Palermo 5 gennaio 2024 – “Il Fondo di Sviluppo e Coesione è stato utilizzato dai politici del centrodestra non per creare opere sviluppo e infrastrutture, ma per alimentare una politica di bassissimo livello. Lo scippo di 5 miliardi alla Sicilia nella manovra finanziaria del governo Meloni ne è la palese dimostrazione e vede la complicità, tra gli altri, del ministro Musumeci, allora presidente della Regione e del presidente del Senato La Russa”.
A dichiararlo e la senatrice del Movimento 5 Stelle Ketty Damante a proposito delle risorse sottratte alla Sicilia dal governo Meloni nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e non solo.
“La nostra Regione – spiega Damante – ha già perso oltre un miliardo dei fondi del Piano di Sviluppo e Coesione 14 -20 perché l’allora presidente Musumeci, non è stato capace di spendere o possibilmente ha optato di restituire a Roma magari per ricevere in cambio una poltrona più prestigiosa, come quella che occupa oggi. Inoltre i 5 miliardi di euro di ammanco per le casse della nostra Regione di cui giustamente parla la CGIL, potrebbero essere anche di più se si considera che si tratta di un calcolo che ha come base 6 miliardi e 800 milioni di euro relativi all’accordo di Sviluppo e Coesione, mitigati dalla manovra Meloni, peccato però che nei fatti quell’accordo sarà sottoscritto solo tra marzo e aprile 2024, previo un impegno di spesa immediato, senza considerare il ruolo del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica che dovrà verificare quali altre somme si possono recuperare e quanto dovrà contribuire la Regione Siciliana per il ponte sullo Stretto. Serviranno quindi progetti già pronti e immediatamente cantierabili. Praticamente un’utopia per la nostra Regione, specialmente per le regole stringenti che ha imposto il ministro Fitto con il cosiddetto DL Sud. In questo scenario assistiamo al silenzio del presidente della Regione Schifani che evidentemente non alza alcuna barricata con i suoi compagni di partito, compiacendoli per evitare l’impugnativa alla sua norma sulle province. Una norma che non si tradurrà in servizi per i siciliani, ma in ulteriori poltrone da distribuire ai partiti che lo sostengono” – conclude Damante.