Oggi in Senato iniziano i lavori delle Commissioni riunite 1a e 8a, dove si sta discutendo del decreto-legge “semplificazioni”.
Come di consueto, il Governo, getta nel calderone una paccottiglia di emendamenti, su temi disparati, con l’obiettivo di far passare tutti i punti, anche quelli non pienamente condivisi.
Tra le varie “porcate” che nasconde il Dl Semplificazioni, vi è un emendamento che prevede misure fitosanitarie ufficiali anti-Xylella “ivi compresa la distruzione delle piante e dei prodotti delle piante contaminate”, che dovranno essere attuate “in deroga a ogni disposizione vigente, nei limiti e secondo i criteri indicati nel decreto di emergenza fitosanitaria” e nella normativa Ue.
O così o in galera!
La novità assoluta è che la mancata attuazione di tali disposizioni sarà punibile con la reclusione da 1 a 5 anni.
L’emendamento era stato annunciato dal ministro delle Politiche agricole, il leghista Gian Marco Centinaio, ma non ci si aspettava addirittura la richiesta di contromisure di tale portata.
La pena detentiva sarebbe stata pensata per evitare disobbedienze, prese di posizioni alternative e ritardi che potrebbero ostacolare l’azione delle ruspe nelle zone cuscinetto e di contenimento tra il nord Brindisino e il Sud Barese.
Inutile dire che il provvedimento solleverà un polverone non indifferente.
Anche perché non è tutto così “semplice” (per parafrasare il decreto semplificazione) come sembra o come vorrebbero far credere i nostri governatori leghisti e penta stellati.
Spieghiamo perché a partire dalla “disobbedienza” civile del Senatore Ciampolillo
Per il Senatore Lello Ciampolillo (mosca bianca all’interno del Movimento 5 Stelle), gli alberi si possono curare praticando delle sane colture biologiche ed attraverso un’adeguata irrigazione dei suoli. Appare poi fondamentale la gestione delle piante, da effettuare attraverso potature frequenti delle chiome, che svolgono un ruolo fondamentale per contrastare la diffusione del batterio.
Non certo attraverso l’uso indiscriminato di pesticidi (guarda caso spacciati dalle solite multinazionale che da una parte avvelenano dall’altra offrono farmaci curativi), diserbanti, glicofosfati, fungicidi, che oltretutto indeboliscono le difese naturali degli alberi (la provincia di Lecce è al primo posto per utilizzo di erbicidi).
A parlare sono le carte e gli esperti.
Innanzitutto, sulla base degli ultimi dati in possesso dalla Regione Puglia, aggiornati a marzo 2018, la presenza del batterio riguarderebbe una percentuale non superiore all’1,8% degli ulivi presenti nel territorio interessato, percentuali analoghe (se non inferiori) a quelle di quattro anni fa, periodo in cui è stata accertata la presenza del batterio in Puglia.
Come abbiamo spiegato nel corso dei precedenti articoli, si è passati dalle leggi a tutela dei secolari a quelle favorevoli alle estirpazioni in men che non si dica (diceva Andreotti: a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina) nel momento in cui si è avvertito l’odore dei soldi, nella fattispecie quelli elargiti dall’UE per abbattere i secolari.
Appare paradossale continuare ad abbattere alberi affetti da CoDiRo (sindrome di disseccamento rapido) che resistono da almeno due anni.
Anche un bambino capirebbe infatti che l’aggettivo “rapido” sottintende un concetto di velocità: in questo caso il nesso tra velocità di propagazione e deterioramento (almeno in alcuni casi) non esiste.
Perché avviene il disseccamento?
La cosa più singolare è che ad oggi non ci sono certezze scientifiche sulle reali cause del disseccamento e nello specifico, che esso sia causato direttamente ed unicamente dal ceppo pugliese del batterio Xylella fastidiosa (allegato 13-Ciervo Scienze Ricerche).
Altresì appare utile sottolineare che la Xylella fastidiosa è un batterio che ha la capacità di sopravvivere su centinaia di piante, sia erbacee sia arboree, oltre 30 delle quali sono state trovate nel Leccese.
Le domande nascono spontanee
Allora perché la Regione Puglia vuole eliminare un milione di alberi di olivo, come ipotizzato dai fautori delle eradicazioni, senza di fatto poter risolvere il problema?
Dove sta l’inganno, visto che il batterio rimarrebbe comunque su milioni di piante spontanee per poi trasferirsi sulle piante arboree limitrofe?
Quale intento fraudolento si nasconde dietro a certe politiche ?
Cosa si vuole piantare o mettere al loro posto?
Poiché gli studi scientifici condotto fino ad oggi dimostrano che il batterio non si può debellare, ha senso procedere con le politiche di eradicazione quando si è consapevoli della relativa inutilità dell’eliminazione del batterio?
Nessuno si pone domande e intanto la regione Puglia sta mettendo in atto, in particolare con la delibera G.R 24/10/2018 n. 1890, peraltro non in linea con la decisone UE 2018/927 del 28 giugno 2018 (che comunque ha espressamente escluso l’utilità del l’eradicazione degli ulivi, prescrivendo invece l’estensione delle misure di contenimento) un quadro di allarmismo.
Nella stessa delibera è prevista la disposizione dell’estirpazione delle piante risultate infette al test di laboratorio Elisa senza effettuare il test di conferma, nonché l’ordinanza di abbattimento delle piante con sintomi conclamati e ascrivibili alla Xylella, previa ispezione visiva della sezione osservatorio fitosantiario, senza alcuna indagine di laboratorio.
Alla luce di ciò, appare chiaro che il programma di eradicazione della delibera sia da considerasi un crimine contro l’ambiente pugliese.
Per tali motivi l’onorevole Ciampolillo, ambientalista non certo di facciata, annuncia battaglia.
Per lui, dell’Emendamento si può salvare solo il punto 7 o in alternativa si dovranno bocciare tutti i punti dall’1 al 6.
Il Senatore Ciampolillo dalla sua pagina Fb annuncia “Spero che i senatori pugliesi votino contro questo emendamento con cui si intende distruggere gli ulivi della nostra terra. Ho presentato un subemendamento soppressivo e sarò in commissione a lottare per la nostra terra”, ha dichiarato senza mezzi termini.
Solidarietà a Ciampolillo è arrivata dal collega Carlo Martelli che sulla pagina Fb commenta “La maggioranza di Governo, tramite i relatori nelle commissioni VIII e I presenta questo bellissimo emendamento per fare la guerra chimica e fisica (motosega) alla xylella. “Che la distruzione (degli ulivi? della Puglia?) abbia inizio” come si suol dire e codice penale per chi si oppone, come il collega Ciampolillo, che aveva offerto protezione ad un ulivo “portatore sano del batterio incriminato. Non credevo si arrivasse a tanto”.
Conclusioni
Il Decreto “semplificazioni” assume Posizioni antiambientaliste ed il Movimento 5 Stelle, nell’appoggiarlo attua un ambientalismo altalenante, che svela l’inganno ideologico della fallacia logica che i filosofi medievali avevano denominato “ignoratio elenchi” e che, oggi, potremmo definire come “fallacia della conclusione sbagliata”.
In parole povere vengono esposte delle premesse, vere, in tutto o in parte, per cui l’ascoltatore è portato a riconoscerne la validità, salvo poi approdare a conclusioni diverse da quelle che compaiono nella formulazione dell’argomentazione.
Ecco perché si parte dall’allarme oggettivo e si arriva alla delibera coercitiva, che include pene detentive, senza passare per la valutazione scientifica delle alternative.