La Regione Puglia si è orami lanciata nella folle corsa all’eradicazione degli ulivi secolari, in nome della legge, dell’Europa e della Scienza.
Peccato che le analisi vengano condotte segretamente e che sia negata la possibilità di rivolgersi a dei biologi privati per ulteriori conferme circa lo stato di salute degli alberi.
A tal proposito ricordiamo che Pietro Perrino, già Direttore dell’Istituto del Germoplasma del CNR di Bari, aveva svelato il nesso tra l’uso indiscriminato del glifosato, utilizzato come diserbante, e la crescente vulnerabilità delle piante, l’impoverimento dei terreni, la devastazione dell’equilibrio microbiologico e la virulenza delle infezione fungine.
Cristos Xiloyannis, docente dell’Università della Basilicata, dal suo canto aveva ampiamente dimostrato che rafforzando le difese immunitarie degli ulivi attraverso una coltura più sensata, nutrendoli e ripristinando lo strato di sostanza organica distrutto dalla decennale gestione chimica dei suoli, si potevano ottenere risultati notevoli.
Ma a quanto pare il loro parere non conta…
A cercare in tutti i modi di difendere gli ulivi “sani”, ovvero quelli che non mostrano segni di CoDiRo (complesso di disseccamento rapido) da Xylella, è il Senatore Lello Ciampolillo (M5S) che tuttavia non è riuscito a fermare le ruspe all’interno della sua proprietà.
Attorno a lui si è creata una fitta maglia di attivisti solidali, ma le minacce degli uomini con le “divise” proseguono e continua a crescere pertanto la lista degli alberi da espiantare.
Ma non c’era una legge che proteggeva i secolari?
Vogliamo andare a ritroso e capire il perché del triste epilogo della Legge a Protezione degli ulivi monumentali, conclusasi con i loro abbattimenti.
La L.R. Puglia n. 12/2013, del 11 aprile, titolata “Integrazioni alla legge regionale 4 giugno 2007, n. 14 (Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali)”, e approvata con voto bipartisan,
dimostra in maniera assai eclatante come certe politiche siano dettate più dagli interessi economici della cosiddetta “casta” (e non vogliamo essere tacciati di complottismo), che non dagli interessi generali della collettività.
Facciamo un salto indietro.
Nel 2007 la Regione Puglia si dota di una legge unica in Italia, apparentemente innovativa e pregna di significati positivi, la L.R. 14/2007, rubricata “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali”.
La legge, dovrebbe tutelare gli ulivi monumentali, plurisecolari, facenti parte del patrimonio culturale della Puglia.
Per la prima volta, una legge richiama l’attenzione sul valore culturale, turistico e paesaggistico degli ulivi e ne scongiura gli espianti a favore della speculazione edilizia.
Almeno ciò è quanto si evince dalla lettura dell’art. 1.1, che recita: “La Regione Puglia tutela e valorizza gli alberi di ulivo monumentali, anche isolati, in virtù della loro funzione produttiva, di difesa ecologica e idrogeologica nonché quali elementi peculiari e caratterizzanti della storia, della cultura e del paesaggio regionale”.
Continuando a leggere ci si imbatte poi nell’art. 8 (“Promozione del paesaggio ulivetato”).
Qui appare assai chiaro che la Regione Puglia intende valorizzare la valenza culturale delle piante d’Ulivo stabilendo, al comma 2, che “in considerazione dei peculiari aspetti storici, rurali, sociali, ambientali e paesaggistici che caratterizzano il patrimonio regionale degli ulivi secolari, l’Assessorato al turismo e industria alberghiera (…) promuove uno specifico progetto di valorizzazione turistica (…)”.
Come proteggere gli ulivi?
Per tutelare i secolari, si stabilisce di:
- Istituire una commissione tecnica preposta a rilevare e catalogare gli alberi definiti “monumentali” secondo i criteri di cui all’art. 2
- Stilare un elenco degli ulivi e degli ulivi monumentali (art. 5) e, dunque dare inizio alla tutela attraverso il vincolo paesaggistico
- Attribuire un codice identificativo (art. 6).
