“I recenti scandali che vedono coinvolta parte della magistratura, rischiano di far perdere la fiducia degli italiani nella Giustizia”.
Ad affermarlo è Giuseppe Ciminnisi, coordinatore nazionale dei familiari delle vittime di mafia dell’Ass. “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”.
“Tutto questo accade in un momento assai particolare, che vede la meritoria attività della Procura di Caltanissetta impegnata a far emergere la verità su uno dei più colossali depistaggi della storia giudiziaria di questo Paese.
La sentenza del Borsellino quater, e il processo che ha portato alla condanna del mafioso latitante Matteo Messina Denaro per la strage di Via D’Amelio – prosegue Cimminisi – devono rappresentare il punto di partenza per nuove indagini.
Recentemente, Fiammetta Borsellino, figlia del Giudice Paolo Borsellino, nel corso di un’intervista ha palesato tutta la sua delusione in merito allo scarso interesse mostrato in precedenza dalla procura generale della Cassazione rispetto le imprecisioni e irregolarità processuali e investigative che avevano caratterizzato la gestione del falso pentito Vincenzo Scarantino, rinvenute dai giudici nisseni.
In un momento tanto critico per la ricostruzione della genesi di quella strage, rispetto la quale si valutano ulteriori piste investigative, si prospettano le nomine ai vertici di alcune procure; da quella generale di Palermo, a quella di Caltanissetta, retta attualmente dall’aggiunto Gabriele Paci – bagaglio unico di conoscenza, persona e magistrato di indiscutibile condotta professionale e umana – che ne ha preso le redini da quando Amedeo Bertone è andato in pensione.
Appare evidente come la nomina ai vertici di una procura impegnata in delicate attività, e peraltro sede deputata per eventuali indagini che possano riguardare la magistratura palermitana, non può non destare l’attenzione, e l’apprensione, di chi ha seguito il recente operato di magistrati che hanno saputo dare una svolta ad anni di “errori” che avevano portato la Giustizia su falsi binari.
Riteniamo pertanto, che sia importante dare continuità alle attività ad oggi svolte, che hanno aperto a nuove chiavi di lettura nella genesi delle stragi di Capaci e Via D’Amelio (mafia-appalti), provando anche a far chiarezza in merito alle eventuali responsabilità di altri magistrati, e raccogliendo il pesante fardello di quel clima dei veleni che si respirava nella procura di Palermo nel periodo che fu di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
La nomina di magistrati provenienti da uffici giudiziari ricadenti in ambiti territoriali che, nell’ipotetico caso di indagini, dovessero essere di competenza di Caltanissetta, potrebbe dunque sembrare inopportuna e apparire come un segnale di discontinuità rispetto il recente impegno della procura nissena nel correggere decenni di depistaggi e di errori.
Da familiare di vittima innocente di mafia – a mio nome, e di quanti mi onoro di rappresentare nell’associazione delle quale faccio parte – non posso che auspicare che il Csm nel valutare le nuove nomine voglia interrompere quel circolo vizioso di sfiducia nella Giustizia, che si è creato a seguito dei più recenti fatti, ridando legittimità agli organi giudiziari del Paese, con un segnale forte e chiaro”.