“In una sanità a forte connotazione femminile, l’avvicinarsi del 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, assume una enorme valenza. Le cronache di questi giorni, dopo l’efferato femminicidio di Giulia Cecchettin, hanno scosso, se ancora ce ne fosse bisogno, le coscienze degli italiani” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute. “Le violenze che avvengono tra mura domestiche, tra gli affetti più cari si sommano a quelle che spesso le donne impegnate nella sanità, che formano nel SSN quasi il 70% degli organici, subiscono sul luogo di lavoro. Minacce, aggressioni, forme più o meno accentuate di molestie e mobbing le espongono costantemente a rischi fisici e psicologici. Abbiamo dovuto contare tra le fila degli operatori sanitari anche vittime di brutali comportamenti come la psichiatra Barbara Capovani, morta lo scorso aprile in seguito all’aggressione subita da un suo paziente presso l’Ospedale Santa Chiara di Pisa. E proprio pochi giorni fa in Calabria, una dottoressa in servizio presso la guardia medica di Santa Cristina in Aspromonte è stata uccisa, vittima di un agguato a colpi di fucile. Può bastare – prosegue il sindacalista – solo la volontà incessante di insegnare il rispetto verso le donne? Ce lo chiediamo rilanciando anche noi la richiesta di sensibilizzare tutti sul ruolo determinante ed unico che le donne svolgono in ambito famigliare e nel mondo del lavoro. Dove, sembra pleonastico ripeterlo, diritti e dignità, devono assolutamente essere equiparati a quelli degli uomini. Chiediamo alle nostre iscritte e i nostri iscritti, ma anche a tutti coloro che sabato 25 novembre lavoreranno in ambito sanitario, di indossare un fiocco rosso sulla propria divisa o portare sul viso un piccolo segno disegnato del medesimo colore, che è quello dell’amore che non deve mai sfociare in violenza” conclude Giuliano.
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