(Catania, 6-7-2019) “Prendiamo atto della ricostruzione del collega Di Paola riguardo le presunte carenze del censimento delle Incompiute redatto dalla nostra Task force, ma temiamo che siano stati travisati i termini della questione. Una cosa è infatti l’elenco SIMOI (Sistema Informatico Monitoraggio Opere Incompiute) voluto dal Ministero delle Infrastrutture e che, per legge, il Dipartimento regionale tecnico è tenuto a pubblicare online; tutt’altra storia sono i risultati della Task force sulle Incompiute voluta dal Governo Musumeci, un censimento condotto attraverso una capillare indagine nei Comuni siciliani che fanno i conti con tale piaga”.
Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, facendo il punto dopo un’interrogazione del M5s secondo cui i dati elaborati dqlla Task force sulle Incompiute siano “incongruenti”.
“Occorre ricordare – prosegue Falcone – che il MIT, ogni anno, obbliga le stazioni appaltanti a inserire nel SIMOI le opere ritenute “incompiute” secondo la definizione della legge, ovvero i casi di opere interrotte per contenziosi o cause di forza maggiore. L’attività della Task force ha preso spunto dai dati SIMOI 2017, integrati e rielaborati dall’Assessorato attraverso le puntuali ricognizioni nei Comuni, le audizioni e le relazioni degli enti. Un’iniziativa di ampio respiro che finora mai si era registrata in Sicilia – rimarca l’assessore alle Infrastrutture – varata su preciso input del Governo Musumeci per voltare pagina in concreto per completare oppure abbattere le incompiute siciliane”.
“I disallineamenti – conclude l’assessore – potrebbero dunque derivare dall’inserimento, compiuto dalle stazioni appaltanti nel passato, di opere incomplete sì ma non definibili “incompiute” ai sensi della legge. Sulle eventuali difformità, in ogni caso, la Task force è già al lavoro per rimettere ordine nei dati ove fosse necessario”.