Mattarella, sia pure con un certo ritardo, è intervenuto sulla questione della corruzione per le nomine in Magistratura e dei “vuoti” nel C.S.M. determinati da dimissioni di Consiglieri coinvolti.
Respinta l’ipotesi di uno scioglimento anticipato, perché esso comporterebbe nuove elezioni con lo stesso sistema (ma sembra eccessivamente ottimistico ritenere, invece, che una profonda riforma possa essere effettuata con tempi minori di quelli della durata di questo Consiglio), Mattarella ha annunziato che si appresta ad indire elezioni parziale suppletive per i posti vacanti per dimissioni.
Che questa sia la soluzione migliore è almeno discutibile. Occorre, intanto sapere se seguiranno altre dimissioni. Ma, soprattutto, è prevedibile che per conquistare questi posti si scatenino tutte le famigerate “correnti” e non solo quella o quelle dei dimissionari. Meglio così, da un certo punto di vista: salta l’assetto del “dosaggio” precedentemente raggiunto. Ma aumenterà l’accanimento “correntizio”.
E finchè le correnti ci saranno non è scompaginandole un po’ che si rimedia.
Semmai, poi, per i posti che saranno messi in palio si aprirà un nuovo mercanteggiamento.
E, intanto, il solo fatto che i procedimenti disciplinari per gli scandali in corso siano decisi da una “disciplinare” espressione di questo Consiglio è cosa veramente deprimente.
Certo il compito di Mattarella è difficile perché tutte le soluzioni hanno aspetti poco accettabili.
C’è stato poi il tentativo di coinvolgerlo nello scandalo, o, almeno, ciò è avvenuto nei titoli delle cronache di esso. Poi è venuto fuori che questo “coinvolgimento” sarebbe stato rappresentato da affermazioni di altre persone veramente coinvolte di voler ricorrere a lui. Che questo sia un “coinvolgimento” è cosa che fa ridere. Ma così anche Mattarella potrà constatare quella logica degli “indizi” su cui si reggono inchieste talvolta micidiali.
Vedremo che succederà nei prossimi giorni.
Mauro Mellini