Questo è quanto denuncia il papà di uno dei due bambini, il giornalista Biagio Maimone.
È grave quanto accaduto a questi due bambini che si sono visti escludere da una gita a Varazze, organizzata dal Centro Estivo del Comune di Assago.
Un’esclusione che ha creato una disuguaglianza che è sinonimo di diritti negati.
Un comportamento discriminatorio denunciato dal giornalista Biagio Maimone, al quale va la nostra solidarietà, nella speranza che fatti di questo genere non abbiano più a verificarsi.
“Lo scrivente – scrive Maimone – desidera, innanzitutto, sottolineare che il proprio impegno giornalistico, teso all’affermazione dei diritti umani e, in modo precipuo, dei diritti dell’infanzia, motiva la propria decisione di rendere noto un comportamento discriminatorio nei confronti di due bambini, i quali sono stati esclusi, in modo non certamente comprensibile, da una gita a Varazze, organizzata dal Centro Estivo del Comune di Assago, per il periodo decorrente dal 1 al 6 luglio 2024.
E’ ben noto a tutti che i bambini siano espressione di tenerezza, di sensibilità e di delicatezza, che identificano l’infanzia e rendono doveroso da parte di tutti che ad essa sia dovuto rispetto e amore.
E’ scritto nelle leggi formulate dalle Istituzioni, espressione di civiltà e cultura umana, ed è scritto nel cuore dell’essere umano evoluto moralmente.
In Italia, in Europa e nei Paesi più progrediti vige una legislazione in materia di tutela dell’infanzia molto ampia e molto efficace.
Infinite Organizzazioni ed Associazioni, dislocate in ogni territorio dell’universo, si prendono cura dell’infanzia e della loro tutela, ratificando di essa l’ineludibile valore sacro.
Non si comprende come l’organismo interessato e preposto del Comune di Assago abbia consentito l’esclusione di due bambini da una gita tanto attesa, creando in loro un senso profondo di smarrimento per essere stati estromessi con una motivazione davvero molto vaga ed ambigua.
Si tratta di due bambini, di cui uno è il figlio dello scrivente, che, relativamente all’accaduto, ha scritto una lettera al Comune di Assago, la cui risposta è molto carente per quanto attiene la specificazione della motivazione che ha sorretto la scelta dell’esclusione dei due bambini.
Non vi è stata, in sostanza, una comunicazione puntuale e precisa, ed anche formale, dei dettami del regolamento che disciplinava la gita, che non indicava quale fosse il limite massimo del numero dei bambini che ad essa potevano partecipare, ma unicamente il periodo in cui far ricadere l’iscrizione.
La decisione assunta di far partecipare alla gita solo 50 bambini non è stata comunicata per iscritto, come doveroso perché essa fosse conosciuta dagli interessati.
La richiesta dello scrivente di spiegazioni in merito all’esclusione dei due bambini, peraltro, non ha trovato una risposta esaustiva.
Quel che è certo e che assume enorme rilievo è che sono stati esclusi due bambini, solo due bambini, generando in essi un senso di delusione e di derisione.
Il figlio dello scrivente, iscritto nei tempi previsti, perché è stato escluso?
La lettera che il Comune di Assago ha fatto pervenire allo scrivente veicola, innanzitutto, una comunicazione sorretta da freddezza, da vuoto umano e non porge le scuse al bambino escluso, ma fa riferimento esclusivamente ad un regolamento che, omettendo la chiarezza imprescindibile dei suoi contenuti, ha creato confusione ed esclusione arbitraria.
Lo scrivente si prefigge di approfondire le reali motivazioni dell’esclusione, che ha creato disorientamento, non solo perché scaturente dall’adozione di un provvedimento di natura antipedagogica in quanto elude i valori educativi e formativi che devono sorreggere la relazione con l’infanzia, ma anche perché espressione di un comportamento disumano.
Il Comune di Assago, che è un’Istituzione, ha il dovere di essere testimonianza di valori profondi, tra cui il rispetto della dignità della persona, e, in questo caso, dell’infanzia.
Smarrimento e delusione hanno pervaso anche l’animo dei genitori dei due bambini esclusi, ancor più proprio in quanto è stata lesa la loro fiducia nelle Istituzioni.
Lo scrivente, per tale motivo, farà appello allo Stato italiano, alla Costituzione, alla democrazia, ai valori dell’infanzia, che appare essere stata calpestata da un gesto di esclusione ingiustificata, che fa pensare ad un gesto di natura vandalica.
Bullismo, forse?
Spiace dover affermare che non crea sicurezza essere cittadini di un Comune che giustifica l’esclusione dei bambini e deride, nel contempo, i loro genitori.
Lo scrivente farà appello anche ai propri colleghi giornalisti, al loro senso di giustizia, di obiettività e coerenza affinchè collaborino nella condanna di tale gesto, affinché tale condanna diventi monito per tutti a non porre in essere azioni dirette all’esclusione e alla derisione all’infanzia.
