Che la crisi della Popolare di Bari fosse un “caso a parte” tra quelli, purtroppo successi e ripetuti di banche (e banchetti) che si sono mangiati i soldi dei correntisti e risparmiatori, lo avevamo scritto l’altro giorno, quando la notizia della crisi della “banca territoriale” della Puglia e del suo Capoluogo è giunta pressoché in contemporanea con quella del suo “salvataggio”. Notizia per modo di dire. Solo qualche distratto dalle cose di quattrini come me non era al corrente della crisi che durava da anni.
Ma, stranamente sembrava una crisi “buona” più formale che sostanziale, al punto che non si sentiva fiatare un solo risparmiatore ed era possibile addirittura, sia pure ad un vecchio balordo come me, ignorare che anche questa doveva aggiungersi all’elenco delle banche disastrate.
Perché i Pugliesi sono stati così ottimisti e riservati e non hanno strillato come i Viterbesi, i Toscani, i Veneti, i clienti delle altre banche più o meno “rotte”?
E come mai così fulminante è stata la notizia che “era stato messo tutto a posto”, e che, anzi, la banca locale stava per diventare una “banca del Sud”, erano arrivati i soldi, un miliardo, e, quindi, crediti e sovvenzioni a chi li avesse voluti. Evviva.
C’è voluto qualche giorno per capire che se c’era una notizia, una certezza, era tra quelle dei disastri, delle bancarotte.
Il resto era ed è progetto, speranza, modo per ingoiare il rospo.
Ed abbiamo visto finalmente (si fa per dire) i clienti della Popolare di Bari con cartelli e facce incazzate manifestare.
Manifestare non certo contro la fortuna di ritrovarsi vicino casa, una specie di superbanca.
La gatta, dunque c’era e c’è. E solo qualche allocco potrà compiacersi in quanto cliente della “Superbanca” che meglio non c’è manco a Milano.
Gatta ci cova. Che razza di gatta?
Certo una gatta un po’ speciale, capace di farsi dimenticare per anni.
Ora anche un povero ignorante di cose di quattrini, di banche, di affari come me ha modo di capire di che razza è questa “gatta”. Anche se poco se ne parla tra le scarse notizie dei Baresi incazzati.
Viene fuori, cioè non è più un segreto e chi vuole, ma pare siano pochi, può rendersene conto, che tra i clienti della Pop Banca pugliese c’è un cliente inconsueto.
La “gatta” sono i magistrati italiani che certamente hanno nella Banca Popolare di Bari la banca che preferiscono. Ma questa è la banca della Corporazione. Tra i clienti c’è infatti il C.S.M. Consiglio che non ha sede a Bari ma a Roma, a Piazza Indipendenza, in un luogo dove a pochi passi di distanza c’è pure la Banca d’Italia e tutte le maggiori banche della Nazione.
Non abbiamo visto magistrati incazzati tra i manifestanti che oggi reclamano il loro denaro.
Si vede che possono stare tranquilli.
E, difatti, non so se la crisi della banca del loro organismo istituzionale possa in qualche modo ledere i loro interessi personali.
Ma, probabilmente, anche se la risposta, come credo, potrà essere “no”, qualcuno è riuscito con la stampa, con le chiacchiere, con i singoli risparmiatori a far credere che la banca del C.S.M., la banca dei Magistrati, non può correre rischi delle altre banche, che so, come quelle degli industriali, dei commercianti.
E’ così? Forse no. Sono io che, vecchio peccatore, ogni tanto mi diverto a pensar male.
E, ogni tanto, ci azzecco.
Mauro Mellini
19.12.2019