E’ passato anche il 18° sabato di manifestazione in Francia ed a Parigi. L’Atto 18 di quella che prende sempre più la forma dell’anteprima di una tragedia prevista.
Di solito i vandali cominciano ad agire in fine pomeriggio. Sabato, a metà mattina gli Champs Elysées erano già nascosti da una nebbia di fumogeni.
I fatti sono tristemente visibili. Le immagini parlano da sole. Incendi di mobilio urbano, vetrine spaccate negozi vandalizzati, chioschi di giornali bruciati. Una giornalaia che ha visto trentaquattro anni di lavoro distrutti ha giustamente dichiarato “questa gente non sa cos’è il lavoro o rispetterebbe quello degli altri”. Come darle torto?
Black blocks che attaccavano la polizia, specialisti della violenza, guerriglieri… nel frattempo la Marcia per il Clima, alla quale hanno partecipato dei gilet gialli “veri”, si svolgeva nella calma.
Sophie Tissier, la gilet jaune che dice di aver visto arrivare i black block, si è limitata a condannare l’incendio di una banca che si è propagato ai piani superiori intossicando due poliziotti che hanno salvato una mamma con il suo bimbo abitanti al primo piano. Palazzo che è stato evacuato dai pompieri che non sanno più dove girarsi ogni sabato. Secondo la “ribelle” il fatto che i ristoranti e negozi di lusso distrutti dai black blocks sono nulla in confronto alle sofferenze dei disoccupati. Peccato che i danni siano tali che molti saranno i dipendenti che verranno messi in cassa integrazione… Non basta essere rivoluzionari, bisogna anche riflettere.
Maxime Nicolle, conosciuto come Fly Rider, uno dei portavoce dei gilets gialli, nonché istigatore di violenze, si è pure congratulato ed ha promesso un prossimo Atto molto forte nelle prossime settimane.
Il movimento ha un suo perché, non neghiamo le difficoltà che vivono troppi francesi ma è stato “rubato” dai violenti.
Altro problema: la schizofrenia dei francesi che votano chi promette loro sicurezza, e questo l’ho scritto mille volte, ma che in caso di intervento delle forze dell’ordine urlano subito alle violenze poliziesche. No! La polizia francese è sfinita, fa errori, ma non è violenta al punto da scatenare l’indignazione.
Quando le forze dell’ordine hanno avuto l’ordine di contenere la manifestazione molti si sono indignati. Durante l’Atto 18 i Flashballs erano caricati a “morbido”, nessuno ha perso un occhio o una mano.
Sabato è stata vandalizzata la targa alla memoria del poliziotto Xavier Jurgelé assassinato durante un attacco terroristico nel’aprile 2017 mentre era in pausa pranzo nel furgone. Non poté neppure difendersi. Chi l’ha taggata sapeva chi era?
Il Presidente Macron non ha ancora parlato alla nazione, del resto ha interrotto il suo week-end di sci… Il Primo Ministro Edouard Philippe ed il Ministro degli Interni Castaner saranno ascoltati in Senato martedì.
Cosa succederà se sabato prossimo ci sarà una vera vittima? Che sia lato polizia o lato violenti, le conseguenze sarebbero catastrofiche.
Intanto i francesi che “timbrano” ai servizi sociali hanno sempre gli stessi problemi e sono troppi. E si sa che si tratta di un popolo che può diventare molto violento.
Siamo ancora nell’incredulità e nell’incomprensione. C’è chi parla un piano occulto ma probabilmente siamo in mano ad incompetenti con un Presidente che si concede ben troppe vacanze. Era a sciare invece di appoggiar il Primo Ministro ed il Ministro degli Interni. Non è serio… E tra poco ci saranno le elezioni europee, dove finiremo?
Luisa Pace