Testo e foto di Diego Romeo
Quarat’anni fa il musical “Forza venite gente” e cinquant’anni fa “Caino e Abele”: il regista Ariele Vincenti si dimostra un eccellente recuperante di questi musical che più buonisti non si può. “Caino e Abele” di Tony Cucchiara ,poi, divinamente realista come la Bibbia attraversa i giardini del Bene e del Male con intangibile e sempiterna attualità.. Stanno tutti li, imperituri, Caino, Giuda, Giovanna D’Arco,, San Francesco, Giulietta e Romeo, Martin Luther King, Anna Frank in una successione di sequenze come agghiaccianti metafore che si ripetono sotto tutti i cieli. Con questo musical, costato 60mila euro, il Teatro Pirandello apre la scena della stagione 2024-2025 e ci traghetta verso l’Agrigento capitale della cultura omaggiando l’agrigentino Tony Cucchiara troppo presto dimenticato da una città infingarda. Francamente non ricordiamo più certi dettagli della messinscena di 50 anni fa, ma il regista ci assicura nelle note di regia che “ simultaneamente alle canzoni, i personaggi saranno rievocati con una recitazione moderna e realista attraverso innesti drammaturgici frutto di un accurato studio biografico e contestuale”. Non si fa fatica a credergli visto il risultato, mentre rimane impietosamente sospeso l’interrogativo sui fiumi di sangue che attraversano il Vecchio Continente che continua ad essere “il letto dell’Ade”, secondo Euripide.