Questo il titolo dell’articolo di oggi di Tp24, che ripercorre la vicenda dell’arresto di Alfonso Tumbarello, “il medico di Campobello di Mazara che avrebbe curato per anni Matteo Messina Denaro durante la latitanza. Le accuse sono di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico. In oltre due anni di cure, secondo il Gip che ha accolto la richiesta del pm, Tumbarello avrebbe fatto per il boss almeno 95 ricette di farmaci e almeno 42 impegnative per analisi ed esami diagnostici. Formalmente prescritti ad Andrea Bonafede ma il cui vero destinatario era in realtà il capomafia della provincia di Trapani”.
Una sintesi della complessa vicenda che aveva già portato all’arresto di Andrea Bonafede, l’alter ego di Messina Denaro che aveva anche acquistato una casa per suo conto, e martedì di Andrea Bonafede, cugino ed omonimo del primo, il quale avrebbe avuto il compito di ritirare le documentazioni mediche presso lo studio di Tumbarello, consegnandogli anche la documentazione sanitaria che il capomafia riceveva dalle visite specialistiche.
“Il primo intervento chirurgico cui è stato sottoposto Matteo Messina Denaro – riporta l’articolo di Tp24 – è stato reso possibile proprio grazie ad una falsa scheda a nome di Andrea Bonafede formata dal dottor Tumbarello, il 5 novembre 2020, nella quale scriveva di aver eseguito personalmente ‘un’accurata anamnesi e valutazione clinica del paziente, che già aveva eseguito una colonscopia ed era in cura farmacologica, sollecitandone il ricovero a causa della neoformazione stenosante del giunto retto-sigma’. Un ricovero che dopo pochi giorni aveva portato all’intervento chirurgico del 13 novembre 2020. Ed in calce alla scheda, Tumbarello aveva perfino chiesto di essere informato, attraverso una ‘esauriente relazione clinica’, delle condizioni di salute del paziente al termine del ricovero. Il paziente era Andrea Bonafede, ovvero Matteo Messina Denaro”.
La vicenda del medico che avrebbe avuto in cura il latitante, ha suscitato non poco scalpore, visto che di Tumbarello aveva già parlato l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, in più circostanze.
La prima, nel 2007, quando interrogato dai pm Scarpinato e Pignatone in merito allo scambio epistolare con Matteo Messina Denaro, nel corso di un’operazione condotta con il Sisde e finalizzata alla cattura del boss, disse aver mantenuto rapporti con il Tumbarello, medico e massone (qui e qui), e di averlo utilizzato per un collegamento con Salvatore Messina Denaro, fratello del latitante.
La seconda volta, al processo Golem 2, ad ottobre 2012.
Una vicenda mai approfondita in maniera adeguata da parte degli inquirenti, che però trova ampio spazio nell’ordinanza di custodia cautelare che martedì ha portato in carcere il medico.
“Peraltro – riporta l’ordinanza di custodia cautelare – pregresse emergenze processuali consentono oggi di valorizzare talune condotte del TUMBARELLO, relative ai suoi rapporti con la famiglia MESSINA DENARO, ed in particolare con il fratello di Matteo, Salvatore, già condannato per associazione mafiosa nonché per aver consentito, attraverso un importante ruolo nella veicolazione dei noti pizzini utilizzati dagli allora vertici di Cosa nostra, di scambiare informazione e decisioni fondamentali per la vita associativa.
Ebbene, MESSINA DENARO Salvatore è stato residente proprio a Campobello di Mazara ed il legame con l’odierno indagato TUMBARELLO era emerso con evidenza dalla inquietante e delicatissima vicenda relativa all’ex Sindaco VACCARINO, che- come accertato in più sentenze passate in giudicato – per conto del SISDE ha cercato e poi trovato un canale di collegamento con MESSINA DENARO Matteo, negli anni 2004-2006
Dal verbale di esame reso dal VACCARINO nel corso del processo celebrato nei confronti di altro parente del latitante, PANICOLA Vincenzo, ed altri imputati (e poi condannati) per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. (e in particolare per la gestione dei cc.dd. pizzini rivolti e inviati da MESSINA DENARO Matteo), risulta che VACCARINO aveva inviato un messaggio a MESSINA DENARO Matteo, in quel momento già latitante da 10 anni, proprio attraverso il fratello Salvatore, convocato per tale scopo presso lo studio del dott. TUMBARELLO su richiesta dello stesso VACCARINO”.
“E’ evidente – prosegue l’ordinanza firmata dal Giudice per le Indagini Preliminari Dott. Alfredo Montalto – come VACCARINO abbia potuto contare sull’affidabilità e riservatezza del dott. TUMBARELLO cui chiedeva di organizzare un incontro con MESSINA DENARO Salvatore, presso lo studio medico di quest’ultimo, evidentemente luogo ritenuto sicuro per non esporre i partecipanti a rischi, già facilmente prospettabili dal semplice fatto che VACCARINO ed il fratello del latitante avevano evitato una diretta interlocuzione sfruttando il tramite, insospettabile, dell’odierno indagato”.
Un’evidenza – che tale è oggi così come lo era in precedenza – evidentemente non tenuta in debita considerazione né a seguito dell’interrogatorio di Vaccarino nel 2007, e neppure a seguito della testimonianza resa dallo stesso al processo Golem 2.
Quanto hanno influito le dichiarazioni di Vaccarino in merito alle esigenze cautelari e la scelta della misura cautelare da applicare a Tumbarello?
La risposta la leggiamo in questo passaggio dell’ordinanza:
“E non va trascurato, infine, ancora con riguardo alla eccezionalità delle esigenze cautelari, soprattutto che, proprio per il Tumbarello, in realtà appare anche necessario ricostruire un ruolo che appare andare ben oltre la più recente vicenda professionale e ciò in considerazione dell’esistenza già adesso di acquisizioni probatorie indicative di un rapporto ben più risalente (sino agli anni novanta del secolo scorso) e diverso da quello più strettamente professionale con Messina Denaro Matteo (v. dichiarazioni di Vaccarino Antonio sopra richiamate).”
Un dato è certo, il nome di Tumbarello ha suscitato la reazione di Teresa Principato, che come componente della Dda di Palermo (è stato procuratore aggiunto tra il 2009 e il 2017) per anni ha dato la caccia al latitante, la quale ha dichiarato alle telecamere di Report: “Appena ho sentito il nome del medico, ho fatto un balzo sulla sedia perché Alfonso Tumbarello non è un personaggio da poco”.
Un personaggio non da poco che ha potuto, indisturbato, continuare a gestire il suo personale rapporto con i Messina Denaro, nonostante Vaccarino ne avesse già parlato quasi sedici anni fa.
Una vicenda davvero delicatissima…
Gian J. Morici
Leggi anche “Matteo Messina Denaro poteva già essere catturato da tempo”, una vicenda che vide magistrati come Marcello Viola, sulle tracce di Matteo Messina Denaro, sugli affari del boss e sui rapporti con la massoneria, trasformato da cacciatore in preda, insieme ad altri che si ritrovarono a seguire le stesse indagini.
Una storia delicatissima e inquietante…