È scattata nel pomeriggio del 25 aprile allorché personale della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato di Verona sono intervenuti nel capoluogo, in via Aquileia nr. 22 per una ipotesi di omicidio in famiglia.
Infatti, poco prima delle 17.00 del medesimo giorno, un uomo di 55 anni, veronese, con precedenti per reati contro la persona e stupefacenti, aveva contattato telefonicamente il numero di pubblica utilità “117” riferendo, in evidente stato di agitazione, di aver compiuto, la sera precedente, l’omicidio dei genitori. Nel corso della telefonata l’uomo riferiva di aver vagato tutta la notte per la città e di trovarsi in quel momento in via Don Nicola Mazza, proprio nei pressi della sede delle Fiamme Gialle scaligere. Lo stesso veniva subito raggiunto da una pattuglia della Sezione Operativa Pronto Impiego della Guardia di Finanza, unitamente alla quale si recava presso l’abitazione dei genitori dove apriva la porta e consentiva così ai militari di verificare l’effettiva presenza di due corpi esanimi giacenti in estese chiazze di sangue.
I Finanzieri notiziavano immediatamente il Sostituto Procuratore di turno presso la locale Procura della Repubblica, Dott.ssa Elvira Vitulli e richiedevano l’urgente intervento della Polizia Scientifica della Questura di Verona per i necessari rilievi tecnici, assicurando che la scena del crimine non fosse compromessa. Il personale specializzato della Polizia Scientifica, alla presenza del predetto magistrato di turno e del Capo della Squadra Mobile, Carlo Bartelli, hanno quindi effettuato i rilievi necessari all’acquisizione degli elementi probatori indispensabili agli sviluppi processuali.
Sono seguite ulteriori immediate indagini per consolidare gli indizi di colpevolezza anche attraverso l’interrogatorio dell’uomo ad opera del Pubblico Ministero in esito al quale l’indagato è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario aggravato dalla contestualizzazione domestica.
Le ipotesi al vaglio degli investigatori circa il movente dell’omicidio si muovono nel contesto dell’uso e maneggio degli stupefacenti con mirate indagini che si appuntano in particolare sulle ricostruzioni degli ultimi minuti di vita delle vittime.
La persona sottoposta a fermo, infatti, figlio unico della coppia, da tempo non viveva più con i genitori pur mantenendo con loro rapporti per soddisfare le proprie esigenze quotidiane.
Nelle prossime ore è prevista l’udienza di convalida.
La responsabilità penale dell’indagato sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti dello stesso vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.