In una società che si nutre di spettacolo, i media fanno spettacolo quotidiano usa e getta e di conseguenza, gli utenti finali, sopratutto i più giovani, restano intrappolati all’interno di cliché ben precisi.
Nulla di cui stupirsi. L’informazione funziona così.
Poco saggio farne lo specchio su cui misurare la propria bellezza, eppure sempre meno adolescenti (e non solo, di eterne adolescenti ne esistono a bizzeffe) non sanno uscire dalla fascinazione del circo mediatico, rischiando di divenirne una mera variabile dipendente.
Un pericolo chiamato “rete”
L’informazione, al tempo del web, costruisce reti attraverso le quale circolano in tempo reale, foto, audio, video, cronache.
Il diktat impone ragazze da copertina ovunque, in una perenne sfida di bellezza, a tratti “violenta”, dove ogni singolo dettaglio può diventare molto importante e distruggere una persona.
Uscire dagli stereotipi non è facile, fa parte di un processo di controcultura che richiede coraggio e una personalità in grado di inventare una moda femminile, un’idea di bellezza ed un modo di essere meno legato all’aspetto fisico.
Approfondiamo il tema con la Dottoressa Rosaria Myriam Bozzone, Responsabile unità operativa ambulatoriale del Fatebenefratelli.
Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma con il massimo dei voti (110/110 e lode), ha conseguito il Diploma post laurea quadriennale in Medicina Estetica presso la Scuola della Fondazione Internazionale Fatebenefratelli del Prof Carlo Alberto Bartoletti.
Dottoressa Bozzone, secondo lei di questi tempi e con queste premesse è “facile” essere adolescenti?
Non deve essere facile, perché con i social network tutto è stato stravolto, la loro stessa vita è stravolta, così come il modo di vedere le cose e percepire sé stessi e il proprio corpo.
E non solo: ad un uomo o una donna di qualsiasi età è richiesto di essere piacente. Mai come oggi siamo confrontati all’immagine. Quel che predomina all’interno di questi canali è infatti fortemente legato al concetto di bellezza, perché ciò che non è bello non piace e i social sono basati sull’apprezzamento, sui like e sul numero di followers, perché senza interazione il fenomeno perde di senso e popolarità. Ebbene, in un luogo così, dove per poter piacere è necessario sottoporsi al giudizio degli altri e superare brillantemente le prove del confronto, tanto più i modelli proposti sono legati a canoni di bellezza irraggiungibili, tanto più il gioco non lascia margini di vittoria e la frustrazione sale. Oggi su Instagram è possibile trovare un numero sempre più copioso di cloni di Adriana Lima o Irina Shayk i cui profili vantano migliaia di followers e like da paura. Eppure ci si chiede? Chi sono? Per non parlare di tutti quei personaggi che senza i social probabilmente sarebbero senza arte né parte, a chiunque abbia costruito il suo impero partendo dai selfie, sorretto dal vizioso gioco del pollice su.
Quindi, da un lato facciamo tutti un bel ripetere che la bellezza non conta, che è qualcosa di transitorio e che proprio per questa sua precarietà temporale dobbiamo guardare altro, dall’altra i modelli proposti come vincenti sono questi. Quelli di chi si spara le pose, delle fashion blogger, di quelli che si riprendono dicendo cose stupide.
E’ difficile trovare qualcosa di profondo e duraturo in un mezzo di comunicazione imperniato sull’apparenza. Ed è ancora più difficile per i giovani, quelli già costretti ad affrontare il difficile passaggio all’età adulta dove la percezione del proprio corpo è strettamente legata all’autostima
Prima dell’avvento dei social, non c’era questa continua costrizione al confronto con figure quasi ideali: i problemi di fondo dell’adolescenza erano banalizzati ai brufoli e all’accettazione di un corpo che cambia, ma se l’acne era il male sociale, era diffuso e quindi relativo.
Oggi non può esistere e se esiste il photoshop lo deve togliere subito. Ogni imperfezione oscurata. Capite come per un adolescente può essere deleterio.
Sui social si tralasciano aspetti fondamentali della personalità come la dignità, l’empatia e tutto quel coinvolgimento emotivo che si crea tra le persone nella vita reale. Si ignorano il carattere, il temperamento, la voce, la gestualità ed ogni espressione di unicità che ci rende particolari e diversi da tutti gli altri.
La bellezza ha sempre avuto un’importanza straordinaria eppure oggi è stata eletta a fenomeno di massa e questo è fuorviante.
La bellezza non è solo quello che vediamo, ma anche quello che sentiamo e che proviamo di fronte ad una persona o ad una cosa e questi sono sentimenti e sensazioni che trascendono da un giudizio estetico.
Il ruolo di un medico estetico è anche quello di insegnare ai pazienti a conoscere ed accettare le strutture fisiche ereditate e i normali processi di invecchiamento per proteggerle e gestirle secondo regole di vita alimentare, fisica, cosmetologica,
Concluderei questo articolo citando una bellissima frase di Céline:
Se lei non è più bella, ebbene tanto peggio! Ci arrangeremo! Ho conservato tanto della sua bellezza in me, così viva, così calda che ne ho ancora per tutti e due e per almeno vent’ anni ancora, il tempo di arrivare alla fine.
Per informazioni:Dottoressa Bozzone: via Vittoria Colonna 32. Numero di telefono 06 45492075