Gli Autonoleggiatori Italiani Riuniti e la decisione del ministero di presentare appello contro la sospensione del decreto sul Foglio di Servizio Elettronico decisa dal Tar del Lazio: “La giustizia italiana gli ha dato più volte torto, ma lui continua a spendere tempo e soldi pubblici per fare la guerra agli Ncc”
Roma, 20 febbraio 2025. “Il ministro Salvini continua imperterrito la sua guerra agli Ncc, malgrado le sue misure siano già state bocciate più volte dalla giustizia: diversi Tar, la Corte di Cassazione e perfino la Corte Costituzionale hanno già smontato le norme discriminatorie contro il settore Ncc. Viene da chiedersi: perché questo accanimento?”.
A dirlo è il Comitato nazionale Air, Autonoleggiatori Italiani Riuniti, criticando la decisione del Ministero dei Trasporti di presentare appello cautelare al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar del Lazio del 16 gennaio 2025, che ha sospeso il decreto interministeriale sul Foglio di Servizio Elettronico per il noleggio con conducente.
“Una decisione che appare ancora più surreale – continua il Comitato Air – se si considera cheil prossimo 4 giugno è atteso un nuovo pronunciamento del Tar del Lazio proprio sul Foglio di Servizio Elettronico. Perché continuare a ignorare le sentenze? Perché ostinarsi a sprecare denaro pubblico e tempo in una guerra anti Ncc, quando in Italia ci sono ben altre emergenze nei trasporti, come i treni cronicamente in ritardo? Lo chiediamo direttamente al Ministro Salvini: perché?”.
“Temiamo che dietro questa battaglia ideologica si nascondano interessi elettorali – dicono dal Comitato Air – per esempio a favore dei tassisti amici del ministro. ‘A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca’, diceva Giulio Andreotti. E questo accanimento di Salvini sembra confermarlo”.
“Noi – concludono gli Ncc – continueremo a difendere con forza i diritti delle imprese di noleggio con conducente, opponendosi a provvedimenti ingiusti e chiedendo al Governo di occuparsi delle vere priorità del Paese invece di condurre battaglie ideologiche contro un settore importante dell’economia italiana”.