Intervista di Gian J. Morici

Martorana, all’epoca sottufficiale dei Carabinieri, iniziò a collaborare con il Giudice Borsellino dall’omicidio del Capitano Basile fino al 18 Luglio 1992.
Martorana, lei nel corso della sua carriera ha conosciuto Paolo Borsellino. Leggiamo spesso chi cita i nomi dei due giudici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ricordandone le qualità professionali…
- Ho avuto l’onore e la fortuna di conoscere il Giudice Borsellino sia dal punto di vista professionale che umano… Leggo spesso – a volte a proposito e altre a sproposito – frasi e pensieri attribuite al Dott. Borsellino, in particolare rispetto l’attività professionale svolta dallo stesso, decontestualizzandole e adattandole agli argomenti che si vorrebbero supportare…Più che gli aspetti professionali, essendogli stato vicino per anni, mi piace ricordare quelli umani…
Chi era l’uomo Paolo Borsellino?
- Il Dott. Borsellino era un uomo semplice, amava il rapporto umano. Eravamo entrambi del segno zodiacale Capricorno… Con lui andavo molto d’accordo, lo capivo alla sua espressione, al suo movimento, al punto tale che un pomeriggio che si trovava a casa e si era innervosito, appena sono salito a casa sua esternò la frase: “Andiamo Salvo, solo Salvo mi capisce e non mi fa innervosire”.
Capitava anche che io e mia moglie, sempre la stessa Rosy, organizzavamo una cena con amici miei fidatissimi ed invitavo i coniugi Borsellino. Conoscendo i gusti del Giudice organizzavo in locali rustici e semplici. Amava la cucina semplice, i nostri piatti tipici…Un giorno, quando si trovava all’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, si era fatto tardi, decidemmo così di recarci in una trattoria nelle vicinanze, quella delle sorelle Cecilia. Era una trattoria storica, con un arredo molto semplice, con le classiche sedie di paglia… Con me c’era anche il mio collega Enzo La Colla, con il quale facevo coppia lavorativa. Uscimmo in modo riservato, dalla parte retro del Tribunale, e ci recammo in quella trattoria… fave, melenzane, pasta con il sugo, vino sfuso dalla botte… Borsellino era felice… Piccoli momenti che gli permettevano di staccarsi un attimo dal lavoro…
Borsellino amava il mare…
- Sì, lo amava moltissimo…Mi torna in mente la sua espressione di gioia quando mi disse: “Salvo passa da casa alle 16, dobbiamo andare in Via Francesco Crispi, di fronte al porto di Palermo… devo comprare una barca… lì si farà trovare il Giudice Guarnotta che conosce il proprietario di un negozio…” Nella mia mente immaginavo una grande barca, una di quelle delle quali tanti parvenu palermitani facevano sfoggio, tenendole per lo più all’ancora dentro al porto… ma anche in questo Borsellino era un uomo semplice, un uomo che guardava all’essenziale, a ciò che gli piaceva e che riteneva utile senza darsi le arie che tanti, troppi, si danno… Entrammo nel negozio e scelse una barchetta piccolissima di resina… era felice… Il negoziante la fece poi pervenire a Villagrazia di Carini presso la villa del suocero, Sua Ecc. Piraino Leto, dove villeggiavano Borsellino con la moglie Agnese e i loro tre gioielli, i figli Lucia, Manfredi e Fiammetta, che amavo e che amo. Ho tantissimi ricordi dell’umo semplice ed umano. Una mattina io e mia moglie, con la mia auto , andammo a prendere i coniugi Borsellino. Siamo passati dal Giudice Falcone con la sua Alfa Sud di colore paglierino, per recarci a Piazza Indipendenza dove avevamo appuntamento con altri magistrati… uno dei due con baffi, l’altro senza, di cui non ricordo i nomi ma solo il cognome Scaduto… ci recammo all’acquedotto di Scillato dove i custodi della fonte dell’acqua avevano organizzato una scampagnata molto rustica. Quel giorno, la semplicità della giornata, il luogo, il cibo, misero a tutti allegria… cantavamo tutti, con uno dei due Scaduto che suonava la chitarra…
A parte i momenti conviviali, quasi di spensieratezza, sicuramente non sono mancati i momenti di apprensione…
