Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia hanno stroncato un sofisticato sistema di frode finalizzato all’evasione dell’I.V.A..
Le indagini, condotte dai militari della Tenenza di Gubbio sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Perugia, hanno portato allo scoperto un’organizzazione criminale operante, da diversi anni, nel settore del commercio di pneumatici, responsabile di avere simulato operazioni di compravendita tra società aventi sede in Lussemburgo e svariati “intermediari” fittizi ubicati in Italia.
L’attività, durata quasi due anni, ha permesso di rilevare come, in realtà, le gomme provenissero da diversi fornitori (italiani e stranieri), i quali consegnavano i prodotti a grossisti sparsi sul territorio italiano, avendo cura di distruggere tutta la documentazione di trasporto, così da non lasciare tracce degli spostamenti che, formalmente, originavano da una società in Lussemburgo.
Inutile dire come gli pneumatici non avessero mai percorso la tratta Lussemburgo-Italia: le innumerevoli simulazioni di compravendita servivano solo a rendere più difficile la ricostruzione delle attività, così da potere evadere l’Imposta sul Valore Aggiunto e vendere la merce a prezzi più che concorrenziali, senza mai versare quanto dovuto all’Erario (questo particolare meccanismo di evasione è conosciuto come “frode carosello”).
I Finanzieri, attraverso mirate ricostruzioni, effettuate tramite strumenti di cooperazione internazionale e moderne metodologie d’indagine, hanno appurato come la “società” del Granducato fosse, in realtà, un’impresa da considerare “residente fiscalmente in Italia”, in quanto completamente gestita da un individuo della provincia di Perugia (tipologia di simulazione che, in gergo tributario, viene definita “esterovestizione”) e individuato ben 11 rivenditori coinvolti nella frode, dislocati su tutto il territorio nazionale tra Lombardia, Veneto, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, nonché 10 aziende fittizie (cosiddette “cartiere” e “filtro”, la cui finalità era quella di mascherare le reali operazioni di vendita, anche mediante l’utilizzo di fatture false).
Durante le perquisizioni eseguite nel folignate, presso un domicilio individuato attraverso le indagini tecniche, sono stati colti in flagranza di reato due soggetti (coniugi) che operando su altrettante postazioni, attrezzate con p.c. portatili collegati in rete, erano intenti a creare documentazione fiscale fasulla.
Si parla, in totale, di almeno 5 milioni di euro di imposta evasa. Sono 25 i soggetti denunciati, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di omessa dichiarazione, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
L’operazione testimonia l’importanza delle specifiche competenze del Corpo della Guardia di Finanza nel contrasto alle più complesse frodi fiscali, siano esse a carattere nazionale o internazionale, che pongono gli operatori onesti in condizioni di svantaggio e sottraggono ai bisogni della collettività ingenti risorse tributarie.