Ci mancava anche questa. Il fondo sadico del Salvini-pensiero è emerso in tutto il suo orrore con il tentativo (speriamo definitivamente respinto) di introdurre la castrazione dei criminali responsabili di reati sessuali. Ritorno al Medioevo: ai ladri si taglia la mano. Con una vernice di pretesa modernità di quel riferimento al metodo. Castrazione sì, ma con leghistico senso della modernità, castrazione chimica.
Gioacchino Belli mirabilmente esponeva un analogo “correttivo” per la pena di morte che una “più pietosa” sentenza della Sacra Consulta (che aveva sede ove oggi è la Corte Costituzionale) inflitta in primo grado con “mazzola e squarto”, aveva disposto fosse eseguita per “quaiottina” (ghigliottina) “morte che pe’ l’onore è n’antra cosa”.
Così la “modernità” del “Salvini-sanaporcelli” vuol punire questi sporcaccioni di stupratori e pedofili con l’operazione che in certi paesi del Sud veniva eseguita da una sorta di specialista paesano girovago che andava di paese in paese, di borgo in borgo, preceduto dall’avviso del suo arrivo dato dal banditore (tambureggiatore o trombettiere): il “Sanaporcelli” che castrava i porcellini destinati a fornire carne più tenera, abbondante e grassa.
“Sanaporcelli”: nel Salvini-pensiero la castrazione (che quando ce vo’ ce vo’) ha a che fare con la sanità forse della stirpe (non diciamo razza così, magari non si offende troppo) spiegando l’operazione del maestro del coltellino nell’esplicazione della sua funzione a soggetti umani da “sanare” con un metodo spiccio di castrazione produttivo della “sanità”. Una forzata redenzione del reo. Però con Salvini la funzione del lucubre mestierante girovago si veste di modernità. Sanaporcelli sì, ma “chimico”. Castrazione che per il paziente è, come avrebbe detto G.G. Belli, “n’antra cosa”.
Questa supposta correlazione tra castrazione e sanità è, oltre che abominevole, pericolosa. Per lui. Per Salvini.
Pericolosa perché rischia di coinvolgere, oltre che il plauso ed il consenso di sadici leghisti, anche qualche abominevole pensiero di gente civile, che, poi, magari si preoccupa e si pente di questi suoi “peccati di pensiero”. Capita, magari, che una persona per bene, civile, sentendo la proposta del Ministro “sanaporcelli” si lasci passare per la testa una perfida ritorsione. Sanare Salvini ed il taurino scalpitare del suo far politica. Come? Beh…orrore! col metodo del “sanaporcelli”, che rende gli animali, oltre che più grassi e dalle carni più tenere e saporite, più mansueti. Orrore! Salvini produce, lo vedete, altro orrore! No! No! Scacciamo il “sanaporcelli” anche dall’armamentario freudiano delle reazioni agli orrori di marca nazista. Chimici.
Mauro Mellini