Infliggere il dolore dell’esclusione ai bambini significa prefiggersi che essi soffrano!
I bambini non devono subire il male che vive nel cuore di adulti privi del senso di giustizia e, soprattutto, incapaci di amore e rispetto per i bambini.
Vi è stata, attraverso l’esclusione dei due bambini, l’attestazione dell’esistenza di un vuoto di civiltà, di un vuoto di cultura umana e soprattutto di un vuoto spirituale, che rinnega il valore sacro e non negoziabile dell’infanzia, alla quale sono dovuti rispetto e amore.
L’ impegno giornalistico dello scrivente è, per sua intrinseca natura, finalizzato a far luce relativamente a fatti e vicende di varia natura che si verificano nel contesto sociale ed umano della società.
Nel caso specifico, oltre a fotografare un modo certamente non equo di operare, discriminatorio e da condannare, lo scrivente è personalmente partecipe di un’ iniquità che non deve passare sotto silenzio per essere rivolta ad alcuni bambini che non hanno maturato gli strumenti per comprendere, considerata la loro tenera età, la mentalità del sopruso e dell’ingiustizia, espressa da chi vuole che viva l’emarginazione e l’esclusione, addirittura nel mondo dell’infanzia.
L’esclusione dei bambini dalla partecipazione alla gita a Varazze, organizzata dal Centro Estivo del Comune di Assago, ha determinato sicuramente una discriminazione che non trova alcuna giustificazione.
La legislazione in materia di tutela dell’infanzia è molto ampia.
Stupisce che il Comune di Assago, direttamente interessato relativamente alla gestione del Centro Estivo, non conosca le leggi sancite dalla nostra Costituzione a favore della tutela dell’infanzia. Stupisce ancor più proprio in quanto il Comune di Assago è un’Istituzione, il cui compito prioritario è prendersi cura dei propri cittadini, soprattutto quando essi sono ancora bambini.
Occorre ricordare il diritto dei bambini di essere “presi sul serio” (principio sancito dalla Convenzione ONU, che fonda il diritto all’ascolto e alla partecipazione dei bambini) e , pertanto, il diritto a non essere ingannati e raggirati.
Tra i diritti che tutelano l’infanzia rilievo primario assume il diritto alla verità.
La Costituzione Italiana, inoltre, ha ratificato precise norme che non possono essere eluse.
Lo scrivente sottolinea, altresì, che i bambini esclusi attendevano la gita con allegria. Ai bambini non si può negare di vivere momenti aggregativi e spensierati con altri bambini, con cui giocare allegramente.
L’infanzia esige rispetto e amore, considerato che essa è il momento fondamentale della formazione dell’animo umano, che non può essere inficiato da soprusi e azioni lesive della dignità umana, in quanto, in tal modo, si turba il processo educativo e si possono creare ferite difficili da sanare. Il rispetto della tenerezza, che vive nell’animo dei bambini, è espressione di civiltà ed è sancito dalle leggi vigenti. Chi esclude i bambini non può essere giustificato perché umilia chi è troppo piccolo per poter comprendere e, nel contempo, difendersi dai gesti rozzi di alcune persone adulte, dalla loro incapacità di amare e rispettare la sensibilità dell’animo di chi compie i primi passi sul sentiero della vita
Si chiede, pertanto, al Sindaco del Comune di Assago che vengano formulate le scuse, in modo formale, con lettera scritta, ad ogni bambino escluso senza motivazione dalla gita prevista, quasi si trattasse di uno scarto e non di un bambino sacro ed inviolabile, nel cui cuore vive l’amore disincantato e profondo e quell’innocenza che nessuno deve turbare con gesti di violenza morale, che denotano solo miseria umana.
Si chiede, nel contempo, al Comune di Assago di individuare i responsabili di tale esclusione e di fare chiarezza in merito alla vicenda, che offusca l’immagine del medesimo Comune, in quanto esso amministra la vita dei cittadini di Assago, i cittadini adulti ed i cittadini che muovono i loro primi passi nel percorso della vita umana, perché bambini, a cui donare valori umani mediante contenuti educativi vitali, sorretti dalla pedagogia dell’amore.
Lo scrivente, in veste di genitore, continuerà ad impegnarsi fino a quando non sarà fatta giustizia: è il dovere di un genitore che guarda con attenzione amorevole alla crescita del proprio figlio.
Si attende una risposta seria e veritiera da parte del Sindaco del Comune di Assago.
Vi è stato un errore palese ed il Comune ne prenda coscienza perché chi lo ha commesso ha escluso due bambini da una gita tanto attesa, umiliandoli.
In veste di genitore, inoltre – conclude Maimone -, lo scrivente rende noto al Comune di Assago che, qualora fosse necessario, andrà fino in fondo per affermare il diritto del rispetto dell’infanzia e, nel contempo, della dignità umana del proprio figlio”.