Nel 1953 fu scoperta la doppia elica del DNA. Questa doppia elica appariva con miliardi di sensori chimici e la capacità adattiva di crearne altre miliardi in relazione alla realtà esterna e alle necessità (es.: cane che somiglia al padrone, coppia di coniugi che dopo molti anni vissuti insieme si somigliano).
Con lo studio del genoma sono stati svelati dei segreti della vita umana nascosti da sempre, ora si sa che la vita dei nostri geni è fortemente continuamente attiva, per esempio essi sanno:
– 1) che cosa è bene e lo perseguono;
– 2) evitare ciò che è male sapendolo riconoscere;
– 3) totale concentrazione per assicurare la sopravvivenza;
– 4) monitorare il benessere in ogni altra cellula;
– 5) adattarsi alla realtà senza resistenze!!! nei giudizi;
– 6) attingono alle risorse della natura anche le più profonde.
Ne consegue che il linguaggio delle cellule è spesso contrario al nostro comportamento, talvolta eccessivo e deficitario in molte cose (es.: stramangiare, alcool, medicinali, droghe, iposonnia, ecc.).
Quindi il doppio messaggio che il nostro comportamento a volte sconsiderato, ci sembra che a lume della saggezza dei sei punti sopra elencati decisamente non può farci bene.
Dalle ultime ricerche risulterebbe che le peggiori somatizzazioni anche a livello di sindromi croniche avvengano per il prolungato scontro tra i geni e il nostro talvolta sconsiderato comportamento.
Per liberarsi occorre tenere presente che la trascendenza sotto il cui angolo visivo tutto l’essere del mondo è in trapassare , per la vera libertà di spirito e di corpo.
La mèta finale è cogliere tutto ciò che è in una veduta d’insieme sommando le piccole vedute e percezioni gratificanti.
Il lavoro di auto guarigione biotransenergetico , da un lato come abbiamo detto sopra cerca di fornire strumenti ed indicazioni per il processo di evoluzione per ottenere una trance equilibrata che sviluppi la sensibilità sensoria acquisendo anche uno spazio meditativo che consenta l’allargamento delle aree di consapevolezza gestendo meglio il proprio laboratorio cellulare.
Il Professore
Francesco Pesce