Gli operatori delle Rsa sono stati vaccinati e da ieri anche i caregiver. Perché le badanti, che fanno lo stesso lavoro, non hanno gli stessi diritti?
Sono iniziate ieri le vaccinazioni anti Covid per i caregiver, cioè i familiari che assistono un loro congiunto malato o disabile. Prima di loro, tutti gli operatori delle Rsa. E le badanti? Hanno le stesse mansioni: si occupano della cura di persone non autosufficienti, la maggior parte anziani, spesso 24 ore su 24, ma non sono considerate tra le categorie prioritarie.
“La questione può essere sintetizzata con un semplice sostantivo: discriminazione”, protesta Lorenzo Gasparrini, segretario generale di DOMINA, Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico. Le organizzazioni del settore (associazioni di datori di lavoro e sindacati) sollecitano da mesi il governo a considerare l’opportunità di vaccinare prioritariamente tutti i lavoratori che assistono gli anziani non autosufficienti a domicilio. D’altronde, basterebbe poco per mettere in sicurezza loro e gli anziani assistiti: in Italia le badanti e i badanti regolari sono poco più di 407mila (elaborazioni Osservatorio nazionale DOMINA su dati Inps). Il 37% delle badanti si concentra in sole tre regioni, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana: sarebbero sufficienti 150mila vaccini per immunizzarle tutte. Per la provincia di Milano ne basterebbero 32mila, per quella di Roma 30mila. Numeri assolutamente gestibili, se consideriamo che nel Paese si somministrano ogni giorno più di 160mila dosi e che il dato è in costante crescita.
La domanda di cura domestica nel nostro Paese cresce anno dopo anno, ed è testimoniata da un semplice dato, il saldo tra assunzioni e cessazioni dei contratti per badanti, tra febbraio e giugno 2020 in Italia: +8.622, con una crescita del 97% rispetto allo stesso periodo del 2019. I dati statistici e le elaborazioni sono state pubblicate dall’Osservatorio nazionale DOMINA nel Rapporto annuale 2020 sul lavoro domestico.
“Se non si vaccinano al più presto le badanti, con le varianti del virus in circolazione, a rimetterci saranno gli anziani che si affidano alle loro cure, è una questione di sicurezza e di priorità”, dichiara Lorenzo Gasparrini.