ROMA – È legittima la custodia cautelare in carcere di Antonio Padovano, il “re delle scommesse” siciliano finito sotto inchiesta nell’ambito dell’operazione “Apate”. L’indagine della Direzione Investigativa Antimafia, ricorda Agipronews, aveva portato lo scorso maggio ad arresti e sequestri per 30 milioni di euro: nel mirino, un vasto giro di scommesse clandestine, con 65 indagati e 38 agenzie sequestrate in 5 province della Sicilia. Il ricorso di Padovani, ritenuto “master” dell’organizzazione, è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione, che ha confermato l’ordinanza del Tribunale di Catania. «Il Tribunale ha espresso una congrua e logica motivazione in ordine alla sussistenza di un concreto pericolo di reiterazione criminosa», si legge nel provvedimento della Terza sezione penale, che ha richiamato in particolare i precedenti penali e giudiziari dell’indagato, e «le modalità professionali e spregiudicate della condotta». L’attività criminosa «era proseguita per un anno anche dopo la data indicata nell’imputazione provvisoria». Irrilevante il sequestro delle attrezzature telematiche e delle sale giochi dell’indagato, «in quanto le modalità della condotta rendevano evidente la possibilità di replicare gli schemi operativi con nuovi siti e attraverso altri prestanome».
La Cassazione ha giudicato inammissibile anche il ricorso presentato da un altro indagato contro il sequestro della sua agenzia, precisando che «l’utilizzo di una piattaforma legale non escludeva il “periculum”, in quanto le modalità tipiche dell’associazione era quelle di avvalersi di uno schermo legale e perfino di piattaforme autorizzate per procedere in modo occulto alla raccolta illegale».