Roma, 05/03/2024: “Ho appena depositato un’interrogazione al Ministro dell’Università e della Ricerca in merito alla situazione riguardante l’università di Gorazde, con sede in Bosnia Erzegovina. Secondo quanto riportato dalla stampa, infatti, l’università di Gorazde, in collaborazione con il Dipartimento degli studi europei “Jean Monnet”, rilascia lauree in Medicina e professioni sanitarie con lezioni esclusivamente online. L’università però non risulta accreditata in Italia e i titoli rilasciati non sono riconosciuti nel nostro Paese. Pertanto ho chiesto al Ministro quali siano le sue valutazioni e se riterrà necessario avviare le opportune verifiche per fare chiarezza su quanto emerso”. Lo afferma in una nota la senatrice di Forza Italia, Daniela Ternullo.
“Ricordo che nell’anno accademico 2022/2023, tra gli iscritti a questa università, figuravano anche alcuni giovani studenti siciliani, il cui status attuale è fonte di preoccupazione per le loro famiglie – continua la Senatrice. È emerso che i ‘laureati’ finora non hanno potuto iscriversi agli Ordini professionali di destinazione, nonostante i costi sostenuti per l’iscrizione e gli studi. La situazione è ancora più grave considerando che l’università di Gorazde non è mai stata accreditata né in Italia né in Bosnia Erzegovina. Nonostante le collaborazioni con aziende sanitarie convenzionate con il sistema sanitario nazionale italiano, gli studenti adesso si ritrovano con un pugno di mosche in mano e l’incertezza sul riconoscimento dei loro titoli di studio”.
Secondo quanto riferito dal presidente dell’Ordine interprovinciale di fisioterapia Palermo-Trapani, Rosario Fiolo, l’iscrizione all’Ordine può avvenire solo tramite un titolo di studio italiano o tramite un decreto ministeriale di riconoscimento del titolo ad personam.
“La situazione denunciata è estremamente allarmante e richiede un intervento tempestivo e deciso – conclude Ternullo. È fondamentale perciò garantire la legalità e la qualità dell’istruzione superiore, così come la tutela degli studenti che hanno investito tempo e risorse in percorsi formativi che al momento, sembrano non avere alcun riconoscimento legale”.