Intervista di Diego Romeo
—Enzo Randazzo Presidente del Premio Internazionale Navarro e del Convegno Studi Navarriani da una vita ti occupi di Emanuele Navarro della Miraglia. Oltre ad avere pubblicato, nel 1973, Cultura tradizionale e verismo ne “La Nana” di Emanuele Navarro della Miraglia, hai organizzato e presieduto quindici edizioni del Premio Internazionale Navarro e ben VIII Convegni di studi Navarriani, , nonché la riduzione teatrale de “La Nana”. Quando e com’è nato questo tuo interesse per Emanuele Navarro della Miraglia?
— È stato subito un amore a prima vista. Mi sono appassionato alla sua dinamica attività di organizzatore culturale, alla sua vasta e ricca produzione letteraria, e continuo ad interessarmene fino ad oggi con crescente convinzione. In particolare mi ha sempre appassionato “La Nana”, di cui ho curato una rid. Teatrale, che abbiamo messo in scenaal Teatro L’Idea di Sambuca ed in tanti altri teatri siciliani.
— Ci sono delle esperienze nella formazione di Navarro , nel suo lavoro, nella sua vita, anche politica, che consideri propedeutiche o comunque importanti per consentirgli di svolgere nel migliore dei modi un ruolo attivo nella cultura europea della seconda metà dell’Ottocento?
—Nonostante una solida amicizia familiare con il Crispi, con la politica non ha molta fortuna. Candidatosi nel Collegio di Sciacca (1870 e 1880), viene battuto due volte da Saverio Friscia. Parigi e Milano segnano la sua formazione e la sua carriera letteraria. All’indomani dell’Unità d’Italia, approda in Francia, nel 1864, grazie all’interessamento di Alexandre Dumas, direttore del giornale napoletano l’Indipendente, al quale Navarro ha collaborato per qualche anno. L’aria parigina, città di grande fermento culturale, gli offre la possibilità di ampliare i propri orizzonti e di fare amicizie prestigiose.. Nei primi mesi del 1872, Navarro fa ritorno in Italia stabilendosi a Milano, dove rimane fino alla primavera del ’78 e dove frequenta Luigi Capuana e Giovanni Verga, negli anni in cui nasce il Verismo, quindi a Firenze, dove fonda La Fronda, e infine a Roma, dove insegna Letteratura Francese all’Istituto Superiore Femminile di Magistero di Roma. .
—: Qual è il messaggio più innovativo del Navarro?
—Ambientandola “La Nana” nel mondo rurale siciliano, del quale offre una rappresentazione esaustiva e intrigante, Navarro racconta una vicenda emblematica, risolta in maniera rivoluzionaria. Protagonista del racconto è la bellissima e giunonica popolana Rosaria Passalacqua, detta “La Nana” poiché figlia di un nano, sedotta e abbandonata dal galantuomo Pietro Gigelli. A dispetto di ogni sicula consuetudine, la Nana trova un pretendente disposto a sposarla nel “borgese” Rosolino Cacioppo, che perdona l’illecito sessuale di Rosaria, scartando la scontata soluzione del delitto d’onore, tanto caro alla letteratura siciliana. Questi valori legano Emanuele Navarro all’Europa, aprono al processo di relativizzazione della morale sessuale siciliana, che ritroveremo anche in Pirandello, ma fanno di Rosaria Passalacqua un’antesignana di Franca Viola come di Rosolino Cacioppo un precursore di Giuseppe Ruisi, che, un secolo dopo, sconfiggeranno la violenza del matrimonio riparatore, dopo il rapimento e lo stupro, unendosi coraggiosamente in matrimonio. Valori espliciti anche in “Filosofia coniugale” e in “Filosofia paterna”, in cui, precursore di Tararà, Ciampa, Martino Lori, l’illecito sessuale, invece che suscitare effetti tragici, viene assorbito nella sfera della spiritualità
— A quali conclusioni ti hanno portato le tue ricerche e i tuoi studi?
— In tutte le sue opere Emanuele Navarro della Miraglia dimostra di essere un grande conoscitore dell’animo, degli appetiti e delle passioni che determinano l’agire umano; uno scrittore che si misura con le nuove regole del capitalismo di fine Ottocento, antesignano della nostra modernità. Narratore di estrazione naturalistica, ama presentare i suoi personaggi nei loro ambienti di vita quotidiana; preannuncia il nucleo centrale della storia, per poi svilupparlo visivamente.
—Secondo te, a Navarro, cosa riserva il futuro?
— L’interesse per Emanuele Navarro della Miraglia appare in crescita. A lui finora è toccato solo uno spicchio di lettori e di gloria. magari, a quasi un secolo della sua scomparsa, è giunto il momento di fargli giustizia e di ritagliargli il legittimo spazio che merita nella nostra storia letteraria. In molti cominciamo ad augurarcelo e a pensarlo.
—Quale contributo potreste dare ad “Agrigento Capitale della Cultura 2025”?– –
–Da oltre un ventennio il Team del Premio Letterario Navarro, in sinergia con Lions Club Sambuca Belice, la Presidenza dell’Ars, il Centro di studi filologici Siciliani, Sicilibanca, Adranon, Sicilia, my Love, la Fondazione Sicana, esplica iniziative finalizzate alla promozione della letteratura e alla valorizzazione del talento emergente. In vista dell’evento “Agrigento capitale della cultura 2025”, ci piacerebbe dare il nostro contributo a promuovere questo grande evento attraverso momenti culturali, tesi a far conoscere e apprezzare il patrimonio storico – archeologico della città e della provincia di Agrigento in ambito nazionale e internazionale. È nostro desiderio, altresì, che il Premio Letterario Navarro diventi un punto di riferimento e un veicolo attraverso il quale Agrigento possa esprimere tutto il suo potenziale culturale, focalizzando la modernità e l’attualità del pensiero e delle opere di Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Emanuele Navarro della Miraglia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Enzo Lauretta, Antonio Russello, Rosso di San Secondo, Andrea Camilleri ed altre voci rappresentative. Siamo convinti che questa collaborazione possa generare un impatto significativo e positivo, creando una sinergia basata sulla promozione della cultura e dei connessi valori di identità, pace, coesistenza, giustizia, solidarietà, integrazione, libertà.