Le “teste” – così come venivano indicati gli schiavi nei contratti dei genovesi e veneziani che nel Medioevo erano dediti al commercio di esseri umani – oggi non è più necessario andare a cercarle nelle colonie o toglierle agli ottomani che le avevano come prede di guerra.
Se ancora rimane la schiavitù di colore nelle campagne – ad opera di caporali e sfruttatori – in linea di massima è venuto meno il veto a rendere schiavi soggetti che siano cristiani.
Non c’è discriminazione alcuna, neri, bianchi, musulmani o cristiani, atei o buddisti, nella veste di nuovi schiavi vanno tutti bene, specie se a renderli schiavi è lo Stato.
Nel 2019, nacque il Reddito di Cittadinanza (RdC), una misura di contrasto alla povertà che aveva lo scopo di garantire un sostegno economico a integrazione dei redditi familiari, associato a un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale alle fasce più deboli del paese.
Una legge nata male e forse applicata peggio, che comunque garantì un minimo di sostentamento a tutte quelle famiglie che versavano in condizioni di assoluta povertà.
Inutile dire che non mancarono i “furbetti” del RdC, ovvero coloro ai quali non sarebbe spettato ma che invece riuscirono ad ottenerlo truffando lo Stato.
I “furbetti” divennero ben presto il cavallo di battaglia di quella politica populista che ha bisogno di creare il nemico degli italiani per ottenere consenso elettorale.
Dai “furbetti” ai “fannulloni” (ovvero coloro che percependo il RdC non avevano alcuna voglia di lavorare), il passo fu breve, così come la soluzione: abolire il Reddito di Cittadinanza!
Un po’ come a dire che siccome ci sono i falsi invalidi, dovremmo abolire le pensioni di invalidità.
E che dire dei tanti parlamentari che percepiscono vitalizi o pensioni – secondo il bilancio della Camera e del Senato riferito agli anni 2020 e 2019, appena 135,5 milioni l’anno di spesa -, in cambio di pochi anni di servizio (prima del 1997 era sufficiente un solo giorno)?
Anche nel mondo parlamentare non mancano e non sono mancati i furbetti.
Da coloro che votavano seppure assenti, ai “dormienti” in aula, a chi in Parlamento è comparso meno volte della stella di Betlemme, eppure mai nessuno ha pensato di abolire le pensioni ai parlamentari.
L’Italia è comunque un paese civile, e sarebbe stato dunque impensabile non creare un nuovo “ammortizzatore sociale” che permettesse alle famiglie più povere di sopravvivere, almeno per un anno in attesa di qualche nuova norma chiamata con un diverso nome: il Supporto per formazione e lavoro.
Il Sfl è un’indennità mensile di 350 euro riconosciuta a soggetti “occupabili” di età compresa tra 18 e 59 anni, che si trovano in condizioni di povertà assoluta, una sorta di rimborso economico previsto purchè si svolga attività di politica attiva del lavoro.
Ne abbiamo parlato con *Giuseppe, ex percettore di RdC di Agrigento.
- Giuseppe, lei ha percepito il Reddito di Cittadinanza fino a luglio di quest’anno, quando per gli occupabili di età compresa tra 18 e 59, come era stato stabilito dalla Manovra di bilancio 2023, le è stato sospeso…
- Sì. Io, così come gli altri, da quella data ci siamo trovati a non avere nessun aiuto, tranne quel po’ di spesa che ci danno le associazioni caritatevoli…
- Quanto percepiva con il RdC?
- Mi davano 500 euro al mese… Una cifra che mi faceva campare senza chiedere niente ad amici e conoscenti.
- Lavora?
- Ho cercato lavoro da tanto tempo, ma sono ancora disoccupato… Anzi, a dire la verità lavoro 16 ore la settimana…
- Ha dunque un part time… Sicuramente meglio del RdC. Il lavoro, qualunque esso sia, dà dignità e garantisce, oltre lo stipendio, anche tutti gli altri benefici di legge. Malattia, disoccupazione, contributi…
- Dignità? Per lei è dignitoso chiedere aiuto anche ai vicini di casa per comprare un poco di spesa? È dignitoso non avere un euro e stare con a speranza di trovare chi ti compra mezzo chilo di pane?
