I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Alcamo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere un alcamese, cl. 51, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Trapani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per i reati di usura ed estorsione.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini condotte dai Carabinieri a partire dall’ottobre 2019, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trapani – dott.ssa Rossana Penna, le quali hanno avuto origine dalla denuncia presentata dalla sorella di una delle vittime (residente ad Alcamo) che, disperata per le oppressioni e le minacce subite dal fratello a seguito di un prestito per cui avrebbe dovuto corrispondere interessi del 171%, aveva deciso di rivolgersi all’Arma e chiedere aiuto, temendo per l’incolumità propria e del suo familiare. I successivi accertamenti, condotti anche con mezzi tecnici, hanno permesso di delineare un preciso quadro accusatorio nei confronti del soggetto, già noto poiché gravato da reati contro il patrimonio, e di individuare un’ulteriore vittima (una donna residente a Valderice). In particolare, secondo quanto emerso durante le indagini, l’arrestato dopo aver individuato le vittime approfittando del loro stato di bisogno economico e, dopo averne carpito la fiducia, si sarebbe proposto per fornire loro liquidità immediata, pattuendo una restituzione a rate di esiguo valore, ma che si prorogavano nel tempo raggiungendo somme ben oltre l’ammontare del prestito iniziale.
Una volta conclusosi l’accordo, infatti, iniziavano le vessazioni che, minacciando ritorsioni personali o ai familiari, riusciva a farsi promettere molto più di quanto dovuto. Come detto, gli interessi superavano di gran lunga quelli legalmente consentiti raggiungendo la soglia del 171% in un caso e del 201% nell’altro. Anche quando le vittime palesavano di aver ormai estinto il debito, l’aguzzino prorogava la scadenza delle rate intimando nuovamente ritorsioni e, nel caso della vittima alcamese, passando anche alle percosse, mentre, nel caso della donna valdericina, minacciando l’incendio dell’autovettura o danni ai figli. Inoltre, per tenere sempre sotto scacco le vittime, si era fatto fornire quale garanzia degli assegni in bianco già firmati dagli interessati, da poter utilizzare in caso di diniego di pagamento. Addirittura, la vittima di sesso maschile, aveva anche dovuto cedere a garanzia di estinzione del debito, il libretto postale elettronico, comprensivo di PIN, intestato alla propria madre. I citati assegni in bianco, insieme ad un “pizzino” riportante cifre ricevute ed ancora da percepire, sono state poi effettivamente rinvenute e sequestrate dai Carabinieri durante una perquisizione effettuata nel corso dell’attività. Il destinatario del provvedimento, in mattinata, al termine delle procedure di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Trapani, ove permarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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28 Ottobre 2024