L’allarme dato dagli abitanti di alcune zone del centro storico cittadino, già nelle scorse settimane aveva portato all’intervento da parte dei poliziotti della locale Questura, impegnati in via Vallicaldi, la zona fra la via Atenea, il salotto cittadino, e piazza Ravanusella, dove nel corso di quest’ultima operazione – che ha visto in azione decine di poliziotti che hanno cinturato e rastrellato la zona, con l’ausilio di unità cinofile – sono state perquisite una decina di abitazioni. In particolare, l’attenzione si è concentrata sui migranti ghanesi e i nigeriani che abitano la zona e che gestirebbero lo spaccio al minuto di stupefacenti.
Dopo le operazioni di polizia dei giorni scorsi, com’è ovvio, gli spacciatori si sono fatti più cauti, senza per questo rinunciare ai loro traffici illeciti.
L’operazione di polizia non è stato un fulmine a ciel sereno per chi abita da queste parti dove da tempo si notano inequivocabili segnali di crescente degrado. Dario Peretti, investigatore privato, della Dps investigazioni di Agrigento, che ha maturato in tanti anni di esperienza una competenza elevata sulla tecnologia investigativa, anche per quanto riguarda le problematiche relative ai minori, nell’esprimere apprezzamento per le forze dell’ordine per le attività di contrasto allo spaccio di stupefacenti, fa comunque notare come la zona sotto la Via Atenea sia diventata “Zona Franca”.
“Occorrono azioni più forti” – afferma Peretti. Come prevenire e scoraggiare il fenomeno dello spaccio? In diverse città, che soffrono delle stesse nostre criticità, ottimi risultati sono stati raggiunti anche grazie all’installazione di telecamere di sorveglianza. La moderna tecnologia ci offre oggi adeguati strumenti che ci permettono, sin dalle prime avvisaglie, di evitare che si creino i presupposti per il moltiplicarsi di zone franche. Un altro discorso quello che riguarda la tutela dei nostri figli, dove è necessario trasformare l’apprensione e l’allarme dei genitori in azioni positive, a iniziare da quelle che si possono adottare già all’interno della famiglia, al primo sospetto che un minore stia percorrendo una strada sbagliata. E i mezzi, anche a questo proposito, come ne avevamo parlato in passato con lo stesso Peretti, non mancano.