Dobbiamo fare appello a tutta la nostra fantasia, per rievocare un sussurrio febbrile di un amore contrastato. Tutto cominciò con una fuga d’amore di due giovani innamorati, Libici. La Zisa, patrimonio Unesco dal 2008,si trova fuori Palermo in un parco Reale, con magici giardini. C’era una volta un emiro che si chiamava El Cozil, aveva una figlia incantevole, El Aziz, che era una creatura splendida. Il sultano Azel Comel aveva adocchiato la bella El Aziz e ne fu pazzo d’amore, ma il padre della giovinetta si oppose alle nozze. I due giovani piansero, erano più belli del sole, persero il sonno e la quiete. Allora Azel Comel decise di alleggerire il tesoro del padre :oro, brillanti, topazi, smeraldi, rubini e perle, preparò una nave col prezioso carico e, presa la sua bella, parti per mari lontani. L’ultima tappa fu il Porto di Palermo, giunti nel centro della Conca D’oro decisero di costruire li il loro nido :un luogo splendido con immensi giardini di aranci, cedri e limoni detto “Genoard” (paradiso sulla terra) con fontane e terme, un vero paradiso dove giungevano brezze temperate. Azel Comel chiamò i migliori operai ed artisti ed edificò un immenso castello con grandi sotterranei, dove nascondere l’inestimabile tesoro. L’aria era profumata di fiori e di amore, ma un giorno un uccello strano e misterioso si posò sulla testa di El Aziz(che vuol dire profumo di fiori) e fece cadere un biglietto dove c’erano scritte queste parole: “ T’ ho attesa invano per tanti giorni e tante notti, ora disperata il mio cuore si uccide, tua madre”. La ragazza angosciata strappandosi i capelli cominciò a gridare :”Mamma io ti raggiungo” e si uccise. Lo sposo Azel Comel (che vuol dire dolcezza) appena vide la sua amata senza vita, impazzì di dolore. Per giorni e notti corse per monti e foreste, finche’ scelse il mare come sua tomba. Il Normanno Guglielmo, detto il Malo, ereditato il castello (conoscendo la triste storia)volle chiamarlo con il nome della bellissima El Aziz; l’edificio che tutt’ora esiste sfidando le intemperie e i secoli, oggi si chiama ”Kasr-el Aziz”. I Palermitani usano chiamarlo il castello della Zisa che ancora oggi ammirano e dove si può visitare il museo dell’Arte Islamica. Un incantesimo avvolge il famoso dipinto dei diavoli nella sala della fontana (custodi di un immenso tesoro), solo chi fosse in grado di contare i diavoli avrebbe rotto l’incantesimo e trovato la ricchezza. Ad oggi nessuno è riuscito. Un particolare accade il 25 Marzo, quando fissandoli si avrebbe l’impressione che muovano la coda rendendo impossibile la conta. Quando a Palermo soffia un forte vento si dice che i diavoli sono usciti dalla Zisa. Il Palermitano doc quando il suo conto è in rosso dice: “E chi su i riavuli da Zisa?”.
Margherita Arancio