di Biagio Maimone
Mafia, razzismo e povertà sono le manifestazioni più tragiche ed inquietanti della società attuale.
Mentre la mafia agisce per interessi economici, il razzismo si fonda sul rifiuto di chi si giudica diverso ed inferiore. Tuttavia, entrambi i fenomeni sono sorretti dall’odio. Entrambi i fenomeni sono voci dolenti della povertà, sia di natura materiale, sia di natura morale o meglio ancora del degrado sociale, che sembra imperversare. Nulla succede per caso, in quanto tutto ha una sua causa. Per tale ragione, l’incrementarsi dei fenomeni degenerativi della società è da ricercarsi nella stessa società o meglio ancora nella gestione politica di essa. Occorre preoccuparsi della superficialità imperante, nella mancanza di leggi realmente incisive sul piano della tutela morale ed etica della società civile ed istituzionale. Troppo lassismo, troppa incuria: è questo lo spettacolo desolante che si staglia davanti agli occhi di tutti. L’abbandono e l’abbandonarsi sembra essere l’atteggiamento dominante.
Nascono movimenti: tanti e diversi. Essi sono espressione dello spirito politico, sociale e civile dei giovani e dei meno giovani che non vogliono lasciare la propria società nello stato di abbandono in cui versa.
Si guarda preoccupati al governo della nostra nazione e del mondo intero. Certo il processo di globalizzazione in atto ha infranto argini fisici ed anche argini giuridici consolidati, senza i quali straripano diritti e doveri, cose e persone.
E’ anche vero che l’umanità delle nazioni forti e sicure è stata governata senza scrupoli ed ora incombe il disastro ambientale, oltre al disastro economico.
Sicuramente chi ha fatto i propri interessi personali e particolari, “del qui ed ora”, senza preoccuparsi del futuro, ha dimenticato il futuro dei propri figli e nipoti.
L’egoismo cieco e disumano è stato finora il vettore dei cosiddetti “potenti” delle nazioni del mondo. Mafioso non è solo l’etichetta di chi costituisce un’associazione a delinquere, ma è anche colui il quale governa la realtà senza scrupoli, per i propri interessi personali.
Parlare di mafia allora significa parlare di morte sociale, di crudo e nudo interesse economico a danno dell’altruistico governo della realtà economica, che genera vita e benessere per tutti, nel rispetto inderogabile delle regole economiche, sociali, morali, nonché ambientali.
Governare in modo egoistico ha generato degrado e povertà, nonché rifiuto dell’altro. Da qui il razzismo ed il disprezzo dell’essere umano.
Ricreare la cultura umana nel campo dell’economia e dell’agire politico è la sfida che attende noi donne e uomini del secolo attuale, consapevoli della necessità di ricreare gli argini di un’umanità devastata dall’egoismo e dallo strapotere di chi non si è preso cura non solo dell’essere umano, ma anche del pianeta terra, che vede legati imprescindibilmente la natura e l’uomo, la legalità ed il progresso, lo stato di diritto e la crescita umana, che impedisce l’affermarsi delle mafie, del razzismo e dell’odio sociale.