Nel mentre, in tema di Covid 19, alla parziale ripresa della vita normale fervono numerose ed inutili le molteplici polemiche sugli errori commessi dai “più svariati responsabili”, già individuati dai soliti implacabili accusatori tra i componenti del governo centrale e di quello regionale per giungere a tutti quei settori chiamati d’improvviso a risolvere problemi nuovi e difficili, come è stato quello di ingaggiare una battaglia impari contro un nemico sconosciuto persino dal mondo scientifico, pur trattandosi nella realtà di una semplice molecola proteica che, forte delle sue proprietà chimiche e fisiche, ha seriamente messo in difficoltà il mondo intero provocando danni irreparabili non solo ai già difficili equilibri degli ecosistemi ma all’economia di tutti i paesi colpiti con una continuità esasperante da questo nuovo tipo di flagello, e per di più, volendo considerare questo virus malefico da un punto di vista” strettamente naturalistico” come una giustificata rivalsa della natura nei confronti di un fattore antropico che, molto poco osservante delle leggi richiamato a considerare con serietà il vero valore della vita, è stato altresì costretto, anche se in maniera piuttosto violenta, a riflettere seriamente sul grave errore di voler considerare l’uomo come il padrone assoluto del creato, in un tale contesto da definire assolutamente anomalo oltre che nuovo, ritengo possa essere alquanto significativo oltre che doveroso e di grande utilità quando la bufera si è calmata anche se solo parzialmente e solo dopo un attento, pacato e profondo esame degli avvenimenti che hanno messo in discussione “ un modus vivendi” da “rivedere”, formulare delle giuste riflessioni di natura sia scientifica che pratica tanto più significative in un paese che in tema di cultura vanta numerosi primati, anche se per tradizione appare sempre più poco incline al dialogo. La prima riflessione che si impone è per la verità quanto mai sconcertante in specie per tutti coloro che hanno vissuto per una vita nel mondo della ricerca scientifica, da tempo sempre più difficile a causa dei numerosi tagli imposti da una economia più volte traballante e carente . Lasciando ora da parte ogni polemica e tenendo ben presente le parole pronunziate dal Presidente Mattarella che così si è espresso di recente a Genova in occasione dell’apertura del nuovo ponte Morandi affermando che “le responsabilità non sono mai generiche ma hanno un nome e cognome e sono frutto sempre di azioni ed omissioni per cui è importante che ci sia un accertamento preciso, sicuro e rigoroso “, nel mentre da ogni parte si auspica di ritrovare sempre una fattiva collaborazione di tutte le forze per giungere alla soluzione di un problema, elemento da considerarsi indispensabile sempre, ma ancora di più quando ci si trova a risolverne uno così delicato come quello della salvaguardia della pubblica salute (come appunto ha richiesto e richiede ancora la pandemia legata al corona virus), al contrario proprio in questa circostanza ci si trova a rilevare, fin dalle prime battute, un ben diverso clima che persiste e che si sintetizza poi solo in una critica serrata ed asfissiante nei confronti di un governo che, malgrado gli sforzi compiuti in un momento veramente difficile, continua ad essere soltanto il bersaglio sistematico di una opposizione che ha un solo fine, quello di rovesciare tutto per raggiungere il potere sostituendosi in ogni comparto. Bisogna intanto ammettere che, anche volendo essere critici nei confronti di alcuni provvedimenti governativi intesi come pericolosa privazione di libertà (che potrei anche condividere essendo per natura contrario ad ogni forma di prevaricazione), con onestà occorre osservare che gli stessi erano stati suggeriti come indifferibili ed attuabili velocemente proprio da una valida commissione scientifica chiamata per la prima volta nella storia del nostro paese a collaborare con il governo e, guarda caso, anche una volta tanto, ascoltata. Per quanto riguarda i tanti provvedimenti Intendo riferirmi al “lockdown” (che nella nostra lingua si traduce in “forzata prigionia”), elemento indispensabile per salvaguardare soprattutto la vita delle persone anziane facile preda del virus, l’assoluto divieto di riunioni, feste, convegni con la chiusura a tempo indeterminato di scuole di ogni ordine e grado fino alle università, unitamente al blocco della produzione industriale, tutti provvedimenti risultati, quando sono stati applicati nell’intero paese in maniera adeguata, opportuni e quanto mai utili al solo fine di evitare con gli assembramenti i pericolosi contagi che hanno costretto la grande maggioranza dei cittadini ad imboccare, insieme all’uso