La tutela viene sancita dall’art. 10, secondo cui “è vietato il danneggiamento, l’abbattimento, l’espianto e il commercio degli ulivi monumentali inseriti nell’elenco regionale di cui all’articolo 5”, ad eccezione di deroghe “esclusivamente per motivi di pubblica utilità o per opere i cui procedimenti autorizzativi siano stati completati alla data di entrata in vigore della presente legge” (art. 11.1).
Poi tutto cambia!
L’11 aprile 2013, giorno in cui la Regione Puglia promulga la L.R. 12/2013, il cui art. 1 ha integrato l’art. 11.1 della L.R. 14/2007 aggiungendo al testo: “ovvero per piani attuativi di strumenti urbanistici generali adeguati alla legge regionale 31 maggio 1980, n. 56 (Tutela ed uso del territorio), ubicati nelle zone omogenee B e C e con destinazioni miste alla residenza, nonché per aree di completamento (zona B del Decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’art. 17 della L. 6 agosto 1967, n. 765), ricadenti nei centri abitati delimitati ai sensi del Codice della strada, approvati prima della data di entrata in vigore della presente legge. Per tali ultimi interventi non si applicano le previsioni di cui al comma 3 dell’articolo 6”.
Tradotto in parole povere?
La norma da la possibilità di espiantare gli ulivi monumentali tutelati, eliminando l’applicazione dell’art. 6 comma 3 della L.R. 14/2007 che recita “Gli uliveti monumentali sono sottoposti alle prescrizioni di cui al punto 4 dell’articolo 3.14 delle norme tecniche di attuazione (NTA) del Piano urbanistico territoriale tematico per il paesaggio (PUTT/P)”, secondo cui “Il Piano riconosce come elementi diffusi nel paesaggio agrario con notevole significato paesaggistico e, quindi, li riconosce come beni da salvaguardare:
a- piante isolate o a gruppi, sparse, di rilevante importanza per eta’, dimensione, significato scientifico, testimonianza storica;
b- alberature stradali e poderali;
c- pareti a secco, con relative siepi, delle divisioni dei campi in pianura e dei terrazzamenti in collina, delle delimitazioni delle sedi stradali”.
Riprendiamo la legge
La L.R. 12/2013, in sostanza elimina la tutela prevista dall’art. 3.14 delle NTA del PUTT/P prevedendo una speciale deroga, praticamente per tutti i lavori.
E qui casca l’asino…
L’art. 1 della Legge apre la possibilità di espiantare gli ulivi monumentali (e anche quelli secolari o più giovani) per:
1. nuovi fabbricati (pubblici o privati);
2. nuove strade;
3. aree ad uso collettivo (parcheggi, piazzole di sosta, ecc.)
Scopriamo di più
Il Decreto 1444/1968, citato nella Legge, spiega che le zone B) sono zone del territorio totalmente o parzialmente edificate.
Ergo: chiunque possieda un fondo potrà abbatterli senza troppi ostacoli.
Difatti nelle zone B) e C), con destinazioni miste alla residenza (per es. ville, alberghi, villaggi vacanze…), si applica la deroga di cui al comma 3 art. 6, essendo sufficiente la mera approvazione prima del 14.06.2007, (art. 11.3 nuova formulazione) e non più la conclusione di tutti i procedimenti autorizzativi (art. 11.3 vecchia formulazione);
Ultima chicca
L’art. 2 che modifica l’art. 12 della L.R. 14/2007, prevede che “E’ obbligatoria la presentazione di apposite garanzie fidejussorie a favore dell’Amministrazione regionale idonee ad assicurare, in caso di mancato attecchimento della pianta, il risarcimento del danno prodottosi a carico dei profili di interesse generale di cui al comma 1 dell’articolo 1”.
Traduzione?
La Regione Puglia, con questa norma, da un lato ammette il valore economico dei secolari, al tempo stesso rinuncia alla loro tutela, in quanto anziché attivarsi normativamente e amministrativamente per la tutela preventiva, preferisce un risarcimento postumo, lasciando l’onere della salvaguardia effettiva degli ulivi solo ai privati che eseguono i lavori.
(fonte leggioggi.it)
Basteranno le denunce del Senatore Ciampolillo ad arginare questo scellerato e complice atteggiamento delle Istituzioni?