In relazione alla situazione al confine polacco-bielorusso e all’attacco ibrido effettuato dal regime bielorusso, l’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma trasmette di seguito le ultime informazioni in merito.
La crisi migratoria è stata provocata intenzionalmente dalla Bielorussia. È la prima volta che le autorità e i servizi di un paese confinante con l’UE utilizzano così apertamente i rifugiati come arma ibrida. L’operazione ibrida bielorussa è l’esempio di una crisi migratoria deliberatamente pianificata e organizzata da un paese terzo (forse la prima nella storia dell’Europa moderna), che utilizza metodi e mezzi paragonabili a quelli delle organizzazioni criminali. Dopo che alla fine di giugno di quest’anno sono state imposte ulteriori sanzioni nei confronti della Bielorussia, Alexander Lukashenko ha dichiarato apertamente che, come ritorsione, la Bielorussia cesserà di proteggere il suo confine con l’UE.
Per generare ulteriore pressione sull’UE, la Bielorussia ha iniziato a incoraggiare i migranti a venire, promettendo loro che si sarebbero potuti recare nei paesi dell’Europa occidentale. Sappiamo che la Bielorussia sta compiendo intensi sforzi per aprire nuovi collegamenti aerei con Minsk dai paesi del Nord Africa, del Medio Oriente e dell’Asia. Solo tra maggio e agosto di quest’anno oltre 10.000 migranti sono stati portati in Bielorussia, principalmente dall’Iraq. Secondo le informazioni dei servizi polacchi, i migranti vengono incoraggiati ad acquistare “viaggi” a Minsk (al costo di diverse migliaia di dollari), dove arrivano in aereo via Istanbul o Dubai e dove vengono alloggiati in alberghi statali; dopo pochi giorni i servizi di sicurezza bielorussi li trasferiscono al confine con la Polonia; lungo il percorso vengono spesso picchiati, derubati e costretti a pagare tangenti. Nel 2021, in Polonia sono stati registrati oltre 13.000 tentativi di attraversare il confine illegalmente, di cui 3.500 in agosto e 7.500 in settembre. Circa 1.500 persone sono state inviate ai centri di guardia di frontiera. Quasi tutti i migranti provengono da paesi non bellici. La maggior parte degli afgani è in Russia da anni. È importante sottolineare che oltre 200 persone sono state accusate di offrire assistenza nell’attraversamento illegale delle frontiere. Ciò conferma ulteriormente la natura organizzata dell’intera operazione.
Le autorità di Minsk trattano queste persone come un’arma per destabilizzare l’UE. Illudono i migranti con la falsa speranza di entrare nei paesi dell’Europa occidentale. Queste persone spesso non sono consapevoli che: a) non potranno attraversare legalmente il confine con l’UE; b) anche se attraversano il confine, non entreranno in Germania o in Francia, ma rimarranno in Polonia fino al completamento delle procedure; c) molto probabilmente saranno espulsi e rimandati nei loro paesi dopo il completamento della procedura, in quanto non in possesso di requisiti necessari per la concessione dello status di rifugiato.
Lo Stato polacco garantisce l’accesso alla procedura di asilo a chiunque presenti domanda al valico operativo di frontiera. Tra coloro che sono entrati in Polonia, solo il 44% ha chiesto asilo. Il resto non è interessato. L’obiettivo della maggior parte dei migranti è la migrazione economica verso l’Europa occidentale.
La Polonia aiuta le persone che fuggono da guerre e persecuzioni. Solo dall’inizio della crisi in Bielorussia sono stati rilasciati in Polonia più di 100.000 visti per cittadini bielorussi, di cui oltre 15.000 visti umanitari. Nelle ultime settimane sono stati evacuati da Kabul oltre 1.300 afgani. La Polonia ospita esponenti dell’opposizione democratica della Bielorussia.
La Polonia è responsabile e tenuta a proteggere il confine esterno dell’UE. Il nostro compito è contrastare tutti i tentativi di immigrazione illegale. Per proteggere meglio i confini, la Polonia ha deciso di costruire 180 km di recinzione al confine e ha deciso di introdurre lo stato di emergenza in un’area larga 3 km lungo il confine con la Bielorussia.
L’Unione Europea e i paesi occidentali sono pienamente consapevoli dell’uso strumentale degli immigrati da parte della Bielorussia. Già il 30 luglio l’UE ha rilasciato una dichiarazione che stigmatizza le azioni di Alexander Lukashenko che utilizza l’immigrazione per attaccare l’Europa; Bruxelles ha annunciato che “l’Ue è determinata ad affrontare l’immigrazione irregolare per proteggere le sue frontiere esterne e coloro che non hanno il diritto di risiedere nell’Ue dovrebbero essere espulsi”. Alla riunione dei ministri degli esteri all’inizio di settembre è stata nuovamente approvata la posizione polacca sulla crisi migratoria al confine con la Bielorussia. Cerchiamo di tenere informati i nostri partner e le istituzioni competenti dell’UE (e altre) sulla situazione alla frontiera e sulle nostre attività. Ad esempio, il 30 settembre, il ministro dell’interno Mariusz Kamiński ha incontrato il commissario Ylva Johansson, mentre il 4 ottobre il direttore esecutivo di Frontex ha visitato il confine insieme al vice ministro dell’interno e dell’amministrazione, Bartosz Grodecki, mentre una delegazione della direzione generale degli affari interni della Commissione Europea era a Varsavia.
La Polonia ha anche avviato i colloqui con i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa per fermare l’afflusso di migranti. Nell’ambito di queste attività, il ministro degli esteri Zbigniew Rau ha inviato lettere personali ai suoi omologhi nei paesi della regione. Dal 9 ottobre – in accordo con le linee guida dell’Iraqi Civil Aviation Authority – tutti i voli dall’Iraq alla Bielorussia, compresi quelli delle compagnie aeree irachene e del Qatar, sono stati sospesi. Per i cittadini iracheni saranno operati solo i voli di ritorno dalla Bielorussia.
Alla fine di agosto, la Polonia era pronta a inviare un convoglio con aiuti umanitari per i migranti vicino a Usnarz Górny in Bielorussia, ma per due volte alla parte polacca è stato negato il permesso di entrare in Bielorussia. Il 5 ottobre la Polonia ha rilanciato la sua offerta, che purtroppo è stata anch’essa respinta.