delle mascherine, l’unico cammino serio da percorrere per evitare una vera sconfitta sanitaria . Questa realtà che tutti abbiamo vissuto tra litigi, polemiche, critiche, denunce, minacce, ha avuto il merito osservando la realtà con animo sereno di ridurre, insieme al sacrificio di un personale sanitario eroico in tutti i suoi settori, di molto il numero dei decessi che avrebbe trasformato una pandemia in un disastro sanitario ed ecologico storico . Poiché tutte le statistiche attraverso i numeri parlano in maniera molto chiara, nel considerare anche l’impreparazione assoluta ad un tale evento nel nostro paese come nell’intero mondo, sembra per lo meno poco opportuno risolvere le inevitabili mancanze invocando problemi di giustizia al solo fine di “punire in maniera esemplare” i presunti colpevoli, pur apparendo in maniera evidente il contrario specie alla luce di un attento esame dei propri errori, in quanto ognuno di noi ha le sue colpe per avere fornito, anche inconsapevolmente, pessimi esempi per le generazioni future . E’ su questo tema da me ritenuto di fondamentale importanza che intendo soffermarmi schierandomi in apertamente a difesa della “gioventù studiosa” (avendola nel cuore per aver lavorato in concordanza di fase per una vita intera), pur sempre criticata aspramente specie negli ultimi tempi dai soliti censori (molto spesso poco idonei ), per alcuni comportamenti (superficialità, movida, assembramenti ), non considerando affatto fingendo di ignorarle, tutte le mancanze, le furberie ed i tanti errori commessi dai potenti, dalle caste dominanti, dagli incoscienti e da tutti negli ultimi sessanta anni, soprattutto in definiti settori ben conosciuti che in realtà hanno fornito gli esempi peggiori nei quali dovrebbero specchiarsi le nuove generazioni (vedi appunto la gioventù studiosa ), quando giungeranno i tempi della sostituzione . Non ho alcuna difficoltà a confessare che queste riflessioni che da tempo mi lasciano perplesso per fortuna sono convalidate anche dalla lettura di numerosi libri che, nel mettere a fuoco da un lato alcune realtà hanno messo in evidenza il grande dono della pazienza degli italiani, dall’altro hanno rappresentato, specie in prigionia, il principale impegno serio della mia giornata di pensionato quando, solo “virtualmente libero” dai numerosi doveri di cittadino sempre più impegnato nei vari pagamenti di bollette sempre in prodigioso aumento a cui vanno aggiunte le delizie della dichiarazione dei redditi (!) anche da parte dei pensionati più modesti , della scadenza puntuale delle tasse più varie con sigle accattivanti come IMU, TASI, IRPEF, ENPAF, iscrizione agli ordini professionali (senza volerne citare altre), con mia somma soddisfazione, con il sorriso sulle labbra come in segno di vittoria ho potuto rilevare il perfetto parallelismo esistente tra le ideologie e le fonti alle quali si ispirano personaggi illustri e le mie modeste riflessioni che purtroppo danno voce al mio carattere poco generoso nei confronti di quanti non amano dire la verità come di quanti vengono meno alle proprie responsabilità ed ai propri doveri . E tutto questo è avvenuto di recente proprio mentre avevo iniziato a scrivere questo articolo avendo nella mente il quadro di quella particolare “gioventù studiosa “ che nel 1968 affrontò i manganelli delle milizie di Scelba per difendere il proprio diritto allo studio, associato anche alla conferma delle mie idee provenienti dalla lettura di un libro recente dal titolo “la strage ed il miracolo “di Antonio Padellaro che riporta una frase molto significativa del grande magistrato, Roberto Scarpinato, che mi aveva molto colpito e che può rappresentare la premessa delle mie riflessioni . Riporto senza alcun commento questa frase pensando, non senza rabbia, come certe realtà possano essere ignorate o dimenticate e non affatto considerate come dei gravissimi errori commessi nel tempo da quanti, pur diretti responsabili i, si considerano innocenti . La frase : “ Viviamo in uno dei paesi più violenti di Europa in cui quello che Giovanni Falcone definiva “il gioco grande” il gioco del potere condotto per anni con stragi, omicidi politici che si sono susseguiti senza interruzione “. Ancor prima di riportare alcune circostanze che rappresentano altrettanti errori di valutazione seria di un problema , oltre che di una mancata e doverosa risposta ai propri doveri, sento il bisogno di anteporre un interrogativo che considero un paradosso : come mai proprio coloro che hanno sempre criticato, messo in dubbio i valori della giustizia sono gli stessi alla quale si rivolgono e la invocano in ogni istante, in ogni occasione anche le più banali, non escludendo quelle