- Giuseppe, mi perdoni, ha detto che lavora 16 ore la settimana…
- Lavoro, ma non mi paga nessuno.
- Si spieghi meglio, fa volontariato?
- Quando mi hanno levato il RdC mi hanno chiamato dal Comune per dirmi che dovevo lavorare per continuare a prendere il reddito. Una cosa che chiamano PUC (Progetti Utili alla collettività, ai quali i beneficiari RdC sono tenuti ad aderire – ndr). Ora lavoro 16 ore alla settimana ma non mi paga nessuno.
- Da quanto tempo è stato inserito nel PUC?
- Dai primi di agosto. Due mesi di lavoro… Niente reddito, niente soldi, solo lavoro… in questi giorni ho letto di un agrigentino che ha scritto non so a quale televisione dicendo che gli avevano tolto il reddito e che voleva ammazzarsi. Io non voglio arrivare a queste cose, ma non è giusto che non solo tolgono gli aiuti, ma ci fanno lavorare pure gratis. Di cosa dobbiamo campare? Si parla di lavoro nero, che non è giusto, che pagano poco e non versano contributi, e poi loro cosa fanno? Ci fanno lavorare gratis e aspettiamo di prendere 350 euro, non si sa quando, lavorando 16 ore alla settimana? Meglio il lavoro nero, anche in campagna… pagano di più, o forse la stessa cosa, ma almeno pagano, e se le cose vanno male uno può fare la denuncia e farsi pagare e versare i contributi..
Effettivamente quello che dice Giuseppe un fondo di verità ce l’ha. Lo Stato da una parte sembra voler contrastare il fenomeno del lavoro nero, dall’altra si sostituisce al privato che sfrutta la manodopera, senza neppure che il lavoratore possa rivalersi sulla parte datoriale.
- Però il Governo ha previsto anche una misura per far fronte all’inflazione. Una spesa meno cara con i prezzi bloccati per tre mesi, il cosiddetto “carrello tricolore”…
- Sì, e con che cosa la faccio la spesa se non mi pagano?
- Alla Esselunga, un ministro che si è recato a far la spesa, postando foto e video sul suo profilo social, ha commentato così: “Niente pesche, ma tanta roba! Le domeniche belle all’Esselunga”. Ci sono anche le foto mentre prende le castagne dal banco…
- Non so chi è questo, ma mi fa piacere per lui che poverino ha dovuto aspettare questo carrello tricolore per comprarsi le castagne… Sicuramente prende meno di 350 euro… Io manco la pasta posso comprare… (per rimanere in tema di castagne, vorremmo riportare il riferimento di Giuseppe ai marroni, suoi e di altri, ma non è il caso).
- Quindi cosa farà?
- Non lo so…
*Giuseppe è il nome di fantasia che abbiamo dato al nostro interlocutore, il quale teme ripercussioni se solo si azzarda a lamentarsi. Giuseppe ha circa 50 anni e non è scolarizzato, le sue risposte alle nostre domande sono state in siciliano e abbiamo quindi dovuto riportarle in italiano.
Resta da capire chi pagherà le ore di lavoro che Giuseppe sta facendo, e su questo aspetto torneremo dopo aver chiesto lumi a chi di competenza.
Quanti Giuseppe ci sono oggi in Italia? C’è da sperare che nessuno faccia gesti inconsulti, come quello minacciato dall’altro agrigentino che ha inviato una lettera a Mediaset, ed è riguardo questo aspetto che abbiamo posto la nostra ultima domanda a Giuseppe:
- Giuseppe, secondo lei c’è il rischio che qualcuno oggi si trovi a dover prendere la decisione minacciata dal suo concittadino?
- Ho paura che chi non può mangiare decide di ammazzarsi. Se succede, tutti quelli che erano contenti che ci hanno tolto il reddito è giusto che pensano alla loro cattiveria. Poi vanno in chiesa e pregano… ma una cosa la so… mi piace che anche i miei paesani che erano contro di noi che avevamo il reddito, devono trovarsi a campare come me. Non dico senza soldi… lavorare senza essere pagati… Io non voglio che loro fanno la stessa cosa, non è giusto anche se loro sono stati così…Mi accontento che gli danno 350 euro al mese, anche senza farli lavorare, e con quelli ci campano, fanno la spesa, pagano la luce, e poi vediamo che dicono…
- Gian J. Morici