Agrigento – Ingresso del tribunale stracolmo. Gremito da avvocati intervenuti per le elezioni del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Agrigento. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare in una simile circostanza, l’argomento del giorno era l’arresto, avvenuto ieri, dell’Avvocato Giuseppe Arnone, a seguito dell’ordinanza di sospensione dell’affidamento in prova ai servizi sociali, per espiare un cumulo di pene di 3 anni 5 mesi di reclusione.
Arnone, a cui è stato notificato il provvedimento mentre si trovava in tribunale come imputato, erano state poste delle prescrizioni che aveva già più volte violato (come il divieto di inviare mail e Pec, comunicare tramite mailing list, accedere a forum e chat, utilizzare Facebook e piattaforme web, diffondere volantini o apporre striscioni riportanti immagini o affermazioni diffamatorie, calunniose o moleste nei confronti di soggetti pubblici o privati) da ciò l’ordinanza a seguito della quale è stato tradotto in carcere.
Giuseppe Arnone, personaggio molto noto in città, ma anche fuori, ha sempre avuto atteggiamenti offensivi nei confronti di quanti lo hanno criticato o manifestavano un pensiero diverso dal suo (anche nei nostri riguardi, a tal punto da essere stato oggetto di querele) eppure, nonostante ciò, stamattina in tribunale non erano pochi i colleghi che manifestavano perplessità per quanto accaduto ieri.
Molti i post e i commenti sui social network, tra i quali abbiamo deciso di pubblicare quello dell’avvocato Totò Pennica – più volte arrivato ai ferri corti con Arnone, non esitando a denunciarlo – per lo stile, il garbo e l’onestà intellettuale con la quale ha esternato il proprio pensiero, mettendo da parte le acredini che in questi anni li hanno divisi.
“Alle modalità di esecuzione di una misura privativa della libertà – scrive l’avvocato Pennica – all’inopportunità di eseguirla nel luogo di manifestazione del diritto di critica giuridica: il tribunale di Agrigento. Alla opportunità di raggiungere l’ odiato Giuseppe Arnone con una telefonata per convocarlo e notificargli l’ ordinanza .
Al simbolismo riservatogli pari alle inurbane manifestazioni del suo carattere, fino ad oggi platealmente offensive del decoro delle Istituzioni che pur tuttavia per rimanere altamente credibili non devono mai scendere nella logica del far west anche se l’incolpato è lo Sceriffo.
Sono stato offeso da Giuseppe Arnone tuttavia non condivido il dominante serpeggiante pensiero colto ed intuito in tribunale di celata soddisfazione . Di fronte un uomo ammanettato perché grida frasi e concetti scomposti , offensivi, indecenti, lo Stato dovrebbe ricorrere ad altre misure non a quelle del carcere .
Spero di non ritrovarmi indagato per aver espresso garbata manifestazione di pensiero. Avvocati riflettete anzi riflettiamo: noi siamo i garanti della libertà del cittadino senza distinzioni caratteriali.”
All’arresto di Arnone hanno fatto seguito manifestazioni di tripudio, degne di ben altri arresti – neppure si fosse trattato di Matteo Messina Denaro – scadute a tal punto da brindare nelle vicinanze del tribunale. Uno spettacolo indecoroso. Neppure noi in passato siamo stati teneri con Giuseppe Arnone, né lo saremmo se si riproponessero le stesse circostanze, ma forse, come sostiene l’avvocato Pennica, è il caso di riflettere…
Gian J. Morici
Il commento dell’avvocato
Pennica non mi pare per nulla fine. Tutt’altro, ne ho tratto il personale avviso che egli fingendo di esprimere ad Arnone una sorta di debole solidarietà approfitti, in realtà, di dire tutto ciò di negativo che pensa su Peppe Arnone.
Il commento dell’Avvocato Pennica, non vuole riabilitare Arnone e i suoi metodi e modi, ma semplicemente mettere in evidenza una modalità che non è stata condivisa e la gioia manifestata da taluni.