in cui la verità emerge da sola senza attendere a lungo un giudizio che tarda a venire anche perché nel nostro paese sono in vigore ben duecentomila leggi (200.000), escludendo molte altre regionali, che da anni attendono una riforma che diviene sempre più difficile . Per quanto concerne poi la dimostrazione della mia personale convinzione di essere tutti colpevoli , nel considerare in questa categoria anche la mia persona, non escluderò certamente le rocambolesche teorie che fanno capo alla categoria dei più noti “negazionisti “ spesso carenti di prove, ed ancor più quella degli “agnostici” che per “comodità” hanno preferito sempre la scelta del silenzio . E’ innegabile che da tempi immemorabili la scienza, nel considerare l’azione esercitata dai cambiamenti climatici, non ha mai mancato di evidenziare i grandi pericoli collegati ai più svariati tipi di inquinamento ambientale a partire da quello dell’aria atmosferica che, avendo completamente mutato la sua composizione chimica, ha continuato ad esercitare le sue funzioni in maniera del tutto anomala, incidendo negativamente sulla salute dei viventi, evidenziando il mancato intervento di quanti hanno volutamente ignorato con la realtà l’esistenza di quelle leggi che, partendo dalla difesa della pubblica salute da ogni tipo di inquinamento investono anche la sicurezza nei luoghi di lavoro per giungere all’impiego intelligente di ogni forma di energia, per cui accanto a queste gravi responsabilità, vanno considerate ancora più gravi le mancanze dei” padroni del vapore” che molto spesso hanno coinvolto gli stessi lavoratori certamente ignari dei gravi pericoli ai quali andavano incontro, senza poter escludere i controlli talvolta alquanto superficiali Come riprova di questa dolorosa affermazione chiamo in causa quanto avviene da tempo come riflesso di tali inadempienze nel settore amianto che, anche dopo la legge del 1992 che ordinava la cessazione di ogni attività , ha fatto sempre riscontrare una mortalità preoccupante in tema di tumori polmonari, in particolare di mesoteliomi pleurici, ricordando che a distanza di un trentennio siamo ancora in cerca di una soluzione che, oggetto di discussione più volte iniziate e mai concluse sui progetti presentati da prestigiose università (Napoli, Bologna, Modena per citare soltanto qualcuna), con l’impiego di brevetti basati sulla scissione della molecola del minerale cancerogeno in due innocue molecole, tutti da verificare solo in tema di “fattibilità “, per la conferma definitiva di un piùampio programma quando dai grammi di laboratorio si passa alle notevoli tonnellate da smaltire . Inoltre pur essendo a tutti noto come quotidianamente vengono evidenziate e segnalate l’esistenza di baracche abusive, di discariche a vista o sotterranee e perfino strade provinciali scelte come”deposito temporaneo” dei prodotti contenenti amianto, sia da parte di incoscienti come da associazioni mafiose, spesso con l’aiuto del silenzio di personaggi compiacenti non dimenticando i vari e numerosi tentativi per un intervento dello Stato richiesti da studiosi, da osservatori specifici in particolare dall’O.N.A. (Osservatorio Nazionale Amianto nato nel 2005), che da tempo hanno portato il problema anche nelle aule del Senato alla presenza di personaggi illustri proponendo soluzioni appropriate per l’eliminazione di questo annoso problema che, malgrado le grandi difficoltà di ordine economico, anche se più volte messo all’ordine del giorno è stato purtroppo sempre differito a tempi migliori anche malgrado le molte sentenze emesse a favore delle vittime in tema di risarcimento dei danni subiti. Quale risposta a questo problema di vitale importanza ? A quanto risulta fino ad oggi : nessuna ! Raggiunti i responsabili diretti ? La risposta, anche in questo caso, è negativa. Dando ora solo uno sguardo fugace anche ai numerosi danni prodotti dall’impiego del nucleare, in tema di impianti accanto ai dolorosi episodi collegati alle catastrofi ambientali di Cernobil, Fusikiama e di tanti altri che hanno provocato e continuano nel tempo a provocare morti a diverse cifre anche e non solo in chiave di malattie, bisogna tener sempre presente tutti i danni derivati dovuti alla esistenza di una quantità rispettabile di scorie radioattive come di soluzioni che ancora oggi non trovano un alloggio definitivo non solo per la lentezza delle decisioni ma anche per la realtà della costituzione del nostro paese che, oltre ad avvalersi di un preoccupante dinamismo sia endogeno che esogeno, presenta una struttura geologica tale da non poter consentire l’esistenza di alloggiamenti idonei . Il tutto rilevabile dall’esame delle numerose pubblicazioni scientifiche