Se Iosif Aleksandrovič Brodskij anziché essere insignito del Premio Nobel per la letteratura perchè poeta, saggista e drammaturgo, fosse stato l’estensore di articoli del codice penale, qualche giornalista si sarebbe dovuto rassegnare a trascorrere un lungo lasso di tempo nelle patrie galere.
“Ci sono crimini peggiori del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli”, diceva Brodskij.
Anni fa, il direttore di un quotidiano online agrigentino, alla domanda posta nel corso di un’intervista da parte di un suo collaboratore che chiedeva quale libro avrebbe letto durante le vacanze estive, rispose: Nessuno, non ho mai letto un libro in vita mia e me ne vanto.
La mia risposta all’intervista fu: Caro amico, non era necessario fare questa precisazione, era palese…
Stendiamo un velo pietoso sulle origini della testata della quale il giornalista è direttore; su quali ditte acquistavano spazi pubblicitari (compreso chi per decenni ha fatto il bello e il cattivo tempo, elargendo posti di lavoro a parenti di politici e appartenenti alle istituzioni), e stendiamo un ulteriore pietoso velo sulla costante difesa dei potenti di turno, con tanto di foto pubblicate negli articoli a sua firma, di “bicchierate” di vino e “coppole” in testa, con soggetti, purtroppo per loro, finiti per un po’ di anni ad alloggiare a spese dello Stato.
L’ennesima occasione per ritagliarsi un momento di visibilità e dimostrare di esistere scendendo in campo in difesa del Signor Prefetto di Agrigento (ma Sua Eccellenza ha bisogno di difensori? Ritengo di no), un comunicato stampa della Prefettura in merito alla riunione tenutasi il 23 gennaio 2023, su iniziativa del Prefetto di Agrigento, con i Sindaci della provincia, “sul tema degli atti intimidatori agli amministratori locali allo scopo di un esame congiunto degli ultimi episodi verificatisi ai danni dei primi cittadini per una riflessione sulle cause alla base dei suddetti episodi e sul contesto in cui maturano questi fenomeni”.
In questo contesto, mentre alcuni sindaci facevano cenno “agli attentati intimidatori subiti e denunciati negli ultimi mesi, altri, quali il Sindaco del Comune capoluogo, hanno rappresentato nel dettaglio gli episodi di gogna mediatica cui sono stati vittime negli anni di sindacatura in relazione alle scelte di governo operate.
Si è affrontato anche il tema della stampa locale quale leva per strumentalizzare il dissenso nei confronti dei Sindaci in carica, degli attacchi sui social network che raggiungono livelli di violenza verbale inaccettabili”.
Un’accusa generica quella di strumentalizzare il dissenso, che nasce semmai dalle condizioni in cui versano alcuni Comuni, che ha visto la Prefettura voler ribadire la vicinanza della stessa alle istanze di aiuto e collaborazione dei primi cittadini, esortandoli “ad utilizzare in maniera più consapevole gli strumenti allo stato vigenti nell’ordinamento giuridico, utili se non al contrasto dell’aggressivitá verbale, almeno al contenimento del generale clima di violenza, quali il regolamento di Polizia Urbana, essenziale ai fini della programmazione di politiche di sicurezza integrata e all’attuazione di interventi in grado di incidere concretamente sull’ordine pubblico, quali il Daspo urbano”.
Poco chiaro se l’eventuale Daspo urbano debba riguardare autori di articoli, chi fa satira e chi commenta sui social (con una veloce ricerca non ho trovato nulla in merito all’eventuale applicazione per i suddetti motivi), ma tantè che a seguito di qualche nota di dissenso sui social e una dell’Assostampa che ha solidarizzato con i colleghi giornalisti, il nostro esimio giornalista si è precipitato a scendere in campo in difesa del Signor Prefetto (o del Sindaco?), avvertendolo di essere stato preso di mira e di correre chissà quali rischi: “Sua Eccellenza, mi permetta di dire: occhio”.
Qualora le cose stessero come rassegnato dal sindaco di Agrigento nel corso dell’incontro sul tema degli atti intimidatori agli amministratori locali, bene avrebbe fatto l’illustre primo cittadino a denunciare i “malfattori” che lo avrebbero messo alla gogna – si presume con scritti diffamatori – anziché, con inutile piagnisteo, sollecitare l’intervento delle massime autorità dell’ordine e della sicurezza pubblica a volere intervenire.
Dello sproloquio del signor giornalista, va evidenziato come “a tal proposito, l’Assostampa che è intervenuta a favore della libertà contro la quale Sua Eccellenza non ha vietato un bel nulla, farebbe meglio a guardare presso i propri iscritti chi, come detto sopra, si trasforma in una sorta di dott. Jekyll e Mr. Hyde”.
Caro amico, forse a differenza tua che ti fai vanto di non aver mai letto un libro in vita tua, altri giornalisti sanno leggere e ben comprendono il significato di ciò che leggono.
Diceva Umberto Eco che si può essere colti sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro, e dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai.
Ma caro amico, non devi preoccuparti, e tanto non ti preoccupi da essertene fatto vanto.
E ancora una volta sul fatto che tu non abbia mai letto un libro, aggiungo: Non era necessario che tu lo precisassi…
Gjm