Oltre 160 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza Torino e del Comando Provinciale Carabinieri di Torino, unitamente ad altri militari del Corpo e dell’Arma attivati in Lombardia e Liguria, nell’ambito dell’Operazione “Kilometro scalato”, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale nei confronti di 12 persone, di cui 8 in carcere e 4 agli arresti domiciliari, facenti parte di un’associazione per delinquere volta alla realizzazione di truffe ed al riciclaggio di proventi illeciti.Effettuate, altresì, perquisizioni nei riguardi di ulteriori 10 persone fisiche e 17 persone giuridiche, a vario titolo coinvolte, nonché, a cura delle unità della Guardia di Finanza, eseguito il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per oltre 1 milione di euro, anche con l’ausilio dei cash dog in forza ai Reparti del Corpo di Caselle Torinese, Domodossola e Milano Malpensa.
Le investigazioni, durate quasi due anni, sono state condotte dai Finanzieri del Gruppo Orbassano e dai Carabinieri della Tenenza di Nichelino, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ed hanno tratto origine dalle denunce di numerosi cittadini – sono stati ricostruiti 48 casi di truffa – che hanno scoperto di essere stati raggirati nell’acquisto delle rispettive autovetture.
Le indagini, infatti, hanno consentito di individuare una strutturata organizzazione criminale dedita alla sistematica commissione di artifici ingannatori legati alla vendita di autoveicoli usati ricorrendo, sia alla fraudolenta riduzione dell’effettivo chilometraggio, sia alla ritenzione delle caparre versate dagli acquirenti, cui non venivano consegnati gli automezzi spettanti.
In particolare, è stato accertato che 20 imprese, susseguitesi nel tempo attraverso artate operazioni di apertura e chiusura, riconducibili alle stesse persone fisiche, ponevano in vendita, presso saloni espositivi o su siti online specializzati, auto, anche di lusso, recanti un chilometraggio inferiore rispetto a quello reale.
Grazie al confronto tra i chilometri segnalati al momento delle operazioni di revisione periodica e quelli effettivamente indicati sui cronotachigrafi delle autovetture, nonché dalle informazioni acquisite dalle persone offese dal reato, è stato quindi possibile acclarare il modus operandi posto in essere dagli autori delle truffe, riscontrando delle differenze significative che, in alcuni casi, sono risultate superiori ai 170.000 chilometri.
L’azione sinergica messa in campo ha così permesso, anche con l’ausilio di indagini tecniche, di disvelare i ruoli dei singoli componenti all’interno del sodalizio nonché, attraverso mirate indagini finanziarie condotte dalle Fiamme Gialle, di individuare i conti correnti (rilevati anche in territorio estero a seguito dell’attivazione dell’Agenzia dell’Unione europea EUROJUST ai fini del coordinamento, sul piano giudiziario, delle investigazioni oltre confine) utilizzati per movimentare il denaro frutto delle condotte illecite.