DALLA SICILIA INVESTIMENTI TECNOLOGICI IN MAROCCO.
110 IMPRESE INTERESSATE ALLA MISSIONE IN PRIMAVERA.
L’AMBASCIATORE: “SICILIA HA CAPITALE TECNOLOGICO IMPRESSIONANTE
LAVORIAMO AD UN COLLEGAMENTO AEREO DIRETTO CON PALERMO”.
IRFIS: OPERATIVO IL FONDO SICILIA, INTERESSI FRA LO 0,15 E LO 0,25%
Palermo, 4 dicembre 2019 – Scambi tecnologici fra Sicilia e Marocco e investimenti produttivi per una svolta “green” dell’economia.
Ad un mese dalla firma a Rabat, tra i rispettivi Governi, del “Partenariato strategico multidimensionale” fra Marocco e Italia, che apre la strada a numerose attività di cooperazione bilaterale fra i due Paesi, oggi 110 imprese siciliane d’eccellenza, operanti nelle nove province dell’Isola e in tutti i settori – che hanno investito in ricerca scientifica e hanno innovato le loro produzioni, dall’agroindustria alla bioedilizia, dalla biochimica alle energie rinnovabili fino al turismo – hanno partecipato all’incontro preparatorio alla missione a Casablanca che sarà organizzata nella prossima primavera dall’Ambasciata del Marocco in Italia e dal Consolato generale a Palermo con la Banca popolare S. Angelo e Sicindustria e con l’assistenza finanziaria di Sace Simest, di Irfis-FinSicilia e della Banque generale populaire du Maroc.
A Casablanca si svolgeranno incontri B2B con imprese individuate dalla Confederazione generale delle imprese del Marocco sulla base dei progetti delle aziende siciliane, con tre obiettivi: trasferire tecnologie e prodotti “made in Sicily”, insediare nuove attività produttive nelle “free zone” che offrono defiscalizzazione totale per 5 anni e una successiva tassazione al 17%, costituire società miste.
L’Ambasciatore del Marocco in Italia, S. E. Youssef Balla, ha spiegato che “il Marocco ha sviluppato settori produttivi ad alta tecnologia e la Sicilia ha un capitale impressionante di alta tecnologia. Cerchiamo, quindi, investimenti esteri in nuove tecnologie, nel Paese c’è una grande espansione in tal senso. Il Marocco è un terreno adatto e conta su industrie di punta che possono essere di interesse per le imprese siciliane”.
L’Ambasciatore ha posto particolare attenzione “alla svolta ‘green’ della nostra economia, che parte dal piano statale di modernizzazione dell’agricoltura in chiave sostenibile, di tutela dell’ambiente, di energia da fonti rinnovabili con l’obiettivo del 56% entro il 2030. Dall’irrigazione alla trasformazione delle derrate fino all’energia, c’è tanto spazio per le tecnologie siciliane”.
Perché, ha aggiunto Youssef Balla, “quella dei cambiamenti climatici è un’emergenza non solo nostra, ha una dimensione globale: incide sulla sicurezza, provoca l’emigrazione dei giovani a causa del degrado dei terreni e l’Africa sta soffrendo del climate change più degli altri continenti. Quindi il Marocco, volendo dare un modello anche a tutta l’Africa, ha puntato su questa strategia che vuole adattare l’agricoltura ai cambiamenti climatici e in questo senso sta cercando di attrarre investimenti internazionali”.
Svariate, dunque, le opportunità che si offrono alle aziende siciliane. “C’è il settore automotive – ha ribadito l’Ambasciatore – che vede il Marocco tra i primi 10 Paesi produttori ed esportatori; l’aeronautico con la presenza dei maggiori produttori mondiali; l’agricoltura, l’energia, il turismo, le attività estrattive e tanto altro ancora. Sei i principali incentivi: le agevolazioni fiscali, che possono arrivare fino a 15 anni; quelle sul trasferimento di capitale e di prodotto; la stabilità politica; la certezza giuridica dell’investimento; la possibilità di accesso diretto ai mercati dei Paesi dell’Africa occidentale che registrano una crescita costante del 3,6% annuo; l’operatività del nuovo porto di Tangeri che è diventato il primo del Mediterraneo per traffico merci”. E, ha concluso Youssef Balla, “dopo il collegamento aereo diretto con Catania stiamo lavorando per aprire un collegamento aereo diretto con Palermo”.
Per finanziare i nuovi accordi con le imprese marocchine, le imprese siciliane possono attingere agli strumenti messi a disposizione dai partner della missione. Ettore Sanfilippo, responsabile settore commerciale dell’Irfis-FinSicilia, ha annunciato che “grazie all’approvazione di un addendum alla convenzione, che rinnova l’attività del finanziamento agevolato, già nei prossimi giorni le imprese siciliane potranno presentare istanza per il Fondo Sicilia, che eroga finanziamenti con un tasso di interesse minimo, che varia dallo 0,15 allo 0,25%, e che può intervenire anche in sinergia con altre banche”.
Ines Curella, A.d. della Banca popolare S. Angelo, ha illustrato la parte di finanziamento ordinario: “Sosteniamo le aziende con i tradizionali strumenti (fidi a medio termine, linee commerciali, finimport e finexport) e per le esigenze più sofisticate sull’operatività estera ci avvaliamo di una partnership formalizzata con Banca Ubae, banca italo-araba specializzata nell’assistenza internazionale, sia per gli aspetti operativi che di finanziamento diretto”.
Antonio Bàrtolo, Global senior relationship manager di Sace per le Mid Corporate di Campania e Sicilia, ha illustrato i vantaggi strategici di un investimento in Marocco (riduzione dei costi, avvicinamento ai mercati esteri e maggiore disponibilità di materie prime) e i prodotti finanziari di Sace “che hanno un punto di rating in più rispetto a quello della Repubblica italiana e, quindi, sono più spendibili all’estero”.
E Abdelghani Bouanfir, direttore delle sedi italiane di Banca Chaabi, gruppo Banque centrale populaire du Maroc, ha osservato che “grazie all’elevato rating del nostro istituto, le nostre credenziali sono più facilmente scontabili presso una banca italiana”.
Da parte sua, Nino Salerno, delegato all’Internazionalizzazione di Sicindustria, ha invitato il Regno del Marocco “ad aderire alla rete Enterprise Europe Network, che offre assistenza gratuita ai percorsi di internazionalizzazione delle aziende”. Invito accolto dall’Ambasciatore.
Infine, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha spiegato perché il Comune sostiene questa iniziativa: “La Banca S. Angelo ha colto pienamente la visione globale che abbiamo dato nell’incontro a Palazzo delle Aquile dello scorso 25 marzo: cioè, la cultura porta economia. La cultura e il futuro del mondo si chiamano Africa. Il Mediterraneo non è un mare che divide, ma un continente d’acqua che unisce”.