I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza che dispone la custodia cautelare nei confronti di tre soggetti, due in carcere e uno ai domiciliari, accusati del reato di usura.
Il provvedimento, a firma del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo, Dott. Massimiliano Magliacani, su richiesta del Sostituto Procuratore Dott. Emanuele Marchisio, è stato emesso sulla base di indagini avviate dalle Fiamme Gialle nel settembre del 2020.
L’attività investigativa condotta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo è partita dalla testimonianza, raccolta dai militari, di una persona finita nella morsa dell’usura. L’uomo, un ragioniere della brianza, nel febbraio 2019, si era rivolto ad un commercialista di Bergamo e, per il suo tramite, a due imprenditori, allo scopo di ottenere un prestito di 80mila euro. A fronte di tale concessione, i finanziatori avevano preteso un tasso d’interesse pari al 7% mensile e il rilascio, a titolo di garanzia, di n. 8 assegni in bianco, ciascuno da 10mila euro. Dopo la restituzione delle prime rate, per un totale di circa 50mila, a seguito delle difficoltà finanziarie dell’usurato, la vittima degli strozzini è stata più volte minacciata di azioni violente da parte degli usurai, che hanno iniziato a pretendere sempre maggiori interessi, esigendo ulteriori 90mila euro. Per ottemperare alle pressanti richieste, la vittima è stata costretta a consegnare un assegno di tal importo al commercialista che fungeva da intermediario. Le indagini, condotte attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, pedinamenti, accertamenti bancari e perquisizioni hanno consentito di raccogliere concreti elementi probatori nei confronti dei tre indagati e di rinvenire e sequestrare tutti gli assegni, del valore di 170 mila euro, emessi dall’usurato, nonché una pistola con relative munizioni, già oggetto di furto.
Sulla base delle risultanze investigative, il Pubblico Ministero che ha coordinato le indagini ha richiesto ed ottenuto dal GIP l’emissione di provvedimenti cautelari nei confronti dei tre indagati. A finire in carcere a Bergamo, un commercialista sessantaduenne di Verdellino (BG), già noto alle Fiamme Gialle che lo avevano tratto in arresto con l’accusa di bancarotta e reati fiscali, nell’ambito di altra attività investigativa. Destinatario della misura restrittiva in carcere anche un quarantasettenne imprenditore originario di Casoria (NA), residente a Bergamo, gravato da diverse denunce per reati contro la persona e il patrimonio, mentre per un terzo soggetto sono stati disposti gli arresti domiciliari. Si tratta di un cinquantenne di Urgnano (BG), con precedenti per bancarotta e reati tributari.