Ricordo che mio padre, quando io ero bambina, tenendomi sulle ginocchia e guardandomi negli occhi, mi raccontava tante leggende. Mi diceva ridendo battendomi con la nocca dell’indice sulla punta del naso “tuo padre non è arrivato a trovare il tesoro, ma tu……. . chi lo sa!” Quel chi lo sa mi suona ancora all’orecchio. La leggenda che sto per raccontare è una delle più popolari in Sicilia , geni, folletti, oro in quantità e gemme. Il Marabito è una montagna alta 900 metri sul livello del mare tra Mezzojuso e Campofelice, intorno alla quale esistono tante leggende strane e terribili. In tempi antichissimi, si narra che i Saraceni avevano nei pressi di questa montagna un castello, assaliti e cacciati dai campofelicesi, raccolsero in fretta tutte le loro ricchezze e le nascosero nella buia grotta del monte Marabito e li diedero in consegna ai folletti del luogo, i quali, come delle comari andavano sussurrando tra un orecchio e l ‘altro, il luogo dove i Saraceni avevano nascosto il tesoro e dicevano che una gran quantità d’oro è nascosta è tale che anche l’erba che vi cresce ne è impregnata e i pecorai che in quella contrada portano le loro greggi, trovano dorati i denti del loro bestiame. Molti hanno trovato la via per entrare nella caverna e hanno riempito sacchi di gemme, ma nulla potevano portare fuori, perchè la porta della grotta non si apriva fino a quando essi non lasciavano tutto. Solo un poveraccio Turiddru Passaddrà , sempre umiliato e deriso dai suoi concittadini, riuscì a entrare ed uscire con un sacco pieno di oro e gemme, guidato da un folletto scherzoso, tutto il paese gli rese gli onori dovuti, diventando un rispettabile personaggio che dava sempre aiuto ai poveri. Il nostro fortunato conterraneo non si chiamò più Turiddru Passaddrà , ma illustrissimo barone Don Salvatore Passaddà , dei Principi dell’oro.
Colui che ha sperimentato l’umiltà della vita vede se stesso in tutti gli esseri, questa è la regola eterna. Nella vita riceverai molto da chi non ti aspetti nulla.
Margherita Arancio