L’appello di Radicali Italiani al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte:
“Come Radicali abbiamo espresso più volte dure critiche per le politiche economiche portate avanti dai due governi Conte e, in particolare, su reddito di cittadinanza e quota cento. Storicamente siamo stati i primi a denunciare l’insostenibilità del debito pubblico italiano, basta cercare in rete il comizio di Marco Pannella: Bologna, 23 giugno 1983, sono passati trentasette anni.
Sappiamo bene quali sono i problemi del nostro Paese: questioni irrisolte e vizi italiani che hanno minato profondamente la nostra credibilità agli occhi dei partner europei, tanto da rendere faticosa ogni trattativa a livello comunitario. Tuttavia in questi giorni ci troviamo ad affrontare una situazione ben diversa. La crisi economica dovuta al coronavirus non è paragonabile a quella del 2008 e del 2011; oggi, infatti, sta colpendo tutti mentre la precedente si era abbattuta solo sulle economie meno “virtuose”. Per questo alla crisi attuale bisogna rispondere con politiche che, oltre a essere forti, siano comuni.
L’unica istituzione dell’Unione che continua a ergersi, così come nel 2011, a vera istituzione pan-europea è la Banca centrale. Eppure, una politica monetaria espansiva questa volta da sola non basterà. Non possiamo che esprimere apprezzamento per la lettera che il presidente Conte ha inviato, insieme ad altri leader europei come Macron e Sánchez, al presidente del Consiglio d’Europa Charles Michel, per chiedere di lavorare a uno strumento di debito comune. A sfide eccezionali vanno date risposte straordinarie e gli eurobond vi rientrano.
Il successivo Consiglio d’Europa non è stato all’altezza della crisi. La spaccatura tra i paesi ‘virtuosi’ del Nord e quelli ‘spendaccioni’ del Sud evidenzia, ancora una volta, come l’Europa intergovernativa non sia adatta a rispondere in modo veloce e adeguato ai grandi shock. La crisi che stiamo affrontando deve essere l’occasione per andare verso il completamento del progetto della moneta unica, attraverso la costruzione di una capacità fiscale dell’eurozona. Un debito nuovo e comune. Per quello vecchio ogni paese continui ad agire in autonomia. Se non lo facciamo ora, quando?
Entro 14 giorni dovranno essere presentate all’Eurogruppo proposte che tengano conto dell’impatto senza precedenti della pandemia. Noi Radicali Italiani immaginiamo un percorso in due fasi. Con la prima, si chieda subito l’emissione di “coronabond” da parte della Banca europea per gli investimenti, per fronteggiare l’emergenza. Con la fase successiva, nel medio periodo, si invitino gli Stati membri a dare indicazione delle competenze economiche e sociali che sarebbero disposti a trasferire all’Europa per arrivare a una politica fiscale comune, questa sì condizione necessaria per emettere ‘eurobond’. Un sentiero a due velocità: uno strumento per affrontare immediatamente le conseguenze economiche e finanziarie della diffusione del covid-19 e, a seguire, un’iniziativa che ci metta sulla giusta direzione per arrivare a una Patria europea.
A Conte chiediamo di non fermarsi alla prima proposta e di fare un passo ulteriore. Ora o mai più. Se falliamo, perché gli Stati membri non riusciranno neppure in questa condizione a superare divisioni e diffidenze, significherà che, probabilmente, non lo faranno mai. Chi prima di questa pandemia urlava lo slogan ‘Europa sì, anche così’ dovrà velocemente ricredersi. Servono gli Stati Uniti d’Europa, adesso”.