Mi diceva una persona amica di aver inteso un Ufficiale dei Carabinieri formulare un solenne giudizio sui nostri attuali governanti e detentori della maggioranza in Parlamento ed altrove: “Almeno questi sono onesti…”.
La gratuità assurda di un tale giudizio non può sfuggire ove si consideri che un Ufficiale di Polizia Giudiziaria dovrebbe essere tra i primi a disporre di dati statistici relativi alle proprie funzioni ed alla materia che ne è oggetto ed a trarre qualche considerazione che da sola vale a poter ridicolizzare una simile, spericolata affermazione.
Basta infatti considerare il tempo necessario ad un “disonesto”, tale ben deciso ad essere e, come tale a comportarsi per trovare il modo di dar la prova di tale sua qualità nell’esecuzione di una pubblica funzione e di un pubblico potere. C’è poi il tempo necessario a che le eventuali bojate del neo uomo di governo (o, comunque, di una Pubblica Amministrazione) siano, oltre che realizzate, venute a conoscenza dei colleghi dello speranzoso Ufficiale e se ne siano potute acquisire una quantità di prove. Mettete a confronto il tempo necessario per tutto ciò con quello in cui gli attuali nostri governanti siedono sui loro scranni e dovrete giungere alla conclusione che l’ottimista Ufficiale dell’Arma Benemerita, se non è fornito di speciale capacità divinatorie, parla tanto per parlare.
Ma c’è una ragione, un criterio di valutazione, che non ha bisogno di tanto tempo per stabilire se un Pubblico Amministratore, un Ministro sia, invece, disonesto.
In un Paese democratico, come è noto, le cariche pubbliche non sono ereditarie. Nè a ricoprirle debbano essere chiamati pure coloro che hanno “studiato”, che so, da ministro fin dalla loro adolescenza.
Ma un minimo di capacità specifica una persona chiamata a ricoprire una carica di ministro, deve pur averla.
Se, puta caso, (e tratterrò le risa), qualcuno mi proponesse (o mi avesse proposto quando non ero così vecchio) di diventare ministro della Difesa di un Ministero qualechessia, io per essere onesto avrei dovuto pregarlo di continuare altrove la ricerca, non accettando l’incarico altrimenti ognuno potrebbe definirmi “disonesto”, perché, a parte qualche buona nozione di diritto penale militare, ne so di Difesa, di armi, di tattiche di carriere militari etc. etc. quanto voi ne sapete di astronomia.
Benedetto Croce diceva che l’uomo politico onesto è quello che fa bene ciò che i suoi compiti istituzionali imporranno debba fare.
Un Toninelli, benché io pensi che non si sia portato a casa nemmeno un pennino dal Ministero, è un “disonesto”. E non aggiungo altro.
Non aggiungo, ma forse dovrei farlo, che non si può essere uomini politici onesti se non si ha quella “passione civile” che ci spinge a considerare gli affari della Repubblica, delle Regioni e del Comune, come affari della nostra famiglia, con le stesse responsabilità, speranze ed impegno.
Se di un uomo politico non possiamo dire bene se non affermando che “non ruba”, ciò dovrebbe significare, Signor Ufficiale dell’Arma Benemerita, che per il solo fatto di stare dove sta, mostra di essere un disonesto. Ci sono molti modi per essere tale.
Mauro Mellini