SIGONELLA E’ STATA COINVOLTA NELL’UCCISIONE DEL GENERALE SOLEIMANI?
di Agostino Spataro *
Allo stato, dalle notizie circolanti, non é dato conoscere, con certezza, la verità dei fatti. Eppure, taluni sostengono che gli ordigni siano stati lanciati da un drone partito dalla base Usa di Sigonella, in Sicilia.
Su tale punto è necessario, e urgente, fare chiarezza, conoscere la posizione del governo italiano e, in particolare, del presidente del Consiglio visto che non appaiono convincenti le colorate smentite su FB del ministro degli Affari esteri e nemmeno quelle più seriose del ministro della Difesa.
E’ importante sapere se c’é stato o meno un coinvolgimento di Sigonella nell’ attentato di Baghdad. Personalmente, spero proprio di no.
In caso affermativo il fatto sarebbe gravissimo sia per gli aspetti politici, militari e giuridici connessi, sia per l’allarme che potrebbe ingenerare, in Sicilia e in Italia, nel timore di eventuali ritorsioni iraniane.
Nell’attesa, speriamo breve, ci si dovrebbe astenere dal diffondere “informazioni”, “voci”, supposizioni specie da parte di esponenti politici (anche di modesta levatura), di organi di stampa e quant’altro poiché insistere su questo tasto (senza averne le prove) farebbe il gioco della propaganda dell’amministrazione Trump che ha ordinato l’irresponsabile attacco e di talune forze politiche italiane al suo servizio.
Per altro, l’eventuale, remissiva connessione con Sigonella potrebbe creare seri rischi per i contingenti italiani inviati in diversi Paesi del Medio Oriente e dell’Africa.
In questi casi la politica estera, la posizione, i comportamenti dei governi contano e come!
Ricordo gli attentati in Libano- nei primi anni ’80- quando grazie alla posizione responsabile, equidistante e di pace assunta del governo e del Parlamento italiani fu risparmiato il nostro contingente dalle azione di virulenta ritorsione anti-occidentale che, purtroppo, fecero strage di militari Usa e francesi.
Perciò è consigliabile prudenza e impiegare le energie per intraprendere iniziative di sensibilizzazione, di mobilitazione popolare contro le guerre in Medio Oriente e in Libia che, da un momento all’altro, potrebbe deflagrare, pericolosamente, a due passi dalla Sicilia.
Nel caso del conflitto libico il discorso della base di Sigonella regge poiché essa ha avuto, e potrebbe ri-avere, un ruolo decisivo e devastante.
L’avventurismo di Trump, spalleggiato dai governanti d’Israele, ripropone semmai il problema serissimo dell’esistenza e dell’uso delle basi militari Usa ubicate nel territorio della sovrana (almeno sulla Carta costituzionale) Repubblica Italiana.
Ho messo in neretto l’aggettivo “sovrana” per ricordare a chi, in questi ultimi tempi, ha fatto della sovranità italiana la bandiera delle sue scorrerie demagogiche ed elettoralistiche per poi, cioè oggi, correre al primo “squillar di trombe “ a mettersi al servizio del disegno di chi questa nostra sovranità, di fatto, la calpesta.
Intendo riferirmi all’on. Salvini della Lega (Nord) e al presidente Trump, ricordando che anche i suoi predecessori (di Trump) raramente hanno rispettato le prerogative di sovranità in questo come in altri delicatissimi campi della vita del nostro Paese.
Tranne in un caso che fece storia quando Bettino Craxi, capo del governo italiano, negò al governo Usa (Reagan) l’autorizzazione di catturare un aereo, costretto ad atterrare a Sigonella con a bordo gli attentatori della “Achille Lauro”. Ovviamente non si voleva garantire una sorta d’impunità agli attentatori, ma salvaguardare il principio della sovranità nazionale italiana.
