
Una delusione amorosa che porta un pensionato sardo davanti al Gup con l’accusa di estorsione.
A darne notizia il giornale online “La Nuova Provincia”.
Un pensionato sardo viene contattato via Messenger da una avvenente donna con la quale inizia una di quelle chat nel più dei casi rappresenta il preambolo della “truffa romantica”.
Uno dei raggiri più dolorosi poiché colpisce la sfera dei sentimenti di chi, dopo avere accettato una richiesta di amicizia, crea un legame così intenso da fargli credere di vivere quella che appare come una travolgente storia d’amore.
La storia d’amore di solito finisce nel momento in cui il partner o la partner virtuale improvvisamente spariscono dopo aver truffato alla vittima somme di denaro, anche ingenti, accampando le più svariate motivazioni e richieste di aiuto.
Nel solo 2021 le somme sottratte ammontavano ad euro 4.500.000.
Ma torniamo al nostro pensionato sardo.
La “fidanzata virtuale” non chiede nulla, non vuole soldi, e forse proprio per questo l’uomo cade nella trappola.
La donna (probabilmente un uomo delle organizzazioni criminali che operano in particolare nei Paesi dell’Africa occidentale), dopo i primi scambi di messaggi, che nel tempo si arricchiscono di particolari sempre più intimi, anziché chiedere un aiuto economico è così innamorata di lui da volergli fare un regalo.
Chiede dunque gli estremi della carta e i suoi dati per un piccolo dono di 200 euro che in effetti viene accreditato sulla Postepay della vittima.
Nessun tentativo di svuotargli il conto.
Ma che vittima è colui il quale ha una “fidanzata virtuale” che gli fa anche dei regali?
È presto detto.
Ottenuti i dati della carta l’amata sparisce di scena, e poco dopo all’uomo cominciano ad arrivare avvisi di garanzia da tutta Italia.
La sua Postepay è stata utilizzata per ricevere gli accrediti di diverse vittime di “sex extortion” (estorsione sessuale) messe in atto dalla sua “fidanzata virtuale”.
Un altro uomo, di 45 anni, “viene contattato via Messenger da una avvenente donna di cui conosce solo le foto del profilo e le parole scritte in chat. La donna lo seduce fino a spingerlo ad uno scambio di foto e video particolarmente intimi. Ma quelli inviati dalla donna sono “rubati” al mondo del porno mentre quelle dell’astigiano sono genuine. Una volta inviate le sue foto e i video in circostanze molto intime, la donna gli chiede soldi a fronte della minaccia di diffondere il materiale a tutti i suoi contatti di Facebook. A quel punto l’uomo cede e versa su una carta Postepay una somma di poco meno di mille euro. E poi va a fare denuncia”.
Gli investigatori – come è logico – fanno indagini sull’intestazione della Postepay e risalgono al pensionato sardo che viene indagato per estorsione.
Una truffa che ha visto vittima non il solo astigiano 45enne, ma più persone, visto che “gli investigatori hanno tracciato versamenti per oltre 40 mila euro in meno di due mesi con la carta che viene svuotata il giorno stesso dell’accredito da parte delle vittime prendendo la via di conti domiciliati in Costa d’Avorio e in altre nazioni dell’Africa”.
Il pensionato sardo – vittima dell’anomala “truffa romantica” al contrario – è stato rappresentato dal legale di fiducia, l’avvocato Jacopo Evangelista che ha ottenuto per il suo cliente una sentenza di non luogo a procedere dopo aver dimostrato che anche il suo assistito era in realtà una vittima.
Certamente il dono dei 200 euro non ripagheranno l’uomo dell’amaro in bocca per la perdita di quella donna tanto innamorata da avergli voluto fare un regalo, ma si spera che storie come questa inducano le persone a essere più caute nell’approccio con sconosciuti che utilizzano i social per commettere truffe o altri reati.
Non è tutto oro quel che luccica, e persino una innamorata e generosa “fidanzata virtuale” può essere tutt’altro da ciò che si vede nelle immagini e dalle parole sensuali o amorevoli che scrive in chat.
Gjm