Il Benessere della vita[1]
di Salvatore Nocera Bracco
Nel concetto di Prevenzione è implicito il fatto che la salute si ottiene, o si mantiene, prevenendo l’insorgenza delle malattie. Tuttavia, un conto è far sì che le malattie non si manifestino (il che prevede interventi e strategie specifiche della Prevenzione medica), un conto è valorizzare, per aumentarla, la salute delle persone, cercando di agire, amplificandole, sulle risorse che possono mettere in gioco, prime fra tutte quelle del loro essere persona. Un conto è curare – appunto, nel senso di to cure – un conto è prevenire che è meglio di curare – appunto – un conto è agire per amplificare e fondare ancora di più il benessere della vita, che poi, a pensarci, è la vera essenza della Cura, nel senso di to care. – Il fatto è che di questo benessere della vita sono pochi ad esserne consapevoli. La maggior parte di noi è continuamente impegnato, momento per momento, nella migliore delle ipotesi:
Prevenzione e promozione della salute. E spesso illudendosi di tamponare il proprio malessere con soluzioni che invece lo accrescono, attraverso per esempio l’uso di sostanze – farmaci compresi – che al massimo alleviano, ma non risolvono affatto. È necessario curare, laddove la malattia si manifesta; ma prima di curare è necessario prevenire, mettendo in gioco tutte le nostre risorse per evitare l’insorgenza di malattie, e garantirci così il benessere che ne deriva; ma contemporaneamente è necessarioconcentrarsi a individuare in ognuno cos’è questo Benessere della vita, cos’è il nostro Essere Bene, che già esiste ed agisce, ma che in ogni caso trascuriamo perché impegnati a tentare di risolvere problemi, ansie, disagi, malesseri, malattie più o meno gravi, impegno che diventa così in maniera più o meno inconsapevole la nostra mansione principale. (E oggi a maggior ragione dentro questa alienazione chiamata Pandemia) “Siamo sicuramente molto più impegnati a Combattere il male più che a Promuovere il bene.” E il fatto è che sul Male abbiamo più o meno tutti le idee chiare. È sul Bene che forse qualcosa ci sfugge, perché non siamo abituati, preparati, educati a percepirlo in noi e nelle nostre relazioni, e perciò a promuoverlo indipendentemente dal male che ci colpisce.
Prevenzione. Prevenzione(medica) significa:
In quest’ottica si intende per SALUTOGENESI l’insieme di tutti quegli interventi, atteggiamenti, comportamenti, relazioni che permettono di promuovere la salute e il benessere individuale e collettivo, anche (ma non solo) attraverso la prevenzione, che in questo caso ha a che fare con quanto concorre a ridurre:
Promozione della salute. Nel 1986 è stata ratificata la Carta di Ottawa, in cui si definisce il concetto di PROMOZIONE DELLA SALUTE: “processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla”. Quindi da una parte PERSONE, e non Pazienti e nemmeno Clienti, dall’altra SALUTE: CONTROLLO e MIGLIORAMENTO. (Cioè: le persone hanno finalmente la possibilità – il Potere democraticamente attuato – di scoprire e acquisire le giuste competenze e i modi più confacenti a migliorare la propria salute attraverso una presenza nel mondo più responsabile e consapevole).
