La recente approvazione, da parte dell’Assemblea regionale siciliana, dello schema di proposta di legge nazionale per l’abolizione del numero chiuso nelle facoltà universitarie, riporta al centro un dibattito particolarmente caro alla Ugl università siciliana che saluta positivamente l’iniziativa. “Sebbene il testo che ha avuto il via libera riguarda la totalità dei corsi universitari e, per questo, potrebbe rischiare di naufragare nei meandri del parlamento nazionale, ci fa piacere che comunque sia stato lanciato un sasso nello stagno. Come Ugl università infatti – ricorda il responsabile regionale Raffaele Lanteri – da diversi anni abbiamo lanciato un appello per rivedere il sistema di accesso soprattutto per quanto concerne le professioni sanitarie. Invero, sull’argomento, ci piacerebbe di più che venisse trovata una soluzione sulla programmazione seria dei posti e non per l’apertura totale che potrebbe, al contrario, rappresentare dei problemi. Eliminare una selezione programmata – spiega Lanteri – non andrebbe a risolvere il problema principale di oggi, per quanto riguarda la disciplina medica, che è quello dell’esiguo numero di posti a disposizione nella scuola di specializzazione. Si tratta di un collo di bottiglia da eliminare, perchè allo stato attuale anche neo laureati in medicina hanno difficoltà ad accedere alla specializzazione, considerato che il numero di borse di studio offerte è di gran lunga inferiore rispetto alla richiesta. Se non si ricorre invece (con i relativi finanziamenti) all’allargamento delle maglie nella specializzazione, il rischio è quello di creare sempre più i cosiddetti “camici grigi”. Ed in un momento storico in cui c’è davvero bisogno di più medici, soprattutto da noi in Sicilia, questa condizione assume i contorni di un vero e proprio paradosso – aggiunge il segretario regionale di Ugl università. Per questo, continuiamo a chiedere alle istituzioni una forte presa di posizione e ci auguriamo che la spinta partita dalla nostra isola possa essere determinante per la tanto auspicata svolta parlamentare sul tema del numero programmato. Infine, ci preme segnalare un disagio che nell’isola si sta venendo a creare sui parametri di ingresso alla scuola di specializzazione. Riteniamo infatti che il limite dettato dal reddito complessivo del nucleo familiare sia assurdo, perchè andrebbe a penalizzare tanti studenti meritevoli che per loro sfortuna sono benestanti. Una eredità del passato che, invece, rischia di far proliferare i furbetti (ovvero gli studenti che pur di accedere vanno a vivere “da soli”) con relative conseguenze per l’intero sistema economico. Facciamo appello perchè questa cervellotica regola venga abolita, poichè preferiremmo che il merito sia vincolato piuttosto alla permanenza del medico nel sistema sanitario regionale per almeno tre anni dall’avvenuta specializzazione. Siamo certi che, ancora una volta, la Regione siciliana avrà modo di ascoltare e mettere in pratica le nostre richieste di buonsenso ed opportunità – conclude il sindacalista.”
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