“La responsabilità di questo silenzio è collettiva. leri il Tribunale del Cairo ha nuovamente rinnovato per 45 giorni la custodia cautelare di Patrick Zaki: ancora nessuna speranza che possa riportarlo presto in libertà. Così dichiara l’ON. FIORAMONTI (MISTO), già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
“Rimango veramente senza parole – prosegue FIORAMONTI – dinnanzi l’impossibilità di venire a capo di questa situazione. Mi chiedo come mai – nonostante l’Egitto, come l’Italia, abbia ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984 – non sia stato possibile costruire un’unione di intenti solidale da parte di tutti Paesi nel chiedere che venga fatta giustizia, forti anche del precedente di Regeni che mai come in questo momento testimonia ciò a cui Zaki potrebbe andare incontro”.
“È vero anche- continua il deputato del MISTO – che l’Egitto non ha accettato la clausola opzionale che attribuisce il potere a ogni stato parte di lamentare una violazione della Convenzione e di chiedere al Comitato di iniziare un’indagine ad hoc. Resta comunque il fatto che il caso Zaki presenta inevitabilmente punti di contatto con la vicenda Regeni, e che – date le comuni premesse – non promette nulla di buono”.
“Se non è possibile fare qualcosa in seno alle Nazioni Unite è necessario farlo in forza dell’Europa. Come più volte richiesto al Governo precedente e faccio anche con questo, serve una forte presa di posizione da parte dell’Italia a partire dalle richieste che la famiglia Regeni portate avanti già da molto tempo”- conclude l’ex Ministro.