“Conseguire il massimo potenziale di salute possibile attraverso:
La tutela della salute dovrebbe essere dunque parte integrante delle competenze professionali delle professioni sanitarie: non solo agire tenendo presente che primum non nocere,dentro il famoso motto ippocratico della scuola salernitana. Ma alla Promozione della Salute, (e alla prevenzione primaria[2]), possono anche concorrere competenze e professionalità d’aiuto non necessariamente sanitarie, come alcune modalità di counseling[3], che in questo caso può aiutare le persone a:
“… essere in grado di controllare i fattori determinanti della salute per conquistare il massimo grado di salute perché la salute è l’aspetto fondamentale della qualità della vita, è un bene essenziale per lo sviluppo sociale, economico e personale. Fatti politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorirla così come possono lederla (relazioni buone e cattive)”. (Wikipedia) Il Counseling dunque può essere uno strumento per promuovere la salute.“Ogni singolo individuo, o gruppo, o comunità può diventare soggetto attivo nel perseguimento di uno stato di salute quando sono in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, modificare l’ambiente (in senso positivo, ma anche per preservarlo e salvaguardarlo dagli interventi speculativi) o adattarvisi. Ciò prevede un approccio intersettoriale, ovvero l’intervento, la collaborazione, il coordinamento di settori diversi dalla sanità: istruzione, cultura, trasporti, agricoltura, turismo ecc.” Domanda: “I responsabili delle scelte in tutti i settori, a tutti i livelli, sono consapevoli delle conseguenze sul piano della salute di ogni loro decisione?” Il Counseling è un mezzo formidabile per promuovere la salute operativamente, attraverso una serie di piccole domande, all’apparenza semplici ma non così scontate, dato che tendiamo a sottovalutare i nostri reali bisogni:
Benessere e Malessere. Se il mio malessere si esprime, ad ogni livello, spesso soffocandomi con le sue istanze, prendendo il sopravvento sulla mia vita, assumendone anzi il comando e indirizzandola verso il dolore e la sofferenza – con tutte le implicazioni che questo comporta – perché non permetto parimenti al mio benessere di fare altrettanto? Forse perché ho idea che il benessere si conquista? Ma questo forse vuol dire che io, siccome lo devo conquistare, non ce l’ho? Qualche volta l’ho sperimentato dentro di me, è sicuro: mi ricordo, ma adesso che ci penso meglio forse non gli ho dato la giusta importanza, non ci ho fatto caso, oppure l’ho represso perché penso di non meritarmelo, di non esserne degno: sì, può essere che il benessere sia sempre dentro di me, ma le mie azioni sono spesso indirizzate ad escluderlo a causa di condizionamenti e “programmazioni” persino linguistiche oltre che emozionali che mi impediscono di scorgerlo. Certo, questo senso di Benessere non vuol dire il contrario di Malessere. Per meglio dire: il mio Malessere non vuol dire che soffoca tutto il mio Benessere, né viceversa che il Benessere escluda tutto il mio Malessere. Diciamo piuttosto che sono istanze compresenti in me, ma del Malessere non solo me ne accorgo, ma predispongo tutto il mio apparato psico-fisico a combatterlo, del Benessere invece me ne accorgo meno, e faccio ancora meno per promuoverlo dentro di me indipendentemente dal male che mi abita. Ho l’impressine che si tratti di un condizionamento “culturale”.
Malattia e Benattia. Al di là delle varie teorie più o meno oggettivamente scientifiche le emozioni giocano un ruolo fondamentale: dai semplici stati irritativi e/o infiammatori al cancro, dalle nevrosi alle psicosi, dalle malattie autoimmunitarie alla disfunzione di molti organi e apparati nel senso della Malattia; dal sorriso e il gioco alla gioia di vivere, dalla felicità nel sentirsi realizzati attraverso i propri reali talenti e capacità alla condivisione pacifica e produttiva nel senso della Benattia di Francesco Oliviero (Medicina omeosinergetica)[4].
[1] Tra le dispense della scuola di Counseling Relazionale Prepos: www.prepos.it/DISPENSE.htm
[2] Classicamente la prevenzione è distinta in:
[3] “Il Counseling è una relazione d’aiuto che muove dall’analisi dei problemi del cliente, si propone di costruire una nuova visione di tali problemi e di attuare un piano di azione per realizzare le finalità desiderate dal cliente (prendere decisioni, migliorare relazioni, sviluppare la consapevolezza, gestire emozioni e sentimenti, superare conflitti), Gli strumenti del counseling costituiscono un solido nucleo di competenze utili nell’esercizio di numerose professioni di aiuto, di cura e di servizio (medici, infermieri, avvocati, psicologi, sociologi, insegnanti, educatori, genitori, ecc.)” (Enzo Masini)
[4]“La malattia è un allontanamento dalle leggi universali che regolano il cosmo e la nostra stessa vita, è una mancanza d’ascolto alle richieste più profonde di cambiamento del nostro essere. La malattia in realtà si può trasformare in un momento di consapevolezza per la nostra esistenza, La malattia si trasforma in Benattia nel momento in cui ne cogliamo il senso, ritroviamo in noi stessi le sue cause e anche la capacità di superare gli ostacoli che l’hanno generata. Attraverso un profondo movimento di consapevolezza si può arrivare all’accettazione di ciò che la vita ci pone davanti, si può comprendere che tutto quel che incontriamo è lo specchio dei nostri pensieri e che, in realtà anche la malattia è solo un grido di allarme, una richiesta d’aiuto, un motivo di crescita e di amore”. (Francesco Oliviero – Benattia, Nuova Ipsa Editore, Palermo)