La sospensione dei fondi al principale fornitore di aiuti per i palestinesi a Gaza e nella regione rischia di avere un impatto sull’assistenza salvavita di oltre due milioni di persone, la metà dei quali sono bambini
Alla luce della catastrofe umanitaria in corso a Gaza e dell’avanzata israeliana su Rafah, l’ultimo rifugio per oltre 1,5 milioni di civili palestinesi, le organizzazioni umanitarie International Rescue Committee, Norwegian Refugee Council, CARE International, Plan International, Mercy Corps, Oxfam, Save the Children esprimono profonda preoccupazione per l’attuale e potenziale sospensione futura dei finanziamenti per l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA). La sospensione dei finanziamenti da parte degli Stati donatori al principale fornitore di aiuti per milioni di palestinesi a Gaza e nella regione, in un momento in cui la carestia incombe e le epidemie stanno peggiorando, avrà un impatto sull’assistenza salvavita di oltre due milioni di civili, la metà dei quali sono bambini che dipendono dagli aiuti dell’UNRWA a Gaza.
Mentre l’Assemblea Generale si riunisce per discutere la situazione nei Territori Occupati, le Organizzazioni firmatarie esortano gli Stati membri a prendere atto che nessun’altra agenzia umanitaria può replicare il ruolo centrale dell’UNRWA nella risposta umanitaria a Gaza, e nel corso della crisi attuale molte faranno fatica anche solo a mantenere la loro posizione e le loro operazioni senza la collaborazione e il sostegno dell’UNRWA. Considerando l’urgenza della situazione, se le sospensioni dei finanziamenti non verranno revocate, il rischio di un completo collasso della già limitata risposta umanitaria, con conseguenti perdite evitabili di vite umane a Gaza, diventerà ancora più probabile.
È importante garantire un’indagine approfondita sulle gravi accuse mosse dalle autorità israeliane secondo cui 12 dipendenti dell’UNRWA avrebbero partecipato direttamente agli attacchi del 7 ottobre, e garantire piena trasparenza e responsabilità in futuro. Ma le indagini e qualsiasi successiva misura di responsabilità non devono far fallire il lavoro fondamentale e salvavita dell’UNRWA a Gaza e in tutta la regione.
L’UNRWA è il più grande fornitore di aiuti umanitari a Gaza. La realtà è che il ruolo umanitario dell’UNRWA in questa crisi è indispensabile – inclusa, ma non limitata alla fornitura di servizi sanitari ed educativi, fornitura di cibo e acqua, supporto psicosociale e gestione dei rifiuti solidi – e non può essere nemmeno lontanamente sostituito da nessun’altra organizzazione umanitaria. Le organizzazioni non governative hanno chiarito che non sono in grado di sostituire o assorbire il ruolo dell’UNRWA, soprattutto nel contesto attuale di crisi.
Inoltre, il proseguimento delle attività dell’UNRWA è essenziale per il loro lavoro di soccorso. Come sottolineato dal Coordinatore degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite, la risposta umanitaria nei Territori palestinesi occupati dipende dal fatto che l’UNRWA sia adeguatamente finanziata e operativa ed è fondamentale che venga revocata la decisione di trattenere i fondi all’agenzia, che impiega più di 13.000 dipendenti a Gaza, di cui 158 sono stati uccisi dall’inizio dei combattimenti. Qualsiasi pausa o sospensione dei finanziamenti pone inoltre grossi problemi alla missione dell’UNRWA e ai suoi oltre 30.000 dipendenti in tutta la regione, che servono quasi sei milioni di rifugiati palestinesi che vivono nei Territori palestinesi occupati e in tutta la regione. Con favore sono accolti gli impegni attuali degli Stati membri che hanno continuato a fornire contributi all’UNRWA e di coloro che hanno assunto nuovi impegni. È imperativo che tutti i donatori riprendano il sostegno all’UNRWA il più rapidamente possibile per evitare conseguenze dannose per l’operazione di aiuto a Gaza in questo momento critico.
Oltre 1 milione di sfollati palestinesi si stanno rifugiando nelle strutture dell’UNRWA in tutta Gaza. I 13.000 dipendenti dell’UNRWA a Gaza superano di gran lunga la capacità collettiva del resto del settore umanitario nel territorio. Il loro ruolo nel facilitare e fornire aiuti umanitari salvavita su larga scala durante questa crisi è stato eroico. La fornitura da parte dell’UNRWA di alloggi vitali, cibo e servizi di base come i servizi igienico-sanitari, così come l’uso delle infrastrutture da parte di altre organizzazioni umanitarie, è insostituibile. Il personale dell’UNRWA ha dovuto affrontare condizioni quasi impossibili per mesi: oltre ai 158 membri del personale dell’UNRWA uccisi durante le ostilità in corso, almeno 404 persone che avevano trovato rifugio in strutture dell’UNRWA sono state uccise durante le ostilità; i feriti sono quasi 1.400; e 155 strutture dell’UNRWA sono state danneggiate. Gli operatori dell’UNRWA continuano a servire la loro comunità in mezzo a questa violenza senza precedenti. La sospensione dei finanziamenti avrà implicazioni regionali più ampie che devono essere attentamente considerate. Oltre a Gaza, l’UNRWA opera in altre 4 località (Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, Libano, Siria, Giordania) dove fornisce servizi essenziali come istruzione e assistenza sanitaria.
In occasione della riunione dell’Assemblea Generale, le ONG firmatarie esortano gli Stati membri a riaffermare il loro sostegno al lavoro vitale che l’UNRWA e i suoi partner svolgono per aiutare i palestinesi a sopravvivere a una delle peggiori catastrofi umanitarie dei nostri tempi. Anche se la responsabilità è cruciale e dovrebbe essere sostenuta un’indagine rigorosa e credibile sulle accuse, ciò può e deve essere raggiunto senza devastare ulteriormente la popolazione civile di Gaza.
• International Rescue Committee
• Norwegian Refugee Council
• CARE International
• Plan International
• Mercy Corps
• Oxfam
• Save the Children