“L’uccisione di Paolo Borsellino e il depistaggio sulla strage sono legati”. Lo ha detto l’avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino e marito di Lucia Borsellino, commentando con l’Adnkronos le motivazioni della Cassazione sul processo Borsellino quater in cui è stata confermata la condanna per due boss e due finti pentiti che hanno calunniato altri collaboratori e persone innocenti. Secondo i giudici con l’ermellino “non ci sono dubbi che l’attentato al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta” è di “paternità mafiosa” , anche se ci sono “anomalie” come il coinvolgimento del Sisde e “zone d’ombra” come la scomparsa dell’agenda del magistrato.
“In questo scenario bisogna anche collocare l’abnorme inquinamento probatorio di cui parla anche la Cassazione perché l’uccisone e il depistaggio sono legati – dice Trizzino- Anche quel depistaggio sicuramente ha una funzione”. E aggiunge: “Che sia stato un delitto di mafia non c’è alcun dubbio, ma non solo, ci sono troppe zone d’ombra, come la scomparsa dell’agenda rossa”. Per il legale “C’è una finalità preventiva, non bisognava, secondo noi, sviluppare il versante delle indagini ‘mafia e appalti’ perché i livelli delle cointeressenze erano alti”.
“Le motivazioni della Corte di Cassazione sono importanti per tre ordini di motivi- dice- Conferma la natura vendicativa della strage che riconduce a Cosa nostra che sul campo ha organizzato l’attentato. Questo ce lo dice anche il collaboratore Gaspare Spatuzza e lo abbiamo consolidato. C’è un discorso legato alla sparizione dell’agenda rossa che, invece, lascia sullo sfondo qualche dubbio circa una organizzazione affidata solo a Cosa nostra e questo rimanda alla finalità preventiva della strage che viene accelerata, andando contro gli interessi dell’organizzazione. Perché la reazione sarebbe stata a quel punto imprescindibile”. Poi l’avvocato Trizzino, che rappresenta la famiglia anche nel processo sul presunto depistaggio sulle indagini sulla strage di via D’Amelio in corso a Caltanissetta, parla ancora “delle cointeressenze di Cosa nostra con importanti imprenditori e società del Nord, i cui sviluppi si sarebbero potuto meglio vedere solo attraverso una giusta valorizzazione del dossier mafia e appalti. Cosa che Borsellino non ha potuto fare…”.
Roma, 8 novembre 2021