L’Organizzazione sottolinea come 1 miliardo di minori in tutto il mondo ogni anno sia colpito dalla violenza, tra cui l’abuso fisico, sessuale, emotivo e l’abbandono, quasi un bambino su cinque (in totale 473 milioni) nel 2023 viveva in una zona di guerra con una media di 31 bambini mutilati o uccisi ogni giorno, mentre uno su 50 è stato costretto a fuggire. La comunità internazionale realizzi sistemi di protezione dell’infanzia a livello globale
“Il grido di allarme di Papa Francesco oggi, al Summit Internazionale sui diritti dei bambini, è anche il nostro e auspichiamo che il suo messaggio arrivi forte alla comunità internazionale affinché metta in cima all’agenda politica la realizzazione di sistemi di protezione dell’infanzia che garantiscano ai tanti bambini, bambine, ragazzi e ragazze, che vivono in contesti di guerra o colpiti da crisi climatiche, vittime di abusi e sfruttamento, l’accesso ai diritti che spettano loro. Solo così potremo garantire loro una crescita sana, la realizzazione dei loro talenti, l’aspirazione a un futuro libero da violenze, l’ascolto delle loro voci affinché siano agenti di cambiamento e parte attiva della crescita della propria comunità. Perché un mondo che non investe sui bambini, non investe sul proprio futuro” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children, in occasione del Summit Internazionale sui diritti dei bambini in corso oggi a Roma e voluto da Papa Francesco.
L’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, sottolinea come circa un miliardo di minori in tutto il mondo ogni anno è colpito dalla violenza, tra cui l’abuso fisico, sessuale, emotivo e l’abbandono[1], 9 milioni sono vittime di matrimoni forzati[2] e 160 milioni tra i 5 e i 17 anni sono coinvolti a livello globale nello sfruttamento lavorativo, di cui quasi la metà, 79 milioni, costretti a svolgere lavori duri e pericolosi. Inoltre, nel 2024, circa 103 milioni di bambini in età scolare, ovvero uno su tre, che vivono in 34 dei Paesi classificati dalla Banca Mondiale come in conflitto o fragili, non hanno avuto accesso all’ istruzione[3], quasi un bambino su cinque (in totale 473 milioni di bambini) nel 2023 viveva in una zona di guerra con una media di 31 bambini mutilati o uccisi ogni giorno[4], mentre uno su 50 è stato costretto a fuggire, il doppio rispetto a dieci anni fa[5]. Solo in Italia tra il 2014 e il 2024 sono arrivati via mare, 127.662 minori stranieri non accompagnati (MSNA)[6], sempre più coinvolti nelle migrazioni. Inoltre, nel mondonel 2023, sono nati più di 17.6 milioni di bambini destinati a soffrire la fame, un quinto in più rispetto al 2013, pari a 1 bambino affamato ogni 2 secondi [7]. E la situazione non è del tutto rosea neanche in Italia, dove sono 1 milione 295mila i minori in povertà assoluta – il 13,8% del totale[8] – e circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare[9], ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni.
“È trascorso poco più di un secolo da quando Eglantyne Jebb, la fondatrice di Save the Children, ha redatto la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, adottata nel 1924 a Ginevra da parte della Società delle Nazioni, un rivoluzionario documento nel quale si affermava per la prima volta l’esistenza di diritti specifici per i più piccoli, da quello all’istruzione, alla protezione, al cibo e alla sicurezza dallo sfruttamento. Nonostante i tanti progressi compiuti nell’ultimo secolo, ancora oggi assistiamo a continue violazioni dei diritti dei minori, mentre le disuguaglianze aumentano e in alcuni contesti le situazioni peggiorano. Abbiamo il dovere, ogni giorno, di mettere i bambini, i loro diritti, le loro speranze, al centro del dibattito internazionale e contribuire ad accendere i riflettori sulla necessità di moltiplicare gli sforzi a tutela dell’infanzia nel mondo” ha concluso Daniela Fatarella.