lavoro, di abbattimento dei costi della sicurezza sul lavoro (fra cui i DPI e le attrezzature di sicurezza come autorespiratori, rivelatori di gas nocivi, etc.), di non rispetto delle normative e delle procedure (come quelle esistenti per gli spazi confinati) praticata da padroni e padroncini, con gravissime responsabilità dei committenti privati e pubblici. Una politica per il profitto, accompagnata dai tagli alle spese sanitarie per la sicurezza sul lavoro, mentre crescono continuamente le spese militari, che è fatta propria dal governo reazionario di Meloni che non vuole “disturbare” i vampiri del lavoro vivo e copre i loro crimini, come dimostra la contrarietà all’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Ciò ha come inevitabile risultato la drammatica impennata della mattanza dei lavoratori: 380 omicidi sul lavoro dall’inizio dell’anno al 6 maggio. L’incremento degli omicidi e degli infortuni sui luoghi di lavoro, delle malattie professionali, è in relazione diretta con l’intensificazione e il prolungamento dello sfruttamento della forza-lavoro che avviene in fabbrica, nei cantieri, nell’agricoltura, nei trasporti, nei servizi… Le condizioni lavoro e di vita dei proletari sono in netto peggioramento sotto ogni aspetto: salari da fame, licenziamenti di massa, precarietà e flessibilità esasperata, a cui si aggiungono gli effetti delle controriforme delle pensioni, imposte da governi borghesi di ogni colore, che portano lavoratori anziani a morire sui luoghi di lavoro. Di queste condizioni sono corresponsabili i capi delle sigle sindacali che per lunghi anni hanno favorito con la loro politica di collaborazione di classe la distruzione dei diritti operai.Per difendere la salute e la sicurezza degli operai non basta invocare più controlli, che suonano come una beffa visto che per il governo la vita di un operaio vale 20 crediti nella “patente a punti”. E nemmeno servono le firme per referendum interclassisti “boomerang”.La salute e la sicurezza di chi produce la ricchezza sociale dipendono dai rapporti di forza tra le classi, dunque dalla lotta e dall’organizzazione dei proletari che hanno interessi antagonisti a quelli dei capitalisti. Senza l’azione diretta dei lavoratori, accompagnata dalla mobilitazione dell’intero movimento operaio e sindacale, l’insieme delle normative in materia di sicurezza rimarrà lettera morta o servirà ad abbellire la facciata dell’impresa capitalistica, e gli omicidi sul lavoro aumenteranno ancora.Dobbiamo fermare la mano assassina del capitalismo rompendo con la subalternità alla logica dell’impresa che rende la salute e la sicurezza e dei lavoratori negoziabili e monetizzabili, se non completamente negate.Occorre costruire comitati di lotta nei luoghi di lavoro e sul territorio, bloccare immediatamente la produzione e la circolazione delle merci, le operazioni di manutenzione, se non ci sono adeguate condizioni di sicurezza. Il fattore fondamentale per tutelare la salute e la vita operaia è l’iniziativa, la partecipazione in prima persona, l’unità di azione dal basso, l’azione di lotta che colpisce il padrone dove gli fa più male: l’estrazione di plusvalore.Per difendere la salute e la sicurezza, per non essere carne da macello, bisogna andare al di là di scioperi parziali di categoria e lavorare per realizzare un vero sciopero generale per cacciare il governo delle stragi sul lavoro, della miseria, dell’autoritarismo e della guerra imperialista.Oggi più che mai è necessaria una linea di lotta e unità di classe, legata alla prospettiva dell’abolizione di un sistema moribondo e parassitario, per conquistare l’emancipazione della classe operaia e delle masse lavoratrici. Di qui l’importanza decisiva della ricostituzione del Partito comunista. Organizziamoci e lottiamo per una società fondata sulla proprietà comune dei mezzi di produzione, la società socialista! 6 maggio 2024 Militanza Comunista ToscanaPiattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia |
Commenti Facebook