Appena nel mese di gennaio, le intelligence occidentali avevano individuato in Amir Mohammed Abdul Rahman al-Mawli al-Salbi il successore di Abu Bakr al Baghdadi, ucciso il 27 ottobre scorso nel corso di un raid Usa.
Il nuovo Califfo, che aveva scelto di chiamarsi Abu Ibrahim, era stato identificato in al-Salbi, già noto con il nome di battaglia di Hajji Abdullah.
Al-Salbi, sulla cui testa pende una taglia da 5 milioni di dollari, ha origini turcomanne irachene ed è originario di Tal Afar.
Sono stati necessari mesi prima che le intelligence occidentali rimettessero insieme tutti i tasselli del puzzle che hanno permesso la sua identificazione.
Un lavoro che oggi pare essere vanificato dalla decisione di al-Salbi, di lasciare il comando dello Stato Islamico a un nuovo capo che non avrebbe origini arabe.
Già il caso di al-Salbi rappresentava un’eccezione – in quanto di origini turcomanne e non arabe – ma appare ancor più sorprendente che la scelta del nuovo comandante possa cadere su un italiano non arabo, tra i cui studi non si annoverano particolari conoscenze religiose né alcuna laurea sulla sharia.
Con non poche difficoltà siamo riusciti a contattare al-Salbi, perché ci spiegasse le ragioni per le quali la scelta del nuovo Califfo potrebbe ricadere su una persona così diversa dai precedenti leader dello Stato Islamico.
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Califfo Abu Ibrahim, cosa la spinge a lasciare il comando?
- Dopo la morte di Abu Bakr al Baghdadi, già a distanza di poche ore, ero stato scelto per diventare il suo successore. Per mesi sono riuscito a mantenere segreta la mia identità, in attesa di poter progettare una serie di attentati da far dimenticare quelli che aveva realizzato il mio predecessore
- Poi cosa è successo?
- Proprio in questi ultimi giorni, sono venuto a conoscenza del fatto che nel vostro paese ci sarebbe un uomo che avrebbe concepito un piano formidabile per uccidere molti infedeli (cristiani) senza correre il rischio di colpire altri fratelli musulmani. Una strage molto selettiva e con un numero elevatissimo di morti
- Può parlarci di questo progetto?
- Certo, come in precedenza, noi siamo abituati a indicare gli obiettivi e i metodi. Il progetto è quanto di più ambizioso e intelligente che mai mente umana potesse concepire. Provi ad immaginare le vostre chiese gremite da fedeli…
- Vorreste colpire dunque le chiese con attentati dinamitardi?
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Un attentato dinamitardo non sarebbe selettivo e, oltretutto, produrrebbe vittime soltanto nell’edificio colpito. Provi invece ad immaginare un attentato su larga scala, più chiese, con la gente che non muore subito, ma che porta all’esterno e nelle proprie famiglie la morte…
- Non capisco come
- Semplice, tale signor Salvini, proprio durante questo periodo che il coronavirus ha ucciso migliaia di italiani prima che si ricorresse a misure di isolamento che non permettono alla gente di assembrarsi nei locali, nelle scuole, nei negozi o in mezzo alle strade, ha lanciato la proposta, per la vostra Pasqua, di aprire le chiese ai fedeli. Migliaia di persone che torneranno a incontrarne altre, amici, parenti, vicini o appartenenti alla stessa parrocchia, che si contagerebbero a vicenda e diffonderebbero ovunque il virus. Migliaia di infedeli (cristiani) colpiti tutti lo stesso giorno… Ecco perché sono disposto a lasciare il comando, nel caso in cui questo bravo italiano decidesse di diventare il nuovo Califfo…
E già, né al Baghdadi e neppure lo stesso al-Salbi, avrebbero potuto progettare un piano così perfetto…
Gian J. Morici