- Il Dott. Borsellino era un Uomo di grande umiltà e temeva per la sua famiglia. Ricordo che nell’anno 1988, mi viene in mente la Domenica 31 Luglio, ci recammo al Consiglio Superiore della Magistratura per l’audizione tra Falcone e Meli. A Palermo Borsellino non aveva scorta, così mi pagai il biglietto aereo…Alcuni giorni prima, all’insaputa del marito, mi aveva chiamato la Signora Agnese Piraino Leto e Lepanto (donna altrettanto umile, fiera e paziente). Mi disse: “Salvo, mio marito non ha la scorta a Palermo… adesso che andremo a Villagrazia di Carini per un paio di settimane, sarà solo come un cane…”
Le dissi di stare tranquilla, che ci avrei pensato io… la Signora mi pregò di non fare il suo nome… Come si erano permessi di lasciarlo solo? Corsi dal Comandante della Legione Sicilia Occidentale, Colonnello Antonio Subranni, che stava salutando il Capitano Obinu, il quale comandava il Ros di Palermo. Vedendomi arrivare, entrambi, preoccupati, esclamarono: “Martorana che ci fai qui? Cosa è successo?” Con toni alti e senza salutare risposi: “Mi avete lasciato solo il Dott. Borsellino… senza scorta solo come un cane…”
Subranni si preoccupò e davanti a me e ad Obinu chiamò il comandante provinciale dell’epoca per avere notizie. “Martorana – mi disse Subranni -, la prefettura ha stabilito questo, ma siamo in periodo estivo e il personale in parte è in licenza ed altri sono programmati; te la senti da solo di stargli vicino? Intanto il comandante di gruppo provvederà al meglio”.
Risposi che mi sarei preso un’auto, un M12 con due caricatori, la mia pistola di ordinanza e la mia pistola cal. 38, e mi recai dal Comandante di Compagnia e Stazione di Carini per sollecitare la vigilanza con le autoradio di turno .
“Non andrò in ferie”. riferii alla Signora Agnese, aggiungendo al marito che da solo non poteva rimanere e che con loro ci sarei rimasto io tutta l’estate. Quando si spostavano a Marina Longa, con la massima discrezione, non li lasciavo mai, innervosendomi talvolta con la compagnia di Carini.
Con Borsellino nel tempo si era creato un rapporto di massima fiducia, tanto che a novembre scrisse due lettere a tutte le autorità dicendo che rinunciava alla vigilanza sotto casa, alla scorta a Palermo, e di volere accanto solo il carabiniere Martorana Salvatore, di cieca fiducia personale e dei suoi familiari.

Lei ha condotto attività investigative…
- Certo, così come tanti altri bravi colleghi dei vari corpi di polizia…Durante la mia carriera, sia dal Nucleo Investigativo, attraversando le varie sezioni, che al comando antimafia neo costituito dal Capitano Angiolo Pellegrini (ROS), ebbi modo, a seguito di svariate indagini, di trarre in arresto tanti mafiosi, sequestrare armi e droga… attività per le quali ho ottenuto più encomi ed elogi…
Ha condotto indagini e effettuato arresti di “peso” nel mondo della criminalità organizzata?
- Tutte le indagini e gli arresti sono importanti, anche quelli all’apparenza insignificanti, poiché gli sviluppi sono sempre imprevedibili… Comunque, tanto per citare qualche nome, ricordo il figlio di Buscetta, Michele Greco detto il Papa… i traffici di droga dei Buccafusca, i Marchesi, Maugeri di Catania, il Capo di Roccamena e altri…Non mi piace molto ripercorrere questi aspetti, le tante sofferenze e difficoltà vissute in un territorio omertoso…
Di cosa si occupa attualmente?
- Sono Dott. in Scienze Psicologiche e Dott. In Criminologia, Presidente dell’Accademia delle Scienze Estere, Presidente dell’ISPE Scuola di Formazione Professionale Accreditata Regione Sicilia, Provider Lincoln University College Malesiana -e Provider Westbrook University USA, nonchè Sottufficiale dell’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione di Palermo e Gran Croce Ordine Bizantino del Santo Sepolcro di Malta.
Il Dott. Martorana ha voluto evitare di parlare degli aspetti investigativi della sua carriera, degli arresti effettuati e degli episodi più significativi, ma su questo argomento proveremo a tornare con una prossima intervista…