italiane sull’argomento forse mai prese in considerazione a giudicare dal silenzio sul delicato argomento malgrado l’obbligo dovuto a certi impegni contenuti nel referendum abrogativo del nucleare svoltosi nel lontano anno 1987. E mi fermo senza dimenticare che se aggiungiamo anche le follie di un fattore antropico che ha sempre per motivi economici assalito a dismisura i doni offerti dalla natura (vedi disboscamenti, trivellazioni, perforazione di montagne costituite da rocce con amianto, l’impiego sproporzionato di diserbanti e di anticrittogamici in agricoltura che spesso producono l’avvelenamento di terreni produttivi per ignoranza di posologie appropriate, deviazioni di fiumi, senza poter dimenticare l’inquinamento dei tanti corsi d’acqua più modesti che sono stati trasformati in vere e proprie discariche di rifiuti provenienti dalle industrie più disparate senza interruzione e senza controlli, sembra quanto mai lecito nutrire serie preoccupazioni per questo maldestro tentativo di suicidio rilevante ma sottovalutato . Pensando giustamente che occorre fermarmi per vari motivi comprendendo anche quello dello spazio riservato ad un articolo, mi domando soltanto se la mancata risposta di tutte le parti competenti vincolate anche dal giuramento sulla Costituzione oltre ad essere una grande colpa non rappresentino un pessimo esempio di tradimento nei confronti n dei propri doveri, triste realtà per tutte le generazioni future in particolare per “la gioventù studiosa” che, ricevendone l’eredità, sarà costretta ad affrontare con grande senso di responsabilità ma soprattutto con timore ed in condizione di precarietà i delicati compiti ai quali sarà destinata. E dire che nel tracciare il clima in cui la attuale gioventù studiosa si troverà ad agire ho omesso volutamente una serie abbastanza nutrita di altri esempi pericolosi che affollano la stampa quotidiana e che sono deprecabili esempi di comportamenti che vanno dai numerosi cambi dittuati in”chiave moneta pronta cassa “, per giungere al ricorso abituale ai paradisi fiscali dei tanti “soliti noti” che nascondono tesori rapidamente accumulati e tenuti ben lontani dalle tasse, cui vanno ad aggiungersi altri elementi “modelli di onestà” come l’invenzione delle “leggi ad personam”, sempre molto generose nel considerare lecite tutte le proprie” aspirazioni “, leggi votate con assoluta priorità nel mentre attendono ancora in sacrestia molte altre come quelle che riguardano le carriere dei ricercatori universitari, degli incaricati e di tutti precari della scuola che attendono da anni i sospirati concorsi per potersi considerare in pianta stabile . E pensare che tutto quanto è stato citato, in chiave chimica si traduce nell’esistenza di una soluzione effervescente che contiene tra i suoi componenti elementi che vanno dai velenosi ai radioattivi, pronti a mettere in atto le proprietà fisiche e chimiche di cui dispongono che si riconoscono in partenza dannose.
Per questi motivi come per tanti altri omessi, nel voler considerare tutti giustamente colpevoli al contrario, occorre difendere proprio la “gioventù studiosa” che, pur con qualche colpa, va valutata in maniera diversa quando si considera soltanto il valore della giovinezza con i suoi sogni, con l’età delle aspirazioni, con un cuore straboccante di generosa attività molto spesso ridimensionata in virtù di tempi molto critici come quelli attraversati, privata della normale compagnia dei coetanei nella scuola, nella università, non dimenticando i propri venti anni con le relative esuberanze, con le sue” necessità”. Infine il Cristo ci ricorda che :“chi è senza peccato scagli la prima pietra “. E proprio grazie a questo improvviso assalto di saggezza, mi sovviene con commozione un episodio del mio passato di studente di ginnasio inferiore (così si chiamava “nell’era geologica passata“ l’attuale scuola media), quando tradussi una favola di Fedro dal significato sempre attuale che fornisce anche tanta forza alle mie riflessioni. Testualmente: “Peras duas Iuppiter nobis imposuit duas, propris repletam vitiis post tergum dedit, alinis ante pectus sospendi gravem, hac rivedere non possumus, alii simul delinqunt censore sumus”. Giove donò al genere umano due bisacce : mise dietro le spalle quella piena dei nostri difetti e, sul petto, quella dei difetti altrui. Per questo motivo noi non possiamo vedere le nostre colpe ma ci ergiamo a censori appena gli altri parlano” Nel meditare sul profondo significato di questi versi, prima di aprire bocca pensiamoci bene e …….. soltanto dopo avere ben guardato in faccia la realtà nei suoi molteplici aspetti.
RENATO SINNO
GIA’ DOCENTE DI MINERALOGIA UNIVERSITA’ DI NAPOLI “FEDERICO II”